9 consigli per proteggere i nostri figli su internet
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Tecnologia

9 consigli per proteggere i nostri figli su internet

Tra cyberbullismo e tentativi di adescamento, i pericoli non mancano e arrivano da pc e smartphone. Ecco alcuni suggerimenti per difendere i più piccoli

Il catalogo delle minacce è ampio e ormai abbastanza noto. C’è il cyberbullismo, ovvero gli attacchi da cortile, aule e bagni della scuola trasferiti nei territori meno sorvegliabili del web. Passa da schiaffi di messaggi molesti, post sui social network con intimidazioni, calunnie e immagini imbarazzanti. Ci sono adulti in agguato con cattive intenzioni, che adescano i minori per una foto, un video o qualcosa di più. Di meno virtuale. Demonizzare il mezzo, vietarne l’uso in partenza, è però una strategia sbagliata. Perdente in partenza. Specie ora che tra smartphone, tavolette e pc le vie d’accesso alla rete, al suo lato buono e a quello oscuro, si moltiplicano.

«Fin dalla scuola elementare i bambini vengono abituati a usare computer e tablet per aiutarsi nello studio, ma è necessario che i genitori spieghino ai figli come comportarsi online e monitorino quali siti vengono visitati. È consigliabile che installino software di parental control in quanto i più piccoli spesso utilizzano dispositivi connessi a internet chiusi nelle loro stanze o fuori casa, dove è difficile controllarli» commenta Morten Lehn, managing director di Kaspersky Lab Italia, colosso della sicurezza informatica che ha elaborato nove suggerimenti, non solo tecnologici, per proteggere i nostri figli dai pericoli della rete, senza sprecare le opportunità che offre. Eccoli.

STUDIARE IL MEZZO

Non si può pensare di proteggere i propri figli da una tecnologia di cui non si conoscono potenziale, funzionalità e meccanismi. La prima regola, davvero aurea, è prendere consapevolezza di come funzionano computer, smartphone e tablet. Sforzarsi a vincere, se ci sono, le proprie reticenze di fronte all’hi-tech. Solo così si potrà navigare al meglio assieme ai bambini e trasmettere loro il senso e i benefici dei comportamenti adeguati.

INVITARE AL DIALOGO

Non farli mai sentire in colpa se finiscono su un sito da cui dovrebbero tenersi alla larga o si imbattono in qualcosa che sarebbe stato meglio non vedere. Per quanto accurate siano le vostre cautele, internet è un pozzo troppo ampio. Ben illuminato, ma con tanti angoli bui. Se condividono con voi quello che hanno visto di strano o imbarazzante, potrete meglio e più in fretta correre ai ripari e aggiustare il tiro.

FISSARE REGOLE PRECISE

Pc e dispositivi mobili sono perfetti per studiare e divertenti per giocare, guardare un film o un cartone animato. Ma come succedeva in passato per la tv, devono essere utilizzati per un periodo di tempo predefinito. Limitato. Chiarire subito a quanto ammonta questo tempo e quali saranno le conseguenze in caso di una trasgressione.

PARTIRE DALLA PRIVACY

Non è chiarissimo a noi, inguaribili esibizionisti da social network, figuriamoci se può esserlo a chi sta giusto iniziando il suo sviluppo fisico e mentale. Spiegare il concetto di spazio personale, di ciò che è giusto e sbagliato condividere con gli altri in rete, è fondamentale. Funziona la vecchia metafora, logora ma efficace: «Non daresti mai le chiavi di casa a uno sconosciuto».

INSEGNARE PERICOLI ED EDUCAZIONE

Conoscere i propri possibili nemici e la comunità con cui ci si dovrà relazionare sul web, è cruciale. I genitori devono elencare nel modo più chiaro e semplice possibile quanto di brutto può capitare in rete e che conseguenze spiacevoli potrebbe generare. Non c’è bisogno di esagerare, la realtà contempla parecchie derive. Allo stesso tempo occorre sottolineare che le stesse regole di cortesia, rispetto e gentilezza del mondo reale si applicano on line.

RIDURRE I RISCHI

Formula banale, è vero, ma con un approdo sensato. Non date ai bambini un pc tutto per loro, ma usatene uno soltanto per tutta la famiglia posizionandolo in un angolo ben visibile della casa. L’occhio umano arriva quando i software per il filtraggio dei contenuti poco adatti ai minori non sono efficaci fino in fondo.

FILTRARE IL TRAFFICO

Creare un elenco di siti consentiti, soprattutto se il bimbo è molto piccolo, o applicare restrizioni all’accesso di giochi, social network, sistemi di messaggistica istantanea, non richiede doti da ingegnere informatico. Si sprecano le proposte di software che fanno tutto in automatico, tarando il livello di protezione in base all’età del minore. La stessa Kaspersky ne ha uno «Total security – Multi-Device», che funziona su più dispositivi e integra un parental control.

IL CELLULARE CONTA DOPPIO

Proteggere il computer è solo il primo passo, anzi sarebbe illusorio ritenere che con i filtri giusti si sia risolto il problema. Gli smartphone e i tablet offrono velocissimi accessi al web, hanno fotocamere e videocamere che possono produrre molti più contenuti e con una versatilità maggiore di quanto possa fare un notebook e un pc da scrivania. Software ad hoc a parte, di nuovo ritorna il buon senso: per esempio, tenere tutti i dispositivi mobili nella stessa stanza per evitare che i bambini li usino a tarda sera o di notte, quando sono poco controllati.

MANTENERE IL CONTATTO

Applicare fino in fondo gli otto consigli precedenti è un ottimo primo passo. Ma non è sufficiente. La strategia principale rimane l’ascolto, l’attenzione ai campanelli d’allarme come lo scarso desiderio di andare a scuola, la mancanza d’appetito, gli incubi notturni, l’irritabilità, il rifiuto di parlare. Ovvio che il web potrebbe non c’entrare nulla, ma a prescindere dalla causa, a ogni buon genitore interesserà conoscere e rimuovere l’effetto.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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