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App, giochi, shopping: così Apple cambia la tv

Grazie a un telecomando touch e ai comandi vocali, la mela punta a conquistare anche il salotto di casa. Ecco tutte le novità

C’è l’iPad con il display extra large e ci sono gli iPhone sensibili all’intensità del tocco, ma il vero schermo che guadagna più spazio e spessore dopo la presentazione di San Francisco è quello che abbiamo davanti al divano. La nuova Apple Tv, svelata con la solita fanfara di formule altisonanti («il futuro della televisione», Tim Cook dixit), non è una rivoluzione, forse nemmeno un’evoluzione chissà quanto poderosa. È però una sintesi importante e, a un primo approccio, anche abbastanza sensata viste premesse e promesse: riassume esperienze già sperimentate altrove in uno stesso piccolo scatolotto affiancato da un telecomando evoluto.

Così abitudini da smartphone, tavoletta, decoder e console sbarcano ora sul televisore. Si può iniziare una partita a uno sparatutto sull’iPhone e continuarla stravaccati in poltrona. O viceversa: cominciare tra le mura domestiche e proseguire sull’autobus mentre si va a lavoro. E poi: fare shopping, ordinare la cena, prenotare l’alloggio per le vacanze, persino fare attività fisica monitorando i propri progressi sulla tv. Vediamo come.

A tutto touch

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Il telecomando della nuova Apple Tv ha una superficie touch nella parte superiore che pensiona la preistorica rotellina con pulsante centrale della generazione precedente. Navigare tra i menu è semplice e immediato, è come se ci fosse un cursore invisibile e reattivo sempre a portata di dito. Si possono richiamare i menu durante la visione per scegliere le scene, scorrere lentamente o velocemente le proposte, spostarsi da un’icona all’altra. Il modo migliore per capire la nuova vita del gadget da salotto della mela è immaginarlo come un computer. Anzi, meglio: come una versione extra large dell’iPad e dell’iPhone. Non telefona, non va su WhatsApp, però ospita una vasta ed eterogenea varietà di contenuti, ha un suo negozio di applicazioni e una sua memoria interna.

Parla, ti ascolto

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Per navigare nell’offerta, il controllo touch non basta o comunque non è sufficiente. Apple ha deciso di puntare forte sulla voce dando un ruolo di primo piano all’assistente Siri, trasferendola sulla tv. Le si può chiedere di cercare tra le ultime uscite divise per genere, per esempio «poliziesco» o «commedia», ma anche di trovare un particolare episodio di una serie televisiva in cui ha fatto un’apparizione speciale un attore che ci piace. E poi pescare una canzone dalla nostra libreria musicale, domandare che tempo farà, se la nostra squadra del cuore ha vinto o perso e così via. Anche durante la visione di un contenuto: le informazioni di base appaiono sullo schermo, se vogliamo sapere di più, possiamo portarle in primo piano e l’episodio o il film vengono messi automaticamente in pausa. A Siri ci si può rivolgere con un linguaggio colloquiale, complesso, usando perifrasi. Insomma, dopo aver sdoganato il telefonino, ci ritroveremo a chiacchierare con la tv.

Ti compro dalla poltrona

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Fin qui, niente di clamoroso rispetto alla generazione precedente. Siri dà una mano a giostrarsi più rapidamente tra l’offerta del catalogo. Che, va detto, ha un’interfaccia molto ben curata e accattivante. Il punto cruciale è però un altro: nella Apple Tv di ultima generazione i contenuti sono tanti, svariati, seppure al momento abbozzati, limitati, rispetto al potenziale che può esprimere questa macchinetta con un chip A8 a 64-bit, una connessione Wi-Fi e una Bluetooth 4.0 che le consente di dialogare con il telecomando anche quando non è puntato direttamente verso la scatoletta. Ecco che si possono acquistare i vestiti per una festa da un sito di e-commerce, senza premere nemmeno un pulsante su una tastiera; consultare gli alloggi proposti su Airbnb o le case in vendita in un portale di annunci; partecipare a un programma di fitness. Tutto sul piccolo grande schermo piatto di casa, scegliendo e scaricando le app che ci interessano di più.

Largo ai giochi

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Il potenziale forse più interessante è quello dei videogame. Anche se non siete troppo ferrati in materia, ricorderete la rivoluzione del controller della Wii, che rilevando il movimento di chi lo impugna, permette interazioni immediate e allora inedite col televisore. Per esempio, si colpisce la pallina da tennis oscillando il braccio in aria, come se si impugnasse un’autentica racchetta. Ecco, i sensori a bordo del telecomando della Apple Tv permettono di fare esattamente la stessa cosa. La dichiarazione d’intenti, espressa durante il keynote, è ambiziosa: non solo trasferire sulla televisione i giochi per iPhone e iPad, ma anche ospitare titoli che generalmente vanno solo su console. Una frecciata all’indirizzo di Xbox e PlayStation oltre che alla stessa Nintendo, almeno per i titoli casual, più leggeri, che non richiedono controller complessi. Titoli per bambini e la famiglia, ma che in alcuni casi registrano numeri di utenti e download notevolissimi.

Il limite è il buon senso

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A governare e gestire le app c’è un sistema operativo ad hoc chiamato tvOS, con il suo kit per gli sviluppatori. Quelli della galassia Apple sono 11 milioni: potranno fare di tutto. Inventando da zero contenuti per la televisione, oppure trasferendo sul grande schermo proposte con cui abbiamo confidenza su smartphone e tablet. Durante l’evento di Apple, lo vedete in foto, è stata mostrata la possibilità di leggere fumetti sul televisore. Qualcuno potrebbe trovarlo interessante, qualcun altro abbastanza pittoresco, comunque è la riprova della duttilità del sistema. Sperando che non conduca a eresie, come i libri in formato 16:9 su un 42 pollici. Ma spesso, è un ragionevole auspicio, il buon senso è un ottimo argine. Di sicuro, di serie, ci sarà Apple Music con i suoi 30 milioni di brani sempre disponibili che si affiancheranno alla nostra libreria di canzoni; vari servizi in streaming: negli Usa la scelta è ampia, va da Netflix a Hbo e Hulu, da noi siamo ai primi passi ma qualcosa si sta muovendo.

Il futuro all'orizzonte

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La logica di Apple è fin troppo ovvia: aggiungere un tassello in più, se non decisivo quantomeno di peso, a quell’ecosistema che oltre agli smartphone e ai tablet comprende anche i computer fissi e portatili. L’idea, in prospettiva, è quella di un unico acquisto per un’app (a prezzo maggiorato, è verosimile) che giri su tutti i nostri dispositivi, televisione inclusa, collegata allo scatolotto tramite un cavo Hdmi. 

Due le versioni della Apple Tv al lancio: 149 dollari per il modello da 32 giga e 199 dollari per quello con 64 giga di memoria. In Italia dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno e, verosimilmente, costerà 149 euro e 199 euro a seconda dello spazio di archiviazione.

Infine, una nota: alla vigilia tutti identificavano la Apple Tv come il centro, l’hub, per il controllo degli elettrodomestici. Lo scatolotto era già stato etichettato come il regista dell’internet delle cose domestiche. Né Tim Cook, né i suoi fedelissimi hanno fatto alcun cenno in materia. Forse, contribuire a svecchiare quel vecchio dinosauro che da generazioni troneggia in salotto, era già abbastanza. Almeno per ora.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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