Con il grafene guarderemo attraverso muri e vestiti
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Tecnologia

Con il grafene guarderemo attraverso muri e vestiti

Alcuni ricercatori dell’università del Maryland hanno sviluppato un sensore con queste doti integrabile in un paio di occhiali

Erano la regola, una ventina abbondante d’anni fa: singole o doppie pagine pubblicitarie stampate in fondo a vecchie riviste. Vendevano prodotti spacciati per prodigiosi: amplificatori da taschino per ascoltare indisturbati le conversazioni dei vicini, giacigli per animali, cuscini per regalarsi sonni da bebé vincendo insonnie incallite. Ma la tentazione più irresistibile per ragazzi curiosi e adulti con uno spiccato animo da voyeur, quella in verità meglio in mostra, era una montatura robusta, abbastanza posticcia, che una volta indossata avrebbe tolto il velo all’inconfessabile proibito: avrebbe fatto sbirciare attraverso i muri e, anche, attraverso i vestiti di procaci e inconsapevoli passanti, colleghe, compagne di scuola.

Era una burla, un giocattolo, una trappola per ingenui, visto peraltro il costo irrisorio a cui era proposta. Ma oggi, o comunque a breve, la tecnologia potrebbe trasformare questa fantasia in un dispositivo indossabile da mettere sul naso. Insomma, via, in un paio di occhiali utilissimi per scopi militari e medici, in ogni caso ammazza privacy. Il merito è del solito grafene, materiale dei miracoli di cui a quanto pare non si finiscono di scoprire e declinare le potenzialità. Renderà spettacolari i nostri smartphone, allungherà a dismisura la durata delle batterie dei gadget hi-tech e schiuderà tutta un’altra serie di meraviglie che, se non le conoscete ancora, potete leggere qui .

Inoltre, è questa la notizia, può essere usato per costruire un sensore che rileva i raggi T a temperatura ambiente. Avete letto bene: i raggi T hanno proprietà molto simili a quelle dei ben più noti X, usati per le radiografie dal medico come negli aeroporti, sono parecchio meno nocivi, ma per funzionare hanno bisogno di un ambiente in cui la temperatura è bassa. Bassissima. Più che polare. Condizione facile da riprodurre in laboratorio, impensabile o ardua nello studio di un dottore o in uno scalo affollato. Ecco, alcuni ricercatori dell’università del Maryland hanno aggirato il problema costruendo un sensore al grafene che funziona a temperatura ambiente. Tascabile, anzi talmente piccolo da poter essere montato su un paio di occhiali che, in un attimo, danno modo a chi li porta di sbirciare attraverso qualsiasi materiale, cemento incluso, corpo umano incluso.

In una fase iniziale è presumibile che troverà ampia applicazione in campo militare, dando ai soldati la possibilità, cruciale in determinate circostanze, di sapere se ci sono nemici o comunque presenze nelle stanze vicine dell’edificio che stanno perlustrando. Altra estensione è appunto quella medicale o nel trasporto aereo, proprio al fine di sottoporre l’organismo alla minore quantità di radiazioni nocive possibili.

Non è chiaro quanto il sensore potrà costare, di sicuro almeno all’inizio non sarà disponibile su larga scala e non sarà per tutti. Il che non esclude che qualche facoltoso eccentrico possa decidere di farsi confezionare una montatura su misura per guardare dentro, in un senso mai così letterale, le persone che gli passano accanto.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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