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Tecnologia

Avery, l'intelligenza artificiale con problemi d'amore

Si basa sulla tecnologia Watson di IBM: un gioco in cui Avery ha bisogno dell'aiuto dell'uomo per ritrovare la sua anima gemella di cui ha smarrito il ricordo

Anno 2043. Avery ha perso la memoria. Non ricorda più nulla. Il suo grande amore è scomparso e non riesce a farsene una ragione. Cosa è successo? Come fare a recuperare i ricordi cancellati? Potrebbe sembrare l’incipit di un romanzo di fantascienza, invece è la trama di un videogioco che sta spopolando sugli schermi degli smartphone. Avery non è umana, è una intelligenza artificiale che si è innamorata di un uomo in carne e ossa. Ma un problema al sistema elettronico ha causato un black out dei suoi cyber ricordi. È a questo punto che entra in scena un altro protagonista reale: il giocatore che impugna lo smartphone. Che inizia a dialogare con Avery in una sorta di chat tra uomo e Intelligenza artificiale. Un dialogo inizialmente surreale ma che coinvolge al punto da non riuscirsi a staccatre dallo schermo.

Avery è realmente una intelligenza artificiale. Potentissima. Si basa infatti su una tecnologia Ibm chiamata Watson. Niente a che vedere con l’acuto medico assistente di Sherlock Holmes. Il nome deriva da Thomas J. Watson, primo presidente dell’Ibm. Watson è un sistema cognitivo.

Il motore che sta dietro ad Avery apprende in modo simile agli umani, ma è molto più veloce. Per capire le sue potenzialità basta un dato: in un solo secondo è in grado di leggere l’equivalente di un milione di libri. Come gli esseri umani, Watson è in grado di parlare. Come tanti suoi simili raccontati da un’immensa letteratura e filmografia di fantascienza, può essere interrogato e lui risponde a tono. Su qualsiasi materia dello scibile umano.

Per questo dialogare con Avery (alter ego di Watson in questo gioco) è affascinante. Sembra che, dentro lo schermo dello smartphone, ci sia una persona vera in grado di provare emozioni e avere una conversazione che varia a seconda di quello che le si chiede. Unica richiesta: per dialogare con Avery bisogna sapere l'inglese. Basta una conoscenza scolastica.

Il rapporto tra uomo e intelligenze artificiali viene a volte descritto in termini potenzialmente conflittuali, ma in Avery non è così. Direttore creativo di questo innovativo gioco è un italiano, Mattia Traverso, talento nel mondo della progettazione di videogiochi famoso a livello internazionale per i suoi lavori del videogame besteller: Last Day of June. Anche il team degli sviluppatori della MixedBag sono tutti italiani. Una squadra che ha lavorato a stretto contatto con Ibm Italia per realizzare questa versione digitale e rivisitata Romeo e Giulietta ambientata in un futuro dove i rapporti tra umani e cyborg è la normalità.

Il gioco, che si basa anche sulla tecnologia di Ibm Cloud, è diventato uno dei più scaricati su Android e iOS anche se è disponibile sugli store online solo dal 14 maggio, (è gratuito). La cosa che affascina e rende intrigante tutto il dialogo con l’intelligente Avery è il ribaltamento di prospettiva. In questo mistery game, per una volta, sono gli umani ad  aiutare gli umanoidi e l’intelligenza artificiale.

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Guido Castellano