Dating online: è Tinder mania
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Dating online: è Tinder mania

L'app che ha conquistato anche gli atleti di Sochi

Tutti parlano di Tinder, l'app per il dating online, rilanciata alla grande dalle Olimpiadi di Sochi, dopo che la statunitense Jamie Anderson, oro nello snowboard slopestyle, ha confessato ai giornalisti quanto la usassero atleti e atlete, tra una gara e l'altra.

Che cos'è
In soldoni si tratta di un'app per iPhone e Android che mette in contatto due persone, in base alla posizione geografica, e dopo che entrambe hanno espresso gradimento reciproco cliccando mi piace sulle rispettive foto. Non basta che lo faccia uno dei due, ma devono abboccare entrambi. Del resto Tinder, in inglese significa esca.

Come funziona
Iscriversi è facile: si entra con le proprie credenziali Facebook, risparmiandosi la creazione di un nuovo profilo. Le foto sono le stesse, ed è meglio che siano belle: su Tinder non c'è spazio per le parole. La scelta dei contatti avviene in base alla distanza, all'età e al sesso. Poi comincia la sfilza di foto.
Di ogni persona di cui ci mostra la foto, Tinder ci dice anche quanti amici abbiamo in comune e quali interessi, sempre basandosi sul nostro profilo Facebook. Se qualcuno ci piace basta cliccare sul cuoricino (o fare swipe col dito verso destra), altrimenti sulla X (swipe verso sinistra). Soprattutto all'inizio conviene fare molta attenzione, perché come si legge nelle FAQ, una volta scelto non si può tornare indietro. La casella messaggi si accende solo quando qualcuno abbocca. In caso contrario non lo sapremo mai (per fortuna).

Come nasce
Tanto per non cambiare, anche Tinder ha una genesi universitaria: è stata lanciata durante un party studentesco, nel settembre del 2012, all'University of Southern California, dove si è laureato Sean Rad, il suo fondatore. Ad alcuni ha ricordato il Facebook degli inizi, quando Mark Zuckerberg pensò di mettere ai voti degli studenti di Harvard le foto di altri studenti. Solo che con Tinder a ogni "mi piace" corrisponde un possibile incontro con l'anima gemella (anche se secondo le statistiche solo 1 utente su 5 è intenzionato a vedersi dal vivo).

Critiche
Secondo la rivista Business Week, in media i tinderer controllano l'applicazione 11 volte al giorno per sette minuti a volta, prova che genera una certa dipendenza. Non solo: secondo i critici, è un'app furba che lavora sul nostro incessante bisogno di approvazione. E soprattutto, come ha spiegato la sociologa Jess Carbino, sull'Huffington Post, chi usa Tinder non sembra andare in cerca dell'amore... ma di altro. Indovinate un po' di cosa?

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Eugenio Spagnuolo