Amazon, i droni e quel genio di Jeff Bezos
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Economia

Amazon, i droni e quel genio di Jeff Bezos

L'imprenditore non finisce mai di stupire. Tra idee di business e ottime strategie di marketing

Non ci sono dubbi. Mr Amazon, al secolo Jeffrey Preston Bezos, è un uomo proiettato nel futuro. Tutte le sue idee, i suoi progetti e le sue realizzazioni lo dimostrano. E Prime Air è soltanto l’ultima conferma. Se FAA (Federal Aviation Administration), l’ente statunitense che si occupa del traffico aereo, darà la sua approvazione, Bezos utilizzerà dei droni, ossia microelicotteri comandati da terra, per trasportare piccoli carichi.

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Dopo aver riscritto le regole del business, l’uomo che ha fatto dell’e-commerce il fenomeno economico di fine millennio adesso scrive un nuovo capitolo anche in termini di trasporti. I suoi droni saranno l’evoluzione del pony express, andando a consegnare a domicilio, in circa trenta minuti dall’ordine on line, la merce che è stata richiesta ai 96 centri di smistamento Amazon. Una rivoluzione (o forse una grande, grandissima idea di marketing). Che secondo i piani del fondatore dovrebbe partire nel giro di quattro anni.

Ma la sua forte passione per l’innovazione e per lo spazio viene da lontano. Bezos è cresciuto guardando Star Trek e l’allunaggio dell’Apollo. Nel 1969, quando partì la missione che avrebbe portato il primo uomo sulla Luna, Jeff Bezos aveva cinque anni e, come ricorda un parente nel libro di recente pubblicazione “Vendere tutto. Jeff Bezos e l’era di Amazon” (Hoepli) firmato Brad Stone, rimase ore incollato davanti alla tv. Colpito dai quei primi passi di Armstrong, il fondatore di Amazon non ha mai messo di pensare allo spazio tanto che 13 anni fa ha investito milioni di dollari per dare vita alla Blue Origin, la società di ricerca spaziale che studia il modo di rendere lo spazio più accessibile, economicamente parlando, a chi desidera fare questo tipo di esperienza.

Oggi, tra gli uomini i più ricchi e più potenti del mondo, così lo definisce la rivista Forbes, la sua missione, il suo piano a lungo termine è qualcosa di grande che va oltre l’immaginario collettivo. Anzi, ci arriva prima. Non ultima l’impresa dell’“Orologio del Lungo Presente”, un progetto ancora in essere di un segnatempo che dovrà funzionare per 10 mila anni e più. Perché, come afferma Walter Isaacson, ex caporedattore del Time e ora scrittore: “Bezos contribuisce a lastricare la strada per il futuro”.

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Chiara Degl'Innocenti