Jumpy, ecco perché gli smartwatch sono roba per bambini
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Jumpy, ecco perché gli smartwatch sono roba per bambini

Jumpy è uno smartwatch per bambini. Loro lo indossano per giocarci, il genitore ne approfitta per controllare se fanno abbastanza movimento

Per quanto bizzarro possa sembrare, alcuni analisti ne sono convinti: entro il 2020 una buona fetta del mercato dei dispositivi indossabili sarà costituita dagli smartwach per bambini. Nello specifico, si calcola che questa nuova categoria aiuterà il mercato degli orologi smart a passare dai 15 milioni di dispositivi previsti per il 2015 a 373 milioni previsti per il 2020.

È su queste previsioni che l’azienda cinese JoyRay sta scommettendo con il suo nuovo dispositivo, Jumpy, un coloratissimo smartwach specificamente ideato per bambini di età compresa tra i 5 e gli 8 anni.

Prodotto in tandem con Foxconn, se raggiungerà i 100.000 di finanziamento su Kickstarter, Jumpy verrà lanciato sul mercato a marzo (prezzo previsto: 99 dollari), sarà compatibile con Android e iOS, sarà dotato di giroscopio e connessione bluetooth, inoltre supporterà il controllo vocale e gesturale.

Naturalmente, l’applicazione più ovvia di Jumpy è in campo ludico: il video di presentazione mostra frugoletti che utilizzano Jumpy come una specie di bacchetta magica per far muovere palline connesse o per controllare applicazioni su altri dispositivi, c’è quindi la possibilità che i vari sviluppatori (il SDK sarà open) punteranno a trasformare il dispositivo in una sorta di baby piattaforma di gaming indossabile.

Ma per potere avere davvero successo, Jumpy dovrà in primo luogo sedurre i genitori.

Sei un genitore preoccupato che tuo figlio non faccia abbastanza esercizio fisico? Pronti: Jumpy ha un’app che lo incita a fare attività fisica o a fare merenda. Vivi nel terrore che il tuo pargolo infili la porta e scompaia? Nessun problema: se ha al polso uno smartwatch saprai anche come individuarlo.

Più che uno smartwatch per bambini, dunque, Jumpy ha tutti i presupposti per diventare uno smartwatch per genitori, e come lui una schiera di contendenti come Leapband, Flip e Kidizoom.

Sembra infatti che, almeno per ora, questo tipo di dispositivi vengano percepiti come più utili e convincenti dei “tradizionali” smartwatch, ancora considerati da molti (spesso a ragione) dei costosi orpelli per maniaci della tecnologia.

La partita è aperta, e Jumpy punta a vincerla sfoggiando un display più ampio della concorrenza (1,6 pollici quadrati), una piattaforma di sviluppo aperta e, soprattutto, un quadrante estraibile che può essere utilizzato per animare e “aumentare” altri dispositivi, si tratti di un controller per i videogiochi o di un pupazzo giocattolo.

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Fabio Deotto