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Auto senza pilota, gli italiani votano no

Il 23 per cento non ne ha mai sentito parlare, il 92 per cento non ne comprerebbe una, almeno per il momento. Tutti i dati di un sondaggio

Nessun referendum, solo un sondaggio. Anche perché, se avesse qualche incidenza legale, nel Bel Paese le auto senza pilota partirebbero con il freno a mano tirato. Anzi, rimarrebbero probabilmente parcheggiate dentro un garage. Quasi un italiano su quattro (per la precisione il 23 per cento) ammette candidamente di non averne mai sentito parlare, a dispetto del bombardamento mediatico e degli annunci carichi di promesse di costruttori di vetture e colossi hi-tech lanciati nell’avventura a quattro ruote.

Solo l’8 per cento tra chi ha una dimestichezza minima della materia, smania dal desiderio di mettere le mani sul volante, o meglio di tenerle sui jeans o sul giornale mentre il computer fa da chauffeur. Uno schiacciante – termine abusato, ma calzante – 92 per cento non ne comprerebbe una subito. Meglio lasciare ad altri l’ardore di essere avanguardia.

Auto-dentroiStock. by Getty Images

È tiepida (grande eufemismo) l’accoglienza riservata dai nostri connazionali alle mirabolanti «driverless car», leggendo i dati diffusi dall’Istituto Piepoli e contenuti in uno studio commissionato da IT Taxi, l’applicazione per chiamare auto bianche nella maggior parte dello Stivale. Che, almeno per ora, non hanno motivo di sentirsi minacciate dagli autisti di chip: il 60 per cento non si farebbe scortare da un taxi senza guidatore.

«Per il 79 per cento degli italiani le auto che si guidano da sole sono un fenomeno che impiegherà ancora molto tempo a diffondersi» fa notare Loreno Bittarelli, presidente dell’Unione Radiotaxi. «Inoltre» aggiunge «anche tra i più giovani resta forte la consapevolezza che all’apporto di un pilota automatico debba comunque essere affiancato l’intervento umano».

Sempre scorrendo tra i risultati del sondaggio, si legge infatti che il 73 per cento ritiene che la tecnologia non potrà sostituirci e scalzarci del tutto dal settore dei trasporti. Che vicino al volante dovrà sempre esserci qualcuno in grado di agire in caso d’emergenza.

D’altronde, il 40 per cento degli intervistati ritiene che il computer di bordo, come avviene a quello di casa o al nostro smartphone, potrebbe guastarsi, commettere un errore, smettere di funzionare. Con conseguenze ben più serie di qualche ora di blackout di internet che impone un’astinenza forzata da Facebook e WhatsApp.

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