Google, Star Trek e il futuro della ricerca
Cory Doctorow (Wikimedia)
Tecnologia

Google, Star Trek e il futuro della ricerca

Il motore di ricerca che verrà? Sarà in grado di capire il nostro linguaggio fornendoci risposte concrete (e non link a probabili risposte). Proprio come il Tricorder della famosissima serie Tv

Volete sapere qual è il più grande desiderio di Google? Distruggere Apple, Facebook e gli altri concorrenti? No. Portare i suoi occhiali sulla testa di ogni persona? Acqua. Per Larry Page, Sergey Brin e tutti gli altri Googlers c’è qualcosa di ancora più importante: realizzare un computer che assomigli al Tricorder di Star Trek.

Giusto per spiegarlo ai più giovani: stiamo parlando di un piccolo dispositivo elettronico utilizzato in uno dei telefilm di maggior successo degli anni 60 (ma arrivato in Italia a cavallo fra gli anni ’70 e ’80), una sorta di computer stracolmo di sensori dalle dimensioni di un piccolo registratore a tracolla capace di interagire vocalmente con i protagonisti della serie.

Detta in questo modo, potrebbe apparire come la solita sparata di un big tecnologico che vuole impressionare i suoi utenti ricorrendo a iperboli fantascientifiche. Ma non è così. Dietro al parallelismo c’è qualcosa di molto serio, qualcosa che arriva persino a toccare la mission del gigante californiano. Lo spiega Farhad Manjoo in un articolo apparso la scorsa settimana su Slate dal titolo piuttosto eloquente: "Dove nessun motore di ricerca è mai andato". Manjoo spiega perché il riferimento a Star Trek – spesso utilizzato dagli ingegneri di Google durante interviste ed eventi pubblici - non è uno slogan imposto dal marketing dell’azienda per evocare un futuro fantascientifico bensì un obiettivo concreto sul quale gli ingegneri della casa sono già al lavoro.

Dietro a quella che l’autore definisce una vera e propria "ossessione" c’è infatti una presa di coscienza dei limiti degli attuali motore di ricerca, strumenti che seppur molto efficaci presentano almeno tre grossi problemi: non forniscono risposte (bensì link alle risposte), non comprendono il linguaggio naturale (poiché dipendono dalle keyword) e agiscono sempre in ritardo rispetto alle reali esigenze degli utenti.

Tricorder_emb8.jpg

Da qui l'intenzione di attuare una svolta radicale nelle tecnologie di ricerca, qualcosa che permetta a tutti gli utenti di avere risposte concrete, nel momento del bisogno e senza l'obbligo di digitare alcunché in un campo di testo. Non a caso una parte corposa del lavoro di Ricerca e Sviluppo del team di Google si sta concentrando sul cosiddetto Knowledge Graph, l’infinito database di informazioni che permette alla grande G di correlare le parole e di interpretarle per associarvi un (probabile) significato.

Spiega lo stesso Manjoo: fino a non molto tempo fa, digitando su Google “altezza di Tom Cruise” avremmo avuto solo una serie di pagine web con i link relativi alle tre parole digitate (e a quelle correlate, ad esempio "alto”). Ora invece, grazie proprio a Knowledge Graph, Google sa che Tom Cruise è una persona specifica, che è maschio, che è un attore, che è sposato, che è stato nel cast di di Risky Business e via dicendo; tutta una serie di informazioni che permettono al suo motore di ricerca di fornire in prima battuta la risposta alla domanda : 5' 7" ovvero 1 metro e 70.

I più attenti fra voi sapranno che il processo di "startrekkizzazione" di Google è già in atto da tempo e che Google Now rappresenta forse l’esempio più concreto di ciò che vuole essere Mountain View da grande: un motore di ricerca sempre più intelligente, capace cioè di comprendere le nostre intenzioni e di darci le risposte di cui abbiamo bisogno grazie ai dati archiviati giorno dopo giorno sul nostro smartphone Android. Certo, la strada per arrivare al Tricoder di Star Trek è ancora lunga e tortuosa e avrà bisogno di numerosi affinamenti. Ma il dado è tratto. Piaccia o meno Google sta lavorando per leggerci nel pensiero o, quantomeno, per essere sempre più in sintonia con i nostri desiderata.

Fantastico vero? Sì, se non fosse per un "piccolo" particolare: per arrivare a tanto Google ha bisogno di conoscere tutto o quasi di noi.

I più letti

avatar-icon

Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

Read More