Dimenticate l’LTE, la vera rivoluzione sarà il 5G
Justin Swan, Flickr
Tecnologia

Dimenticate l’LTE, la vera rivoluzione sarà il 5G

Al CES di Las Vegas Ericsson mette le mani avanti spiegando come il successore del 4G non sarà solo più veloce ma anche più intelligente

La gran parte degli operatori mondiali sta ancora adattando le proprie reti al 4G, meglio conosciuto come LTE mentre c’è chi guarda già al futuro, immaginando la vita con il 5G. Si tratta di Ericsson il cui amministratore delegato, Hans Vestberg, ha spiegato al Consumer Electronic Show di Las Vegas le novità che verranno introdotte con il nuovo sistema. Vestberg ha condiviso la sua visione del 5G parlando di una rete  in grado non solo di farci viaggiare con computer, smartphone e tablet, ad una velocità superiore ma anche di gestire meglio le risorse, assegnando le varie corsie disponibili agli oggetti che ne hanno più bisogno durante i diversi momenti della giornata.

Tanti dispositivi, un solo web

Facciamo un esempio. Ad oggi, utilizzando una connessione 3G o 4G condivisa dal telefono, dal tablet o da un router mobile, tutti gli oggetti connessi occupano la stessa larghezza di banda quando sono attivi. Questo vuol dire che se ho a disposizione un numero definito di slot per ogni dispositivo che “offre” la connessione non è possibile assegnarne altri, anche quando uno dei prescelti non sta sfruttando la rete.

Un panorama che, non solo secondo Ericsson, appartiene al passato. Con l’arrivo di tanti oggetti connessi alla rete all’interno del cosiddetto “Internet delle Cose”, ognuno avrà necessità di trovare il proprio posto nel mondo digitale, utilizzando il Wi-Fi di casa ma anche una connessione esterna. Nel caso di prodotti che non hanno una scheda Sim il problema è ancora più evidente: se utilizzo lo smartphone per far connettere ad internet l’orologio, il bracciale per il fitness e il tablet, potrei non avere spazio per agganciare anche gli  occhialini o altri gadget.

I vantaggi di una rete “smart”

La soluzione è a portata di mano: “Assisteremo alla più grande trasformazione tecnologica” – ha detto ieri Hans Vestberg da l palco di uno dei keynote tenuti al CES 2015. Nel concreto il CEO ha illustrato una delle possibili applicazioni della rete 5G. Quando una persona entra in auto, portando con sé vari dispositivi connessi ad un’unica rete, il network 5G capirà quale di essi ha bisogno di maggiore velocità lasciando che altri si accontentino di una banda minore, soprattutto quando lo scopo è solo quello di inviare notifiche. Nel caso di oggetti in grado di connettersi indipendentemente alla rete, il 5G potrà scegliere la velocità da assegnare ad ognuno tenendo conto di alcuni parametri, come il livello di batteria residua, così da preservare l’autonomia e allungarne la durata.

Net neutrality

La rinnovata intelligenza del 5G non servirà solo in casi specifici ma anche globalmente: la capacità di gestire performance e latenze diverse permetterà di migliorare la qualità e la stabilità della rete, liberando  velocità maggiori solo se necessario. Questo non vuol dire fare a meno di ciò che chiamiamo “neutralità della rete”. Tutti avranno l’opportunità di accedere allo stesso modo ai servizi 5G pagando di volta in volta il costo degli abbonamenti definiti dagli operatori. La possibilità di usufruire delle velocità maggiori dipenderà dal dispositivo e dalle operazioni (ad esempio guardare un film in streaming in Full HD) e non dall’esborso di ulteriori tasse per avere accesso a corsie preferenziali.

Quando le vedremo

Entro il 2020 circa l’85% del mondo sarà connesso in 3G, mentre il 60% avrà anche la possibilità di viaggiare in 4G. Prima di allora difficilmente vedremo muoversi qualcosa perché gli operatori dovranno adeguare le loro infrastrutture almeno alla terza generazione prima di poter saltare alla quinta. Un passaggio che non sarà per nulla indolore visto che bisognerà sostenere i costi di aggiornamento delle infrastrutture. Ma bisognerà far presto: i gadget che ci portiamo dietro, affamati di internet, ci chiedono sempre di più.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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