Bitcoin, è boom di app per iPhone, iPad e Android
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Tecnologia

Bitcoin, è boom di app per iPhone, iPad e Android

Sono già centinaia i programmini per tenere sotto controllo e spendere ovunque la moneta virtuale

Sulla costola italiana di iTunes i risultati sono già 114; sul negozio digitale di Android, generalmente di maglie più larghe rispetto ai serrati controlli della Apple, si superano di gran lunga i 200. Nemmeno Windows Phone fa eccezione, ignora la tendenza: la scelta è ampia, viaggia intorno alle 50 alternative. È la prova che il fenomeno dei bitcoin è uscito dai confini di mouse e tastiera, sta contagiando, e invadendo, anche i negozi di app per telefonini e tablet.

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Ci sono programmini tascabili per seguire minuto dopo minuto le quotazioni del denaro hi-tech, di questi tempi in generosa ascesa, salvo qualche scivolone improvviso dovuto ai malumori di una potenza economica (vedi Pechino ); altri per controllare se il proprio pc ha contribuito a coniare nuove monete, con annessa ricompensa per chi ha messo a disposizione la propria rete alla community (il cosiddetto mining ). Soprattutto, ci sono tante app per spenderli, ovunque ci si trovi. Per trasformare il proprio borsellino elettronico in un autentico portafogli, da usare nel mondo reale al posto di contanti e carte di credito. A patto, certo, che l’esercente accetti pagamenti in questa valuta.    

Negli Stati Uniti sta avendo grande successo Gliph. Disponibile anche nel nostro Paese per telefonini e tavolette con sistema operativo Android, di base è un’applicazione che consente di spedire messaggi sicuri e gratuiti ad altri iscritti. Ma, tra le caratteristiche accessorie, c’è la possibilità di collegare il proprio account di Coinbase.com, un servizio con sede nel centro di San Francisco che ha già quasi 600 mila clienti in tutto il mondo, aggrega 16 mila esercenti, virtuali e non, e dà la possibilità di acquistare, usare e accettare bitcoin garantendo, questa almeno è la promessa dei gestori, livelli di sicurezza degni di una banca. Dando la possibilità a persone comuni, grazie all'alleanza con il programmino per dispositivi mobili, di pagare un caffè, un paio di scarpe, un conto al ristorante, semplicemente toccando lo schermo dello smartphone.

Il valore galoppante dei bitcoin potrà anche essere «una bolla» destinata a sgonfiarsi presto o tardi, stando alle parole usate in questi giorni dall’ex presidente della Fed, Alan Greenspan, ma quotazioni da capogiro a parte, la vera differenza, la capacità di avere successo del denaro hi-tech, la farà la forza di diventare di uso comune, abitudine quotidiana per i consumatori e non scommessa per speculatori professionisti o improvvisati. E il proliferare di applicazioni sembra proprio puntare proprio in questa direzione.

Altro programma di successo è BitcoinViewer, disponibile per iPhone e aggiornato da pochi giorni per essere compatibile con iOS 7, il nuovo sistema operativo mobile della mela. Funziona come una sorta di estratto conto, dà modo in ogni momento, dal proprio dispositivo, di tenere sotto controllo il saldo di bitcoin disponibile sul proprio portafogli e l’elenco degli ultimi movimenti. Un ottimo strumento per monitorare le proprie spese, ma anche per accorgersi di eventuali anomalie, visto che al momento il principale ostacolo, la criticità numero uno che sbarra la strada alla diffusione di questo sistema di pagamento è la sua relativa sicurezza, alla luce dei continui attacchi, con annessi furti milionari, da parte degli hacker .

Il che, comunque, non sembra frenare più di tanto il fenomeno. «Abbiamo raddoppiato il volume delle transazioni da agosto a ottobre e, prima di Natale, sembra che lo raddoppieremo ancora» ha detto all’agenzia Bloomberg Tony Gallippi, il ceo di BitPay, applicazione che consente di pagare con lo smartphone nei negozi che accettano bitcoin. La commissione per gli esercenti è dell’1 per cento dell’importo totale, ma si azzera sottoscrivendo abbonamenti mensili che partono da 30 dollari al mese. Meno di quanto chiedono tanti circuiti di carte di credito. Un vantaggio non da poco, che rende conveniente scommettere forte, o almeno concedere una possibilità, al denaro virtuale.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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