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Bike sharing a Milano: ecco perché sarà un successo

Dalle caratteristiche della città al senso civico dei milanesi: 8 buoni motivi per scommettere sulla mobilità condivisa a due ruote

Dallo scorso mese di settembre Milano è stata letteralmente invasa da una schiera di biciclette colorate di colore giallo e arancio. Sono le bici di Ofo e di Mobike, i primi due servizi di bike sharing che Palazzo Marino ha avallato nell’ottica di incentivare l’uso di mezzi non inquinanti.

Al momento sono circa 12.000 le biciclette “free floating” presenti in città, a cui vanno aggiunte le 4.650 unità a stallo offerte direttamente dal Comune attraverso il servzio bikeMI. I numeri, però, potrebbero aumentare se - come molti pensano - il bike sharing riscuoterà larghi consensi.

Sulla carta, infatti, Milano sembra avere tutte le carte in regola per sposare appieno la filosofia della mobilità condivisa, anche nella sua variante a due ruote. Qui di seguito 8 buoni motivi per scommettere sul successo della bici a noleggio.

1. Milano è una città pianeggiante

La bicicletta è un mezzo comodo, pulito ed economico. Ma il suo tasso di utilizzo è inversamente proporzionale al numero di altipiani da percorrere. Sotto questo profilo Milano rappresenta la città ideale per gli spostamenti sui pedali: se si escludono i 50 metri di dislivello della montagnetta di San Siro, tutto il resto della città è pressoché in piano. 

2. Milano è una città civile

Nonostante alcuni sporadici casi di vandalismo (hanno fatto un certo scalpore le foto delle Mobike gettate nel naviglio), Milano è e resta una delle città italiane ed europee con il maggior senso civico. A confermarlo sono alcuni dati relativi ai comportamenti virtuosi dei suoi cittadini. Uno su tutti, quello sulla raccolta differenziata, che vede i milanesi al secondo posto in Europa (solo Vienna fa meglio).

3. I milanesi conoscono già le dinamiche della sharing economy

Il successo del car sharing (secondo dati recenti Milano è la città europea con il maggior tasso di utilizzo di mezzi a noleggio) è sintomatico di un elevato grado di alfabetismo degli abitanti meneghini sui servizi di mobilità condivisa. L’arrivo delle bici a noleggio, in fin dei conti, non è che l’ennesima declinazione di una pratica che da queste parti è già molto nota.

4. Il bike sharing è perfetto per l’ultimo miglio (laddove la rete metropolitana non arriva)

La rete metropolitana milanese è la migliore d’Italia e una delle più efficienti d’Europa. La distanza massima fra due fermate della metropolitana (ad esempio fra Assago e Famagosta) è di circa 5 km, ma nella media occorrono da poche centinaia di metri fino a 1-2 km per raggiungere i vari nodi della linea sotterranea. Per tutto il resto ci sono i mezzi di superficie. La possibilità di noleggiare una bicicletta è l'ultimo tassello di un sistema di mobilità intermodale che ha pochi rivali nel mondo. 

5. Milano va sempre di fretta

Che ragione c’è di prendere una bici quando si possono fare due passi a piedi? Semplice, si possono  guadagnare minuti preziosi, anzi preziosissimi. Specie in una città in cui tutti corrono, e 5 minuti possono fare la differenza. 

6. Le distanze fra i vari punti della città non sono poi così elevate

Milano è una grande città, ma non poi così grande (almeno se si esclude l’hinterland). La cerchia dei Navigli è di meno di 3 km quadrati, quella della circonvallazione interna non raggiunge i 10 Km quadrati. La distanza in linea d’aria fra due punti agli antipodi della città (ad esempio fra il confine a nord-ovest di Sesto San Giovanni e quello sud-est di Assago) è di circa 17-18 km. 

7. La viabilità automobilistica è sempre più difficile

Il traffico, ma anche le ZTL, le targhe alterne nei giorni di inquinamento, i sensi unici, la difficoltà (e i costi) di parcheggio: entrare a Milano in macchina sta diventando un lusso che in pochi si possono permettere, sia a livello di costi che di tempo. Molto meglio il trasporto pubblico e quello condiviso.

8. Ok, il prezzo è giusto

Dai 20 ai 30 centesima per una corsa di mezz’ora sono un investimento più che allettante, soprattutto se comparato alle varie alternative di mobilità pubblica o privata (1,50 euro per una corsa della metropolitana, 1 euro al km per i taxi, 25/30 centesimi al minuto per il car sharing). Per chi percorre brevi tratte, il bike sharing può davvero diventare il primo mezzo di locomozione in città. 

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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