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Tecnologia

FCA e Google per l'auto senza pilota: 8 cose da sapere

Ecco come sarà la nuova versione autonoma del minivan Pacifica, pieno di sensori e dotato di intelligenza artificiale

Forse è presto per capire quando potremmo sederci dal lato guidatore e lasciare che l’intelligenza artificiale a bordo dell’auto ci porti in giro, ma almeno il futuro è più vicino. Stando ad un’indiscrezione del Wall Street Journal della scorsa settimana, Fiat Chrysler Automobiles e Google avrebbero raggiunto un accordo per stipulare una partnership tecnologica per la realizzazione della prima vettura commerciale senza pilota, da anni in cantiere a Mountain View.

La notizia era nell’aria da tempo. Difficilmente Google avrebbe potuto sostenere da sola i costi e la velocità di produzione di un veicolo del genere, senza il supporto di un gigante del settore automotive. Seppur la vettura oggetto delle voci dovrebbe essere un mezzo alla portata di tutti (si parla di un minivan Pacifica), la strategia inziale potrebbe seguire quella tanto cara a Tesla: una realizzazione di pochi modelli alla volta, la maggior parte dei quali a seguito di un’ordinazione. Sarebbe questo il piano durante una prima fase, che precederà una vendita libera e globale a tempi maturi, il che vorrebbe dire quando anche altri nomi avranno potuto immettere sul mercato la loro idea di veicolo autonomo. Freccia a destra per capire qualcosa in più sulla Google Car by Chrysler.

Accordo non esclusivo

Le fonti citate dal WSJ spiegano che l’accordo tra FCA e Google è molto più che probabile (tanto che è atteso un annuncio a breve) ma non esclusivo. La divisione di Alphabet lascerebbe dunque le porte aperte per declinare l’auto senza pilota in tante versioni differenti: berlina, sportiva, coupé, ecc…

Marchionne lo aveva detto

Sergio MarchionneSergio MarchionneAndrew Burton/Getty Images

Il 30 marzo di quest’anno, Sergio Marchionne aveva confermato le voci circa una ricerca, da parte di FCA, di una serie di partner estranei al mondo dell’automobile. Si era parlato di Apple e della stessa Google, le sole due big in grado di dare quella spinta tecnologica necessaria a produrre un veicolo futuristico ma concretamente fondato sul presente. L’indiscrezione delle ultime ore non fa che confermare quanto diffuso un mese fa.

La base è Pacifica

FCA PacificaAnsa

Il design della Google Car non sarà una novità ma si baserà sul modello di minivan Pacifica presentato all’ultimo salone dell’auto di Detroit. Lo scheletro rimarrà dunque lo stesso che abbiamo scoperto a gennaio ma sotto la scocca ci sarà un cervello informatico completo, sviluppato dagli ingegneri di Google. Verranno prima realizzato una decina di modelli e solo a seguito di test e verifiche sul campo, ci sarà la commercializzazione di un centinaio di vetture. 

Come un cellulare

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La partnership tra FCA e Google è simile a quella che da anni intercorre tra Big G e i produttori di telefonia mobile come Samsung, LG, HTC, Sony e così via. I big dell’hi-tech studiano la forma e le caratteristiche del terminale, contattano i singoli fornitori (CPU, scheda grafica, RAM, memoria, batteria) e installano il sistema operativo fornito dalla divisione Android di Mountain View. Lo stesso accadrà per la Google Car by Chrysler, assemblata in maniera classica nelle sue componenti ma dotata di un sistema operativo avanzato, magari con un’interfaccia simile a Lollipop o Marshmallow.

Come è fatta una Google Car

Google

Esteticamente sembra un veicolo qualunque, e anche Pacifica rispecchierà il modello ibrido attuale, ma sotto lo chassis c’è tutta una tecnologia in grado di rendere senziente l’automobile. A livello hardware, il veicolo è dotato di sensori che analizzano costantemente quello che succede intorno. È come avere decine di occhi pronti a scorgere il più piccolo dettaglio in strada, non solo sul percorso che si sta seguendo.

Sul marciapiede un bambino gioca con il pallone? La Google Car lo vede e ne memorizza i movimenti. Un’auto all’incrocio sembra sfrecciare fregandosene del semaforo rosso? La macchina su cui viaggiamo decelera, rispondendo in maniera migliore di quanto avrebbe fatto un essere umano (che magari avrebbe accelerato per passare prima).

Classificazione in tempo reale

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I sensori a bordo non solo archiviano ciò che vedono, ma costruiscono anche una classificazione degli eventi prioritari scoperti. Alla base vi è un software di calcolo che divide oggetti e persone per forme, dimensioni e velocità di movimento, così da capire quale potrebbe rappresentare un pericolo per la guida.

Tecnologia predittiva

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Non solo hardware e parti meccaniche quindi ma un ecosistema strettamente connesso e interdipendente. Punto focale dell’intelligenza artificiale della Google Car è la possibilità di predire gli eventi che potrebbero succedere ad ogni metro solcato on the road. In questo modo può capire quanto ci metterà un ciclista ad attraversare l’incrocio anche a semaforo giallo. Questo eviterà incidenti dovuti al movimento dell’auto allo scattare del verde. Si tratta della differenza principale tra tecnologia automatica e senziente.

Parlare con l'auto

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Google non ha ancora mostrato una demo di come sarà il computer di bordo del suo mezzo (a differenza della forma esteriore, simile ad uno scatolotto ovale) ma c’è da immaginare che ci troveremo dinanzi ad un vero touchscreen completo di tutte le informazioni necessarie alla guida, e non solo. Informazioni sul traffico, meteo, eventi nelle vicinanze e, ovviamente, diagnostica di bordo, rappresenteranno il centro di controllo a disposizione dell’utente. E non mancherà la possibilità di parlare con il veicolo, sfruttando l’algoritmo di riconoscimento e ricerca di Google, già in uso sugli smartphone.

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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