Ecco perché Google non vuole produrre robot militari
Shaft/Google
Tecnologia

Ecco perché Google non vuole produrre robot militari

Il colosso di Mountain View ha deciso di rifiutare i finanziamenti dell'agenzia militare DARPA. Una mossa volta a mettere in chiaro che Google vuole produrre robot unicamente per scopi commerciali

Prendi un film, un film di fantascienza qualsiasi girato negli anni ’80 o ’90, se ci sono di mezzo dei robotumanoidi è assai probabile che a finanziarli ci sia un governo, il più delle volte quello americano, e puntualmente la cosa sfugge di mano, i robot che avrebbero dovuto salvaguardare la popolazione finiscono per falcidiarla senza pietà.

Fino agli anni '90 il canovaccio era questo. Poi sono arrivati gli anni duemila, i magnati dell’hi-tech, gli Elon Musk e i Dmitry Itskov , e nei film ha cominciato a imporsi la figura del miliardario con l’urgenza di cambiare il mondo (in meglio o in peggio, a seconda). La differenza, tra le storie in cui i robot sono finanziati da un governo e quelle in cui sono “allevati” da un magnate, è che nelle seconde, a volte, l’intenzione iniziale è del tutto filantropica.

Quando, lo scorso dicembre, Google ha annunciato di aver rilevato un ventaglio di società specializzate in robotica e intelligenze artificiali, in molti hanno cominciato a immaginarsi un futuro in cui l’uomo verrà liberato dal giogo del lavoro e gli androidi saranno i servitoriperfetti. Alcuni però si sono concentrati sul fatto che, tra le aziende rilevate da Google, ne figuravano alcune, come la Boston Dynamics e la Shaft, che sono intimamente legate all’agenzia militare statunitense DARPA.

Questi ultimi possono tirare un sospiro di sollievo perché, giusto in questi giorni, Google ha annunciato di non intendere ricevere un solo centesimo di finanziamento dall’agenzia americana.

Le cose sono andate così: la DARPA gestisce un’importante competizione, la Darpa Robotic Challenge, che assegna 2 milioni di dollari alla compagnia che riesce a far superare a un determinato robot (proprietario o fornito dagli organizzatori) una serie di prove sul campo (salire una scala, azionare una manovella, sfondare un muro, guidare un’auto etc.). Uno dei robot messi a disposizione dalla DARPA per questa competizione è ATLAS , prodotto dalla Boston Dynamics (azienda rilevata da Google). Non solo, uno dei team in gara, quello della giapponese Shaft (ora proprietà di Google), è il favorito per il premio e avrebbe dovuto ricevere 2,6 milioni di dollari di finanziamento dalla DARPA in vista della sua partecipazione alla competizione.

Ora, DARPA ha annunciato che Shaft intende rinunciare al finanziamento e parteciperà all’evento utilizzando fondi privati, consentendo così a DARPA di riutilizzare quei fondi per finanziare le startup che ne hanno veramente bisogno.

Quello che potrebbe apparire come un gesto sportivo, da parte di Google, cela in realtà una dichiarazione di intenti. In questo modo, Larry Page e soci fanno sapere al mondo che, anche se hanno in mano alcune tra le aziende più forti nel campo della robotica militare, Google intende ridurre al minimo ogni genere di rapporto con il Pentagono, e i suoi futuri robot antropomorfi avranno uno scopo prettamente commerciale o civile.

Un passo di lato che tranquillizzerà le anime più inquiete, ma fino a un certo punto. Dopotutto, Google è sul podio delle aziende più danarose in circolazione, e inoltre è quella che vanta il deposito più sostanzioso di dati sensibili sugli utenti. Se un giorno decidesse davvero di dare vita a un proto-Skynet, sarebbe in una posizione avvantaggiata rispetto a molti altri.

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Fabio Deotto