Mega, una taglia di 10.000 euro per chiunque riesca ad hackerarlo
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Mega, una taglia di 10.000 euro per chiunque riesca ad hackerarlo

Dopo le recenti polemiche su file legali rimossi e motori di ricerca abusiva, Dotcom rilancia invitando chiunque voglia a farsi un bel gruzzolo hackerando il sistema. Ma l'obbiettivo reale potrebbe essere impedire che si sappia cosa viene caricato su Mega

Nel caso non ve ne foste accorti, è tornato di moda il western. Lo dimostra il fatto che uno spaghetti-western stia sbancando al botteghino, ma anche la strategia che Kim Dotcom ha scelto di usare per dimostrare al mondo che non solo Mega è tornato per davvero, ma che è anche a prova di hacker. Come nella migliore tradizione pistolera, il gringo Dotcom ha affisso sul suo account Twitter un manifesto per tutti gli aspiranti cacciatori di taglie che recita più o meno così:

La crittografia open source di #Mega è ancora inviolata. Offriamo 10.000 euro a chiunque si dimostri in grado di violarla. Aspettatevi un post sul blog nella giornata di oggi.”

Un invitante taglia che potrà incassare chiunque troverà un bug nel blindatissimo sistema lanciato da Schmitz e soci due settimane fa. Per quanto insolita possa sembrare questa mossa, in realtà non è niente di nuovo. Anche le più importanti compagnie del settore (Facebook e Google, per citarne due) sono solite sguinzagliare mute di informatici alla ricerca di ogni potenziale falla, ricompensando ogni ritrovamento con un premio in denaro.

La cosa interessante, semmai, è la dedizione quasi ossessiva con cui Kim Dotcom e compagni stanno edificando barriere attorno alla propria creatura. Negli ultimi giorni, dopo aver comunicato che il servizio già conta oltre 50 milioni di file archiviati e meno di 50 richieste di rimozione di file illegali al giorno attraverso DMCA, Dotcom ha dovuto respingere una serie di indiscrezioni riguardanti possibili falle nel suo sistema di sicurezza. Diversi esperti del settore hanno suggerito che il sistema fosse tutt’altro che a prova di hacker, risultato: Dotcom e soci hanno messo una taglia su ogni possibile bug.

Il perché di questa attenzione quasi paranoica per la sicurezza è piuttosto evidente. Mega è stato lanciato come servizi di file sharing che garantisce a tutti gli utenti la protezione dei propri file. “Se i server vanno perduti, se il governo fa irruzione in un data center e lo saccheggia, se qualcuno hackera il server o lo ruba, non otterrebbe nulla,” aveva spiegato Dotcom a fine ottobre “Qualunque cosa venga caricata sul sito, senza l’apposita chiave rimarrà privata e inaccessibile.”

Un sistema del genere permette tra l’altro a Dotcom e compari di fare spallucce di fronte ad accuse di violazione della privacy, trincerandosi dietro un “Cosa volete? Io non ho modo di sapere se i miei utenti hanno caricato qualcosa di illegale. Se qualche detentore di copyright trova qualcosa di illegale me lo comunichi, e provvederò a levarlo.” Non a caso, se andate sul blog di Mega ora troverete un post che esplicita chiaramente: "MEGA, in qualità di storage provider non è tenuto a monitorare i propri utenti."

Qualcosa però non ha funzionato. Prova ne é il fatto che nelle ultime ore Mega abbia cancellato dalla piattaforma file perfettamente legali (tra cui della musica prodotta dallo stesso Dotcom), e probabilmente questo ha a che fare con l’attività di motori di ricerca non-ufficiali che hanno cominciato a indicizzare i file Mega.

Non voglio pensare male per forza. Forse questa premura è semplicemente volta a confezionare un servizio a prova di bomba. Ma nulla vieta di intravedere dietro le quinte la volontà di erigere barriere attorno a un servizio che, per forza di cose, si ritroverà ad ospitare tonnellate di materiale illegale. Dopotutto, la sua fama è dovuta solamente a questo.

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Fabio Deotto