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Tecnologia

Così Microsoft cambierà il modo di studiare

Anthony Salcito, vicepresidente mondiale del settore Education, racconta come l'azienda immagina il futuro dell'apprendimento. In classe e fuori

Secondo l’Unesco, ci sono 61 milioni di bambini nel mondo che non hanno accesso a un’aula scolastica. Quelli che studiano, non è detto che abbiano imboccato la direzione più proficua: solo negli Stati Uniti, entro il 2020, si apriranno 1,4 milioni di posti di lavoro legati a computer e informatica, con appena 400 mila laureati in grado di candidarsi a occuparli. Un buco, un vuoto, che potrebbe rivelarsi uno spreco, un’opportunità mancata.

L’istruzione deve cambiare, in parte lo sta già facendo. Ma non abbastanza. Aziende come Microsoft sono in prima fila in questo processo di mutazione: «Supportiamo gli studenti in vista del domani. Mettiamo nuovi strumenti nelle mani degli educatori per sostenere i ragazzi. Il nostro obiettivo è creare una robusta cultura del digitale» spiega a Panorama.itAnthony Salcito, vicepresidente mondiale per il settore Education, in azienda dal 1992, tra le menti dietro a prodotti di grande e longevo successo come Windows 95.

Proclami a parte, solo nell’ultimo anno Microsoft ha donato 650 milioni di dollari a livello globale di cui hanno beneficiato 19 mila organizzazioni no profit e scuole. In un anno e mezzo, guardando all’Italia, ha formato 50 mila docenti e 900 dirigenti. Ora vuole andare oltre con una serie di strumenti evoluti a disposizione di studenti e docenti. Ecco quali sono e come possono avvicinare l’insegnamento al futuro.

Quella S che fa la differenza

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Si parte dal sistema operativo, il motore e il cervello della macchina: Windows 10 S. Un’esperienza avanzata e semplificata di Windows 10 «per garantire sicurezza e prestazioni superiori» dice Salcito. «Le applicazioni per gli studenti si avviano in modo semplice, sono eseguite in un ambiente stabile che favorisce l’interazione e la gestione. Inoltre è uno spazio sicuro, che riesce a tenere alla larga virus e altri elementi di disturbo dell’attività in classe».

Insomma, un territorio che rende l’attività dei ragazzi più produttiva, spedita, senza interferenze. Popolato da applicazioni utili come la versione completa di Office 365, applicazioni di apprendimento e valutazione, lavagne interattive, strumenti come Microsoft Edge per prendere appunti su una pagina web e condividerli con un compagno di classe. Inoltre, l’hardware, i computer per lavorare su Windows 10 S, saranno offerti alle scuole a prezzi molto bassi. Si pensi che quelli per Windows 10 partivano da meno di 180 euro. Il tutto grazie alla collaborazione di vari produttori tra cui Acer: «Anche in questa occasione Acer è partner di Microsoft» spiega Marco Cappella, country manager di Acer Italia, Grecia e Israele. «Oggi il mondo education» aggiunge «può essere servito solo da un forte ecosistema e la nostra stretta partnership ne è un chiaro esempio».

Lavori di squadra

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Altro tassello è Microsoft Teams, centrato sull’essenza della collaborazione. Già succede con Word, Excel, PowerPoint e altre versioni digitali di popolari programmi che danno modo a più studenti di elaborare un documento in contemporanea. Il passo successivo è un unico grande flusso di compiti, contenuti, progetti, ma anche comunicazioni con genitori e personale scolastico. Una capiente bacheca aperta (a chi ne ha lecito diritto) per rendere più fluido lo scambio di ogni messaggio.

«Un set di strumenti davvero ampio» commenta Salcito «per salire di livello, raggiungere un’esperienza che sia davvero integrata, sia che si stia svolgendo un compito in classe, sia che si stia tenendo una lezione». L’idea è dunque quella di un hub centrale, da cui transiti un flusso vasto e allo stesso tempo facilmente accessibile.

Oltre il tangibile

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Mentre la realtà virtuale prendeva piede, Microsoft ha sempre scommesso sulla sua evoluzione, la «mixed reality»: elementi digitali inseriti nel nostro quotidiano, nell’ambiente circostante, visibili attraverso speciali visori come HoloLens ma anche sullo schermo di smartphone e tablet. Una fotocamera cattura le immagini, un software le elabora e aggiunge contenuti di bit arricchendo l’esperienza.

Sarà esattamente questo il meccanismo di «View Mixed Reality», una funzione a disposizione degli insegnanti dal prossimo autunno e che, entro il 2018, si arricchirà di contenuti e corsi su temi come salute e storia. Così, per fare un esempio probabile e verosimile, durante una visita alle rovine romane, inquadrandole con una tavoletta, i ragazzi potranno vedere comparire sul display elementi della vita quotidiana in un tempio, accanto un acquedotto o su una strada di cui oggi rimangono poche tracce. «Un modo logico e pieno di senso» commenta Salcito «di unire, mescolare insieme, virtuale e reale».

Anche il gioco vuole la sua parte

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Una dote importante per gli studenti, molto spendibile in futuro, sarà la capacità di imparare a programmare. Uno strumento già usato in 100 Paesi, dunque diffuso quanto apprezzato, è la Education Edition del gioco Minecraft. Un successo globale tra i giovanissimi parecchio prima di varcare la soglia delle aule. L’intuizione di Microsoft è usare un ambiente visto in modo tanto favorevole per spingerli ad agire dietro le quinte, a imparare a programmare.

Ecco l’essenza di Code Builder: si apprende il codice, lo si scrive, gli scenari di Minecraft reagiscono di conseguenza in base alle proprie istruzioni. Si è demiurghi fino in fondo. Una soddisfazione non da poco, che mostra il potenziale, lo spettro d’azione che si apre a chi possiede tali doti tecniche. «Si spalanca» spiega il vicepresidente «un mondo creativo gigantesco, che porta con sé un bagaglio di comprensione vastissimo». Code Builder è disponibile per le scuole gratis per un anno.

Hardware, ma di lusso

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Fa sempre effetto quando una figura così importante come il vicepresidente di un’azienda citi direttamente uno dei principali concorrenti: «Volevamo offrire un’alternativa a strumenti come i computer portatili Apple, dedicandola a chi cerca uno strumento ricco, potente, che alzi il livello dell’esperienza» dice Salcito presentando il Surface Laptop con Windows 10 S a bordo.

Un computer elegante, rapido, con display da 13,5 pollici e funzioni touch, resistente grazie al gorilla glass, soprattutto dotato di una batteria che supera le 14 ore. Dedicato in particolare agli universitari (oltre ai professionisti e a chiunque cerchi un dispositivo con tali caratteristiche) e in arrivo a metà giugno, «vuole diventare il compagno della vita quotidiana dei ragazzi. Accompagnandoli nello studio, nella creazione di progetti, ma anche nei momenti di svago, quando vogliono dedicarsi a un videogame o alla visione di un film». Surface Laptop è disponibile già da oggi per il pre-ordine in Italia. La configurazione di base parte da 1.169 euro.

Maestri a distanza

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Disponibile dal 5 maggio gratuitamente anche nel nostro Paese, «Skype in the classroom» è uno strumento che permette ai ragazzi, tramite una videochiamata, di entrare in contatto con luminari di vari settori, dalla scienza al giornalismo. Un po’ come se un grande nome tenesse una conferenza a scuola, ma parlando da uno schermo anziché da un palcoscenico. Di ogni lezione, accanto a una breve descrizione, sono indicate le fasce d’età per cui è adatta e le categorie tematiche trattate. Gli interessati possono liberamente registrarsi.

«Quando connetti le classi tra loro» commenta Salcito «stai collegando il mondo, mettendo l’innovazione in condivisione. La espandi coinvolgendo anche gli educatori e arricchendoli. Skype è uno strumento straordinario per abbattere le barriere, azzerare le distanze».

Nuovi metodi, nuovi giudizi

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Un tema molto caro a Salcito, logica conseguenza del suo impegno per fare entrare il digitale nelle classi, è modificare il sistema di valutazione dei ragazzi. Perché se si dimostrano abili a programmare o sanno maneggiare con disinvoltura gli strumenti tecnologici, non si può continuare a giudicarli sulla conoscenza della lezione del giorno o sulla capacità di ricordare sequenze di date. Almeno non solo.

«Bisognerebbe trovare un modo» ragiona il vicepresidente di Microsoft «per premiare la loro abilità a massimizzare il loro potenziale. Ricompensare la loro creatività, la loro passione. Non è un ragionamento vago. Proprio questo rinnovato approccio sarà il motore del futuro dell’economia e dell’industria». Misurarlo con una valutazione adeguata, «farlo comparire nel curriculum, nella storia personale dello studente», è un modo privilegiato per sostenerlo.

In parallelo, le materie classiche devono evolvere a loro volta. «L’algebra per esempio» insiste Salcito «non può essere più solo un insieme di concetti. Deve creare tangibilità. Essere considerata un elemento fondante del pensiero astratto. L’insegnamento deve badare alle sue ricadute pratiche in vista del futuro».

L'immutato ruolo chiave degli insegnanti

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Sforzi dei ragazzi a parte, il tassello fondamentale per favorire un nuovo accesso alla conoscenza passa dagli sforzi dei docenti. «Devono ispirare gli studenti. Non vedendo la tecnologia come qualcosa che spaventa, ma come un’opportunità. La fortuna è che la usano sempre più nella loro vita quotidiana, dunque la vivono con meno diffidenza».

Tecnologia che ha cambiato la dinamica nelle classi: «Oggi l’insegnante non ha più il potere del contenuto. La presenza di un computer, di strumenti connessi a internet, ha moltiplicato le fonti dell’informazione nelle aule. Le ha espanse, differenziate. Ma non si tratta di una minaccia. È un’opportunità per il docente, che a maggior ragione rimane al centro per il suo ruolo di filtro, di garante, di abilitatore. Ci sarà sempre un bisogno fondamentale di grandi insegnanti». Un altro mestiere, dunque, a prova di futuro.

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