Avaxhome, quando l'oscuramento non limita la libertà su Internet
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Avaxhome, quando l'oscuramento non limita la libertà su Internet

Come ogni attività, anche l’industria editoriale ha bisogno di un pubblico pagante per migliorare la qualità dei propri contenuti. E investire in nuove piattaforme tecnologiche. Alla Social Media Week di Milano gli avvocati del diritto digitale ci spiegano perché tutti hanno da guadagnare dalla protezione del diritto d’autore. A cominciare dagli utenti

Un ristorante gratuito? Sarebbe probabilmente un successo. Peccato che nel mondo reale non lo vedrete mai. Lo spiega senza troppi giri di parole lo scrittore di fantascienza Robert A. Heinlein, con un acronimo impronunciabile – TANSTAAFL – che sta per "There ain't no such thing as a free lunch", ovvero nessuno ti dà da mangiare in cambio di niente.

Questione di sopravvivenza: non esiste attività che sia in grado di sostenersi senza generare profitto. Nel mondo digitale, però, c’è chi pensa che questo principio possa essere sovvertito. Intervenendo alla recente Social Media Week di Milano, Gualtiero Dragotti, partner del dipartimento Intellectual Property and Technology dello studio DLA Pipe, ha voluto fare luce sui motivi che portano molti utenti a considerare le leggi anti-pirateria come una limitazione alla libertà su Internet.

SITO OSCURATO? UTENTE (E PROVIDER) ARRABBIATO
Dragotti si è soffermato in modo particolare sulla vicenda Avaxhome , l’edicola pirata che nelle scorse settimane è stata oscurata dalle autorità italiane, a suo dire un caso piuttosto emblematico dell’idiosincrasia di una certa frangia di utenti nei confronti dei provvedimenti a tutela del diritto d’autore.

“Dopo che le autorità hanno ordinato ai provider di oscurare il sito per via di un reato di ricettazione”, ha spiegato il legale, “la reazione della Rete è stata perlopiù critica, come dimostra tra l’altro l’alto numero di topic con suggerimenti per aggirare la misura. La cosa più singolare è che fra gli oppositori ci siano stati anche gli operatori, che in alcuni casi (Infotech, ndr) hanno deciso di impugnare la sentenza".

Ma da dove nasce questa ostilità? "Tutto - spiega Dragotti - ha origine da una malintesa equiparazione fra gratuità dei contenuti e libertà su internet. L’utenza spesso non comprende che attività pirata come quelle perpetrate da Avaxhome vanno a incidere su tutta la filiera della distribuzione dei contenuti, compromettendo la qualità degli stessi e tutte le evoluzioni tecnologiche che possono derivare da una corretta fruizione del bene". Se oggi leggiamo senza pagare, insomma, domani ci ritroveremo con sempre meno giornali e per di più di scarsa qualità.

LEGGI OBSOLETE
Si tratta di un tema già piuttosto dibattuto, soprattutto in campo musicale laddove le battaglie fra piattaforme pirata di distribuzione di contenuti gratuite e detentori di diritti d’autore sono in uno stadio più avanzato. “Prima abbiamo assistito al fenomeno Napster e alla diffusione gratuita di delle tracce gratuite ma è solo dopo che certi soggetti sono stati messi ai margini che il mercato ha potuto trovare i mezzi per offrire contenuti sicuri e di qualità ed effettuare nuovi investimenti in piattaforma innovative, si pensi ad esempio ad iTunes o Spotify".

Di certo le leggi italiane, che in materia di protezione del copyright risalgono in buona parte a normative ante-guerra - non facilitano la situazione. "Il problema – spiega Giovanna Bagnardi, avvocato specializzato in tutela del design, diritto d’autore e nuove tecnologie - è che il diritto d’autore è sempre più volatile. Questo anche in considerazione del fatto che il supporto fisico contenente i file digitali (come ad esempio il dvd) sta scomparendo. In condizioni come queste si fa spesso fatica ad applicare il diritto. Sappiamo di certo, però, che acquistare un file digitale non ci autorizza a farne copie e condividerle liberamente; l’autore può cedere i diritti a un terzo con un contratto, ma il divieto di distribuzione è chiaro".

Insomma nell’attesa che la legislazione assuma contorni più chiari, netti e precisi, l’utente sa, o comunque dovrebbe sapere come comportarsi. Il condizionale è d’obbligo perché in vero per molti Internet rimane ancora un gran bel ristorante dove tutto può essere consumato a sbafo.

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