Google pensa di poter battere Amazon, per questo ha comprato Channel Intellingence
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Google pensa di poter battere Amazon, per questo ha comprato Channel Intellingence

Ennesima acquisizione per Mountain View, questa volta si tratta di un service provider per l'e-commerce. Quella di Google è una strategia a lungo termine per erodere il primato di Amazon e promuovere Google Shopping

Non è un mistero, ormai quando c’è da comprare qualcosa online, la piattaforma di riferimento per la maggior parte degli utenti è Amazon. Si tratta di un dato di fatto piuttosto evidente, e accettato da gran parte del Web. Ma c’è chi da qualche tempo mastica amaro. Parliamo naturalmente di Google. Il motore di ricerca di Mountain View infatti continua ad essere la porta di ingresso per antonomasia del Web, miliardi di persone usano Google per cercare siti, informazioni, articoli da comprare online, ma solo una parte di essi poi si affida a Google Shopping per fare i propri acquisti. I più tendono ad ascoltare le sirene delle offerte Amazon.

Da qualche tempo a questa parte, però, Google ha deciso di lanciarsi alla conquista del primato dell’online shopping. Per farlo, sta procedendo come una mietitrebbia rilevando startup e introducendo nuove funzionalità per l’e-commerce. La notizia di oggi è che Larry Page e soci hanno concluso le trattative per l’acquisizione di Channel Intelligence, una compagnia specializzata in soluzioni e-commerce per cui Google sborserà 125 milioni di dollari.

Channel Intelligence si è distinta nel settore fornendo alle grandi piattaforme del Web servizi fondamentali come motori di ricerca prodotto e shopping engine. In particolare, Google pare aver messo gli occhi su un servizio chiamato Where-to-Buy, che consente ai brand di piazzare sulle proprie pagine bottoni “buy-now” che informano l’utenza riguardo tutti i siti e le soluzioni per acquistare i propri articoli.

I prodotti Channel Intelligence hanno dimostrato di funzionare ottimamente e di saper aiutare piattaforme e aziende a massimizzare gli introiti derivanti dall’e-commerce.Tra i clienti storici della compagnia figurano punti di riferimento per l’e-commerce come Shopzilla e Shopping.com, ma anche lo stesso Google Shopping.

Per più di dieci anni ci siamo concentrati nell’aiutare i consumatori a trovare e comprare prodotti online e i nostri clienti ad incrementare il proprio business” si legge in questo momento sull’homepage di Channel Intelligence “Abbiamo lavorato con Google per anni e ci aspettiamo di poter fare grandi cose insieme.

È solo l’ultima di una serie di stoccate che Google sta sferrando ad Amazon. Lo scorso dicembre Google aveva acquisito BufferBox , una startup specializzata in spedizioni, che ti permette di recuperare qualsiasi pacco (anche uno amazon) in una delle tante cassette disseminate per gli Stati Uniti. Ma già a settembre, Larry Page aveva cominciato a colpire sotto la cintura, cominciando a richiedere ai rivenditori specializzati in e-commerce di pagare per vedere i propri prodotti elencati nella sezione Google Shopping . Diversi retailer non hanno esitato a spalancare il portafogli, risultato: Google ha aumentato gli introiti e nel contempo ha fatto sì che i prodotti Amazon finissero in fondo all’elenco (poiché ovviamente Jeff Bezos non ha scucito un dollaro per assicurarsi un posto di rilievo).

Lo so perché storcete il naso: il predominio di Amazon in ambito e-commerce sembra troppo solito e pervadente per poter essere ribaltato a colpi di acquisizioni. Vero, infatti nessuno si aspetta che Google riesca a ribaltare il tavolo nel giro di pochi mesi, la sua è una strategia di erosione a lungo termine che si appoggia comodamente a una posizione dominante in ambito search.

Per capirci, è possibile che Google qui stia adottando la stessa tattica che ha usato per Google+ . La sua offerta non appare immediatamente come rivoluzionaria e irrinunciabile, ma a poco a poco si consolida, si rafforza e, soprattutto, si integra negli altri servizi, fino a diventare un inevitabile punto di riferimento. Amazon si lascerà sfilare la tovaglia da sotto il naso? Improbabile, ma staremo a vedere.

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Fabio Deotto