Tecnologia

Internet sarà meno americano e più globale. Ma forse meno sicuro

L'agenzia americana NTIA vuole "liberare" il controllo dei domini internet affidandolo a un ente globale entro il 2015. Immediate le polemiche sulla sicurezza. Ma l'NSA c'entra poco

Se fino ad oggi Internet è cresciuto dentro l’abbraccio soffocante degli Stati Uniti un motivo c’è, ed è piuttosto semplice: il primo prototipo di internet è stato finanziato dalla DARPA e dagli anni ’60 ad oggi è cresciuto sotto l’ala protettrice del governo statunitense.

Era il 1961 quando, in piena guerra fredda, gli Stati Uniti cominciarono a ipotizzare la creazione di una rete globale di computer che potesse fungere da strumento di difesa e controspionaggio. Avrebbe dovuto sfoggiare un nome epico come “Intergalactic Computer Network”, ma nel 1969 finì per prendere il nome di ARPANET. Tra gli anni ’70 e ’80 la rete distribuì i propri nodi in tutto il mondo assumendo il nome di INTERNET, poi arrivarono le prime email, i primi virus telematici, e infine, nel 1991, grazie a un ricercatore del CERN di nome Tim Berners-Lee, arrivò anche il World Wide Web.

Venerdì, trasportata dall’inestinguibile risacca del maremoto Snowden, è arrivata un’altra novità: l’agenzia americana NTIA (National Telecommunications and Information Administration) ha dichiarato l’intenzione di rinunciare al controllo delle funzioni chiave per i domini Internet per affidarla, di qui a un anno e mezzo (settembre 2015), a un ente di controllo globale che rappresenti verosimilmente ogni singolo stato. Fino ad oggi, quest’onere era competenza di ICANN, il diretto gestore del servizio IANA che, in parole povere, si occupa dei passaggi tecnici che consentono al tuo browser di raggiungere e ottenere contenuti da uno specifico dominio web.

Questo ruolo di supervisione, dunque, dovrebbe passare a un ente (ancora inesistente) multi-stakeholder, ossia controllato da diverse nazioni, che si occupi di garantire una gestione globale degli indirizzi internet. Ed su questo punto che si stanno accendendo le polemiche. Se infatti da un lato alcuni attori importanti del panorama web (come Google e Verizon) si sono dichiarati entusiasti della scelta americana, dall’altra c’è chi teme che questo passaggio di poteri possa dare ad alcuni governi autoritari la possibilità di esercitare un maggiore controllo sulla rete.

Tra i detrattori, spiccano i repubblicani americani, che accusano Obama di intendere liquidare una risorsa americana delicata, per ragioni puramente politiche. Secondo alcuni, infatti, dietro la scelta della NTIA si nasconderebbe l’intenzione di smorzare i toni, ormai roventi dopo l’esplosione dello scandalo NSA. In realtà, questa ipotesi è poco probabile . In primo luogo perché il governo americano non ha ancora mostrato un vero interesse nell’arginare i poteri della controversa agenzia di sicurezza. Ma soprattutto, la prospettiva di delegare il controllo dei domini internet a un ente non americano è prevista già dai tempi della reggenza Clinton.

Il perché questo passo in avanti sia fondamentale per il futuro di internet lo spiega la professoressa Laura DeNardis, esperta in Internet Governance: “Abbiamo bisogno di una sorta di coordinamento centralizzato per i nomi e i numeri, perché ogni nome e numero deve risultare globalmente unico. Qualcuno deve monitorare la situazione per assicurarsi che non ci sia una duplicazione degli indirizzi. La migliore soluzione possibile consiste in un equilibrio garantito da controllori il più possibile diversificati.

Ora comincia la fase più delicata, in cui ICANN avrà il compito di studiare una soluzione per passare il testimone a un nuovo ente multi-governativo, senza che la delicata architettura di internet risulti compromessa.

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Fabio Deotto