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Tecnologia

Quanto vendere l'usato sul web fa bene all'ambiente

Una ricerca di Subito rivela che il passaggio di mano di oggetti, anziché l'acquisto di nuovi, evita l'emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2

Trascorsa appena una settimana dalla presentazione del nuovo iPhone 7, sulla piattaforma Subito sono stati pubblicati 12 mila annunci di utenti che volevano vendere il vecchio modello. Solo l’8 settembre, il giorno successivo al keynote di Tom Cook e soci, ne sono apparsi ben 3 mila. Un boom: il 500 per cento in più rispetto ad agosto.

Da una parte torna la solita frettolosa corsa all’ultima novità da parte degli innamorati della mela, dall’altra c’è un beneficio meno ovvio ma parecchio significativo da evidenziare. Quello di chi, in mezzo a tanta abbondanza di alternative, può ottenere uno smartphone in buone condizioni a un prezzo più che ragionevole. E lo stesso avviene per abiti, auto, moto, oggetti elettronici e per la casa, per lo sport, attrezzature varie. Un gigantesco trafficare di cose che, aggregato, diventa un business. Anzi, un’economia. La «second hand economy».

Secondo una ricerca di Doxa è un mercato che nel 2015 valeva in tutto 18 miliardi di euro, pari all’1 per cento del Pil. Che vive per il 38 per cento on line, generando in dodici mesi un volume d’affari da 6,8 miliardi. Ma è cosa nota. Più interessante è calcolarne un’esternalità positiva, quali sono le sue ricadute dirette dal punto di vista green. Quanto acquistare un oggetto usato anziché uno nuovo faccia bene all’ambiente. E dunque a tutti noi.

Proprio Subito, il leader italiano del settore con 8 milioni di utenti unici al mese, ha voluto fare questo conto. Scoprendo che i suoi iscritti, così attivi nel vendere e comprare, hanno permesso solo nel 2015 un risparmio di 3,4 milioni di tonnellate di CO2.

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«Contribuire a salvaguardare il pianeta e tutelare le prossime generazioni è un passo importante verso un futuro più responsabile e sostenibile»

A cosa equivalgono? Giusto per fare qualche esempio, al blocco totale del traffico per 10 mesi nella città di Roma, alle emissioni annuali di 373.626 italiani (pari a quasi il 28 per cento dei milanesi e il 13 per cento dei romani, come nel grafico qui sopra), a 3,4 milioni di viaggi in aereo Roma-New York, alla produzione di 5,2 miliardi di tonnellate di pasta o, ancora, di 13,7 milioni di divani. Un bonus considerevole, sostanzioso.

«Contribuire a salvaguardare il pianeta e tutelare le prossime generazioni è un passo importante verso un futuro più responsabile e sostenibile» spiega Melany Libraro, general manager di Subito. «Ogni giorno oltre 60.000 scambi di beni usati permettono a migliaia di beni di trovare una nuova casa. Pensare di essere protagonisti attivi nel rispetto per l’ambiente e nella riduzione dei cambiamenti climatici è un incentivo sempre più forte per migliorare il nostro servizio e spingere tutte le persone a dare una seconda vita agli oggetti». 

Scendendo nel dettaglio, la macrocategoria «Motori» ha permesso il risparmio più elevato di CO2 nel 2015 con 2,7 milioni di tonnellate, seguita da «Casa e Persona» con 576 mila tonnellate e da «Elettronica» con 254 mila. Nonostante gli annunci di massa al debutto dell'ultima versione, l’impatto sull’ambiente di un’automobile che passa di mano non sarà mai paragonabile a una schiera di iPhone.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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