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Tecnologia

Internet degli oggetti: quando l’uomo non è più al centro

Cos'è l'Internet delle cose e quanto è già tra noi

Gli appassionati di fantascienza, pensiamo agli asimoviani, non vedevano l’ora di entrare nell’era dell’Internet of Things, la Rete degli oggetti. Cose che si collegano alla Rete e tra loro, senza più l’intermediazione degli esseri umani. 


Non si tratta di prototipi, di progetti, bensì di prodotti. Già in vendita nei supermercati, già alla nostra portata. Possiamo già acquistare una lavatrice che comunica con un forno per accordarsi in modo da non creare un sovraccarico di corrente. Oppure un forno che chiede al frigorifero quali alimenti sono disponibili per proporre una ricetta realizzabile. Oppure, se vogliamo fare esempi più particolari, esistono indumenti in grado di segnalare la propria posizione (a eventuali squadre di soccorso), altri che valutano le condizioni di salute di un paziente per comunicarle al medico. Ci sono anche vasi di fiori che mandano un messaggio al fioraio se l’acqua è poco o cassonetti dei rifiuti che avvisano quando sono pieni. Se vogliamo esagerare, si hanno notizie anche di caldaie e alberi che twittano. 


Come è possibile? È un insieme di tecnologie convergenti, frutto di un’evoluzione che ha portato alla miniaturizzazione dei componenti elettronici (processori e memorie, su tutti), alla diffusione di sensori e moduli (dai sensori di prossimità ai giroscopi, ai moduli GPS) e allo sviluppo di tecniche di analisi di grandi moli di dati (i cosiddetti big data). Tutto questo, unito alla potenza di calcolo diffusa, possibile grazie al cloud, sta dando vita a una vera e propria rivoluzione. Porterà certamente a grandi innovazioni, qualcosa che vada al di là di elettrodomestici e indumenti: si parla già, per esempio, di auto che si guidano da sole (vedi la Google Car). 


Non sono sogni, ma opportunità. Anche in termini di occupazione: secondo la Banca Mondiale il settore ICT rappresenta un mercato potenziale da 800 miliardi di dollari, anche se si faticherà a trovare personale competente (si calcola che nei prossimi 10 anni due milioni di posti di lavoro, in questo settore, saranno scoperti). Serve personale specializzato con competenze non solo nella programmazione ma anche in networking, specialmente in settori quali l’automazione, il manifatturiero e l’energia.


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Marcella Sala