Copyright, isoHunt bloccato in Italia
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Copyright, isoHunt bloccato in Italia

Lo stop dopo un esposto di FIMI: ma fermare il filesharing resta difficile

Da un paio di giorni è bloccato nel nostro paese l'accesso a isoHunt.com, uno dei maggiori motori di ricerca per torrent su Internet.

Non si tratta di problemi tecnici - come quelli che avevano colpito il sito neppure un mese addietro - ma di un provvedimento del GIP del Tribunale di Milano. Il provvedimento, secondo l'elenco presente nel sito "Osservatorio sulla censura di Internet in Italia" riguarda anche i meno noti Lascena.net e dendi86download.com, peraltro inattivi già dallo scorso maggio.

Dlla FIMI abbiamo appreso che la federazione di discografici qualche mese fa ha effettivamente presentato un esposto che riguardava isoHunt. Ma la FIMI stessa ha appreso dalla Rete che l'autorità avrebbe attuato il provvedimento di cui sopra. Per cui, al momento non è stato ancora diffuso alcun comunicato ufficiale.

Un messaggio apparso nel Facebook di isoHunt un paio di giorni fa receita come segue: "Pare che gli ISP italiani abbiano cominciato a bloccare isoHunt, probabilmente per ordine di qualche tribunale. Oltre ai proxy, consigliamo BTGuard per bypassare questo tipo di blocchi o limitazioni di traffico"; e di seguito, una lunga serie di commenti, alcuni dei quali suggeriscono siti e programmi per aggirare blocchi di questo tipo, da Immunicity a Unlocktorrent fino al vecchissimo e tuttora attivo Anonymouse.

Le alternative quanto a motori di ricerca torrent - senza l'utilizzo di proxy e altri stratagemmi del genere - non mancano: torrentz.eu e 1337x.org sembrano essere tra i più gettonati, al momento. Entrambi vedono la presenza di link pubblicitari e più o meno fuorvianti (alcuni dei quali tentano di installare eseguibili di dubbia provenienza) ma sono comunque ancora ricchi di torrent veri e propri.
In altre parole, giuste le rimostranze dei titolari di copyright, ma fermare questo flusso appare difficile: sia perché i blocchi sono aggirabili, sia perché continuano ad esistere parecchie fonti alternative.

Qualcosa però potrebbe cambiare anche da noi: in campo musicale, un'alternativa legale al p2p selvaggio come Spotify ha già dato i suoi frutti in altri paesi ; tutto lascia pensare che anche da noi questo tipo di servizio possa cambiare le abitudini degli utenti della Rete. E forse, sarebbe il momento buono per cominciare a pensare a una versione nostrana di Hulu o a qualche servizio analogo per contribuire a debellare la pirateria legata a film e serial tv...

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nicolabattista