Nuovo Sonos Play:5, la recensione
Roberto Catania
Tecnologia

Nuovo Sonos Play:5, la recensione

Prime impressioni sull'ultimo speaker senza fili della casa americana. Il primo già ottimizzato per i futuri sviluppi della tecnologia TruePlay

Che il nuovo Sonos Play:5 sia un oggetto diverso dagli altri lo capisci già dalla confezione: mai per un prodotto di questo tipo si era vista una scatola così ben curata, con due leve di sblocco in plastica per regolare l’apertura e la chiusura delle due metà di cartone.

L’abito in questo caso fa il monaco. Sì, perché il nuovo diffusore senza fili della società di Santa Barbara è innanzitutto un bellissimo oggetto di design. Grande ma non grandissimo, studiato in ogni dettaglio per non sfigurare in qualsiasi parte del salotto, un monolite tecnologico interrotto da un unico elemento di discontinuità: il blocco dei tre tasti touch situati sulla parte alta dell’altoparlante.

Insomma, l’idea che uno speaker debba essere nascosto dietro una tenda o in qualsiasi altro anfratto della casa è un po' demodé. Per Sonos, l’alta fedeltà va di pari passo con il senso estetico, e questo è già un buon punto di partenza.

Da solo o in compagnia
Ma – è evidente – chi spende 579 euro per un prodotto del genere non lo fa certo per avere l’ennesimo complemento d’arredo da piazzare nel bel mezzo del salotto. Ciò che interessa è l’esperienza d'ascolto nel suo complesso, ed è qui che Sonos intende fare la differenza.

Come funziona il sistema multiroom Sonos Hi-Fi


Il concetto di base è quello ormai noto di un altoparlante senza fili che può suonare da solista o in un’orchestra composta da vari diffusori wireless. Il Play:5, in altre parole, può essere utilizzato come altoparlante singolo o in combinazione con altri moduli Sonos; in quest’ultimo caso si avrà un suono più avvolgente e diffuso, ma volendo si può pensare di far lavorare gli speaker in modo separato. Ideale se vuoi ascoltare l’ultimo singolo degli AC/DC a tutto volume, mentre tua moglie è in camera a godersi la quinta sinfonia di Beethoven.

In gergo si parla di multiroom, intendendo con questo termine la possibilità di creare un sistema modulare sfruttando la rete Internet come collante e un’applicazione mobile (scaricabile su qualsiasi smatphone o dispositivo portatile) come sorgente musicale.

Potente, soprattutto sulle medie e alte frequenze
Ma, al di là delle possibili configurazioni, come si comporta questo Sonos Play:5 nell’utilizzo quotidiano? La prima impressione è quella di un suono decisamente più corposo rispetto agli altri satelliti della collezione Sonos.

Non abbiamo il conforto del wattaggio per verificare le dichiarazioni fatte dal produttore in fase di lancio ("Uno speaker tre volte più potente rispetto al suo predecessore"), ma il responso delle nostre orecchie è senz’altro positivo: già dopo la prima traccia della playlist che abbiamo salvato sull’applicazione Deezer Elite integrata nell’interfaccia Sonos del nostro cellulare, ci rendiamo conto del salto quantico rispetto al passato. Sulle frequenze medio-alte non c’è proprio paragone: il Play: 5 sembra di un altro pianeta.

I vantaggi (presenti e futuri) di TruePlay

Se c’è un aspetto che da sempre differenzia gli speaker Sonos rispetto a molte soluzione analoghe presenti sul mercato, è la ricerca dell'equilibrio sonoro. Non serve stare a cercare un equalizzatore per sistemare alti, medi e bassi (peraltro non lo trovereste): l'audio che fuoriesce dagli altoparlanti della casa americana – e ancor di più da questo Play: 5 – è già di per sé ben livellato.

Merito (anche) di una tecnologia – denominata Trueplay - che ottimizza, in modo del tutto automatico, la diffusione del suono all’interno degli ambienti domestici. Significa che è possibile posizionare il diffusore anche in un angolo nascosto della casa (dietro una tenda, un mobile, o un qualsiasi altro oggetto di arredo) senza troppe ripercussioni a livello di propagazione del suono.

Cos'è TreuPlay e come funziona


In questo senso, il vantaggio del nuovo Play:5 rispetto a tutti gli altri prodotti Sonos (comunque compatibili con il software) sta nella presenza di due microfoni integrati per il miglioramento del tuning, una novità sulla carta molto interessante ma che per il momento non è ancora attiva. Giudizio rimandato, quindi, nell’attesa che la società sblocchi la funzione, presumibilmente con un aggiornamento software.

SonosSonos

Conclusioni
579 euro per un altoparlante wireless non sono pochi, ma a conti fatti si tratta di una spesa giustificata dall’eccellente resa sonora del prodotto; l’unico, forse, dell’attuale collezione Sonos, a poter brillare di luce propria. Detto in altre parole: il nuovo Play:5 può rendere di più e meglio lavorando in coppia o in combinazione con altri moduli della famiglia Sonos Hi-Fi, ma anche preso singolarmente è in grado di appagare le orecchie. Soprattutto se alle spalle c'è una sorgente sonora di qualità, ad esempio - come nel nostro caso - un servizio di streaming musicale ad alta definizione (Deezer Elite).

Deezer Elite, la nostra prova su Sonos Play:3


L’unico appunto che ci sentiamo di muovere al produttore riguarda la mancanza di un’interfaccia vocale per il controllo remoto dell’altoparlante, o della sua applicazione. L'idea di uno speaker intelligente capace di ascoltare la nostra voce per esaudire ogni nostro desiderio è ormai una realtà di fatto (guardare alla voce Amazon Echo e Google Home), restarne fuori adesso potrebbe essere un rischio.

La presenza di due microfoni integrati all’interno del dispositivo, però, potrebbe cambiare la carte in tavola: se Sonos avrà la capacità di sfruttarli ben oltre le loro attuali potenzialità - l’idea, per il momento, è quella di un sistema per la regolazione dinamica del suono – potremmo davvero vederne (e sentirne) delle belle.

Sonos Play:5, le immagini

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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