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Luc Legay, Flickr
Tecnologia

Lo Zuckerberg che analizza ogni foto di Facebook

Dietro il riconoscimento facciale del social network c’è tanta tecnologia ma anche Paul, che spulcia ogni singola immagine caricata dagli iscritti

Si chiama Paul Zuckerberg ma non ha nessuna relazione con il ben più famoso Mark. Il suo ruolo va scritto in inglese: Facebook Tag Suggester, perché tradotto perderebbe gran parte del suo fascino. Vuol dire suggeritore di tag per Facebook, un lavoro colossale, come colossale è il social network in questione.

Come ha spiegato Mashable che ha incontrato il ragazzo, lo strumento di riconoscimento facciale di Facebook basa gran parte del suo successo proprio sulla capacità di Paul di analizzare, contestualizzare e taggare ogni foto caricata dagli iscritti della rete social. Sembra impossibile vista la media di immagini postate giornalmente, oltre 250 milioni, un archivio che fa di Facebook il più grande sito fotografico del web. 

Eppure è grazie a Paul se l’algoritmo che inserisce automaticamente i tag con i nomi degli amici prende una strada corretta, senza confondersi tra mamma e zia o peggio, moglie e suocera. Insomma è il lato umano della tecnologia che si riscatta e prende per una volta il sopravvento. “È il mio lavoro, guardare foto tutto il giorno. È un buon lavoro, mi piacciono un sacco le foto” – dice sorridendo. Ciò che Paul compie è sintetizzato dagli esperti con la parola machine learning. In pratica gli umani insegnano ai computer il “perché” e il “come” delle cose, lasciando che imparino da ciò che loro stessi fanno, per imitarli e poi agire da soli. Oggi Paul inserisce migliaia di tag al giorno (per cui non arrabbiamoci troppo se ogni tanto sbaglia), domani sarà solo un algoritmo a farlo.

Il riconoscimento facciale funziona così: subito dopo aver caricato un’immagine, Facebook sa già a chi potrebbe appartenere il volto ripreso e suggerisce così i tag più appropriati tra gli amici in elenco. Grazie alla vastità di dati a disposizione, oggi il sito è il sistema di individuazione dei volti più avanzato del pianeta, probabilmente meglio di quanto possano fare FBI, NSA e CIA. Non è un caso se la funzione sia divenuta centrale nell’economia stessa del social network.

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All’inizio del 2015 il team di ingegneri l’ha integrata nell’app Messenger in modalità test per gli utenti australiani e solo qualche giorno fa ha reso Photo Magic disponibile a livello globale, anche se l’opzione sarà attiva per tutti solo nei prossimi giorni. La funzione diventa semplicemente una sezione all’interno dell’app Messenger con la quale si permetterà a Facebook di scansionare le foto in memoria prima di caricarle, così da aggiungere i nomi dei presenti durante l’upload.

Secondo un paio di tribunali in giro per il mondo, il riconoscimento facciale violerebbe le norme sulla protezione della privacy delle persone. Tuttavia al momento Facebook pare non correre alcun rischio proprio grazie ad un limite della sua tecnologia: Photo Magic “suggerisce” una serie di tag, non pretende di dare sempre la risposta corretta (anche se spesso è così). Un cavillo linguistico oltre che tecnico, che per ora pare in grado di salvare Zuckerberg (Mark stavolta) da possibili guai giudiziari. 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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