Il cellulare aziendale sta passando di moda
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Il cellulare aziendale sta passando di moda

La tendenza si chiama BYOD, Bring Your Own Device. È la nuova strategia di società pubbliche e private, che incoraggiano manager e dipendenti a usare i loro dispositivi personali anche per lavoro. Con tanti vantaggi, su tutti la possibilità di non essere legati alla scrivania. Panorama.it ha analizzato il fenomeno con Marco Pasculli di Alcatel-Lucent

Presto dalle tasche di manager, dipendenti pubblici e privati potrebbero sparire per sempre i cellulari aziendali. C’è infatti una tendenza che sta prendendo piede: si chiama «BYOD», abbreviazione di «Bring Your Own Device». «Consiste nell’utilizzo di smartphone e tablet personali nell’ambito professionale. Il 50% delle aziende medio-grandi in Italia ha accettato questa novità e una buona percentuale prevede di adottarla a breve» spiega Marco Pasculli, regional director per i Paesi del Centro Mediterraneo di Alcatel-Lucent, società leader nelle tecnologie e nei servizi di comunicazione e networking e partner consolidato di aziende e pubbliche amministrazioni di tutto il mondo.

Pasculli, può venire definitivamente meno la distinzione tra dispositivi personali e professionali?
Attualmente affermare che la distinzione tra dispositivi personali e professionali è venuta meno è prematuro, ma di sicuro esistono le prerogative e la predisposizione da parte di aziende e dipendenti a utilizzare un unico dispositivo per motivi privati e professionali. Questa visione è stata confermata dai risultati di una recente ricerca effettuata dall’Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano nella quale è stato evidenziato che il 56% delle aziende permette l’utilizzo di tablet e altri dispositivi portatili personali, il 12% vorrebbe integrare l’uso di questi dispositivi in azienda nel breve periodo e il 25% nel medio e lungo. Quelle che non considerano questo approccio lo fanno perché “rallentate” dalla mancanza di un’infrastruttura di rete adeguata a supportare nuovi apparati mobili, dal timore della perdita dei dati o perché indecisi sulla tecnologia che risponda al meglio ai loro bisogni.

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Da questa fusione, quali vantaggi possono trarre le aziende? E gli utenti singoli?
All’interno di un ecosistema aziendale il primo vantaggio è sicuramente economico. Tale fusione comporta infatti una riduzione del consumo energetico e dell’acquisto di hardware, migliora la produttività dei dipendenti e garantisce velocità dei processi. L’utente ha la possibilità di lavorare da qualsiasi luogo, senza necessariamente stare seduto alla scrivania, utilizzando un dispositivo che conosce e senza dovere apprendere particolari nozioni tecniche.

Qual è lo stato dell’arte della tecnologia al momento?
Gli strumenti di comunicazione sono in continua evoluzione e le innovazioni tecnologiche disponibili agevolano il lavoro “on-the-go”, che è diventato uno stile di vita. Noi abbiamo investito in questa direzione e il mercato ci ha premiati. A giugno abbiamo lanciato la soluzione «OpenTouch Conversation» che consente l’utilizzo dell’iPad come strumento di comunicazione multimediale professionale all’interno del contesto aziendale. Grazie a questa e ad altre soluzioni, Alcatel-Lucent Enterprise offre ai propri dipendenti la libertà di fare una telefonata dal telefono dell’ufficio, trasformare poi la conversazione in una videoconferenza su PC o tablet e di concluderla sul cellulare senza interruzioni. L’iPhone diventa insomma un’estensione del telefono fisso in grado di connettersi alla directory aziendale, di avere un unico numero di telefono, di avviare una videoconferenza e di utilizzare i servizi aziendali sul dispositivo.

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Quali garanzie specifiche ci sono sulla riservatezza dei dati aziendali?
Le aziende vedono nel BYOD un pericolo per la riservatezza dei dati sensibili, ma vogliamo rassicurarle: esistono soluzioni di gestione delle reti che permettono un attento controllo degli accessi in funzione della profilazione dell’utente e verificano inoltre le attività svolte dai dipendenti della loro azienda.

E quali garanzie hanno i dipendenti sul fatto che le aziende non potranno mai accedere ai loro dati personali?
La configurazione di un tablet e di uno smartphone permette la completa separazione tra ambiente professionale e personale ed è esclusivamente il proprietario a decidere cosa condividere o meno.

Ci sono aziende che stanno già tentando queste esperienze? E con quali risultati?
Ce ne sono parecchie. I commenti più diffusi sono quelli dei dipendenti e sono tendenzialmente molto positivi. Vengono evidenziati i vantaggi dello strumento unico e della relativa portabilità che permette una costante connessione; l’immediatezza e la facilità di utilizzare le medesime applicazioni e la semplicità nel trasformare il proprio device da professionale a ludico e viceversa mantenendo separati i profili di utilizzo.

Twitter: @marmorello

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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