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Tecnologia

Tv, ora l’audio conta quanto la resa video

La scommessa di Philips che, collaborando con Bowers & Wilkins, ha lanciato a Ifa due modelli che puntano anche sulla qualità del suono

da Berlino

Seduti in due stanzette imboscate dentro il gigantesco stand di Philips all’Ifa di Berlino, ci viene chiesto di credere ai nostri occhi e alle nostre orecchie. Per prima cosa assistiamo a una prova comparativa dei pannelli delle tv di vari produttori: l’idea è confrontarne la nitidezza e la resa dei colori nelle medesime scene, la capacità di non andare nel panico elaborando immagini in movimento frenetico o non partorire imperfezioni e sfarfallii rovinando panorami affascinanti. Poco più tardi siamo invitati ad ascoltare una scena ad alto tasso di adrenalina (un classico, Mission Impossible), infine una selezione di canzoni, da un rugoso jazz fino alle note rabbiose della popstar adolescente Billie Eilish. In tutti questi casi, entrambi i modelli svelati in Germania da Philips, l’Oled+934 e Oled+984, hanno saputo convincere e spiccare. Il 984 soprattutto, con la sua soundbar adagiata elegantemente sotto lo schermo, che lo fa essere più di quello che dovrebbe essere sulla carta. Lo trasforma in un impianto hi-fi avvolgente e possente. Anche senza l’ausilio di un subwoofer per pompare i muscoli dei bassi. Con un pregio addizionale: può spargere note anche a pannello spento (sì, spento, non in standby, la sorgente è lo smartphone). Candidandosi a soppiantare gli altri diffusori domestici. O almeno quelli che gravitano nei dintorni del salotto.

L’audio come il video

Dietro tanti effetti speciali sonori ci sono gli specialisti di Bowers & Wilkins, che hanno lavorato al progetto sin dal suo concept. Ottenendo una sintesi, almeno nella demo a cui Panorama.it ha partecipato, a tratti impressionante. «Audio e video non devono e non possono viaggiare separatamente, sono le due perfette metà della stessa esperienza» ragiona Diego Cavallari, business & marketing director di Philips TV and AVA. «Non ci siamo limitati a mettere un logo su una soundbar, ma l’abbiamo fatta sviluppare dal principio a chi ne ha le competenze. Bastano pochi attimi per accorgersene. Un colpo di pistola in un film o il rombo di una macchina che accelera in un videogame d’azione, sono finalmente all’altezza delle spettacolarità delle immagini». E poi l’audio di qualità è un asset sensato su cui puntare, soprattutto in un settore dove la concorrenza è agguerrita ed è meglio giocarsela sulla sostanza più che sulle minuzie. «Quella dei televisori» conferma Cavallari «è una categoria stabile, in cui il ricambio dei prodotti nelle case è tutt’altro che continuo. Bisogna dare qualcosa in più e fare progetti di lungo periodo. Per quello che ci riguarda, stiamo cominciando a raccogliere i frutti delle nostre strategie».

Philips-OLED+984-soundbarParticolare della soundbar del nuovo Philips Oled+984Philips

Look e performance

Un aspetto sui cui Philips punta particolarmente, oltre alla sintesi logica tra l’audio e il video, è il design. Che seppure stretto e sintetizzato in una formula facile e orecchiabile, di nuovo tenta di differenziarsi. È europeo: «Sviluppiamo in Europa per consumatori del vecchio Continente. Non in Asia, cercando di presumere e intercettare i gusti di clienti che vivono dall’altra parte del mondo. Il nostro è un design semplice, pulito, stilizzato, leggero. Ma soprattutto sincero: i materiali sono ricercati e hanno davvero il pregio che suggeriscono all’occhio». Si va dal tessuto al vetro fino al metallo. E non si indugia troppo sui virtuosismi, ma si predilige il senso pratico: «Non siamo per gli esercizi di stile, non ti puoi inventare un look arrotondato per uno schermo da 50 pollici, perché certi canoni basici sono obbligatori. Però puoi renderlo minimalista negli ingombri, ingegnerizzando una cornice da mezzo centimetro. O puoi tornare a mettere un piedistallo orientabile, un elemento che si era perso e invece è utile se si vuole rivolgere il pannello verso un angolo o un altro dell’appartamento». Il tutto dando il giusto peso al dettaglio minimo: «Si può pensare che un piedino sia un tassello trascurabile di pochi centimetri, quindi si può anche buttare lì. Invece fa parte di un insieme che contribuisce alla sensazione finale trasmessa a chi sceglie un prodotto».

Philips-OLED+934Particolare della soundbar del nuovo Philips Oled+934Philips

Il cervello delle immagini

Accanto agli elementi tangibili, ci sono quelli invisibili durante la visione di un film o il consumo di qualsiasi contenuto: il cuore tecnologico che fa funzionare lo schermo. I due nuovi modelli Oled+ di Philips sono equipaggiati con il processore P5 di terza generazione, che è del 30 per cento più performante di quello precedente. Rapido recapito delle puntate precedenti: l’azienda è stata pioniera nel pensare a un cuore di chip dedicato a elaborare a dovere le immagini per lo streaming. E oggi si trova con un cervello dai neuroni ben sviluppati, che ha migliorato sé stesso e sorveglia sulla brillantezza, la resa cromatica, il contrasto e altri dettagli cruciali in qualsiasi condizione, anche se le fonti sono contenuti pesantissimi, per esempio gli HDR dinamici in Dolby Vision. «Lo abbiamo progettato per sopportare qualsiasi tipo di carico di dati sia in entrata che in uscita. È tutto molto logico: pensiamo a cosa sono capaci di fare i nostri smartphone con uno schermo tascabile. Qui tutto è riportato in una scala ingrandita. Il P5 non è un chip fine a sé stesso, ma il motore operativo del televisore».

Lunga vita al telecomando

Se nella qualità della riproduzione dell’audio il televisore ha raggiunto livelli un tempo impensabili, in quello dell’input, dei comandi vocali, siamo ancora ai primi passi. Anzi, in Italia nemmeno quelli. Diciamo che si gattona: «Altri mercati sono più avanti di noi» conferma Cavallari. «Perché si entri in una fase di maturità, è necessario che l’interazione vocale entri a far parte di un ecosistema più complesso. In generale, penso che possa funzionare per funzione basiche e per un certo tipo di utenza. Non per tutti. Non subito». Ecco, mettiamola così: come l’evoluzione del computer non ha affossato il mouse, così l’intelligenza integrata nelle tv, non pensionerà il telecomando: «Fa parte della geografia del salotto come il televisore stesso. Anche se la tecnologia avanza, non dobbiamo essere ossessionati a lasciare obbligatoriamente per strada qualcosa. Soprattutto se ha senso e continua a fare il suo dovere».

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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