Apple contro Google, dopo il WWDC la guerra è a tutto campo
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Tecnologia

Apple contro Google, dopo il WWDC la guerra è a tutto campo

Nuove mappe, Siri potenziata, integrazione di Facebook e acquisti con passbook, dopo il WWDC di ieri Apple sembra intenzionata a combattere Google su tutti i fronti. Era quello che voleva Steve Jobs?

Distruggerò Android, fosse l’ultima cosa che faccio, è un prodotto rubato. Sono pronto a scatenare una guerra termonucleare.” Queste pacate parole appartengono a Steve Jobs. Furono rivolte al suo biografo, Walter Isaacson, che non ha mancato di riportarle nella sua opera bestseller. Oggi, a otto mesi dall’insediamento di Tim Cook sullo scranno più alto di Cupertino, quelle che sembravano invettive poco lucide acquistano a poco a poco un significato concreto. Soprattutto dopo il WWDC 2012, dove un infaticabile Tim Cook ha presentato l’arsenale con cui Apple intende sbaragliare quello che ormai è il suo rivale numero 1: Google.

Cominciamo dalle mappe. Con iOS 6, Apple si libera definitivamente di Google Maps e introduce le mappe proprietarie su cui sta lavorando almeno dal 2009, dopo che i rapporti tra Apple e Google avevano già cominciato a scricchiolare sonoramente. Le nuove mappe forniscono un invitante ventaglio di funzionalità: un sistema di navigazione dettagliata punto per punto, mappe tridimensionali esplorabili con una visuale dall’alto, informazioni sul traffico ottenute attraverso il crowdsourcing e la possibilità di sfruttare Siri per fornire indicazioni di navigazione vocali. E siccome Google si è percosso il petto vantando l’integrazione delle recensioni di Zagat nelle sue mappe, Apple può tranquillamente rispondere con l’integrazione di Yelp.

Con questa mossa, Apple sottrae a Google milioni di potenziali bersagli per le pubblicità geolocalizzate su cui tanto ha puntato. Non bastasse, Apple ha anche sfoderato l’arma con cui intende fronteggiare Google Wallet. Con Passbook, alcune app diventano una sorta di fidelity card che l’utente può caricare e utilizzare per fare acquisti nel mondo reale. Non solo, alcune passbook app possono funzionare come sorgente di push notification, il che in parole povere significa che se hai un’app di Footlocker, può succedere che passi davanti a un negozio e l’app ti informi di una nuova offerta appena attivata. È il geotargeting , bellezza, Google ci sta puntando da anni, e sperava di poter tranquillamente metter nel retino anche gli utenti Apple. Niente da fare.

Il fronte TV per ora rimane congelato, al WWDC non s’è fatto parola di iTV o simili, questo significa che sia Apple che Google ancora esitano a mostrare al mondo la loro idea di TV del futuro. In questo settore dunque la situazione è di guerra fredda.

Lo stesso invece non si può dire per il fronte più accidentato e conteso della “guerra termonucleare” ormai in atto: il dominio sul Web e sul search. Per quanto riguarda la ricerca Web Google è tutt’ora inarrivabile, sia a livello di utenza che di tecnologia. Ma per erodere il sostanziale monopolio di Mountain View, Apple non deve necessariamente sfornare un motore di ricerca altrettanto competitivo, può limitarsi a fare quello che sta facendo da anni: allontanare l’utenza dal Web per dirottarla sulle applicazioni. Con l’introduzione degli App Banners, chiunque si trovi a visitare un sito web verrà prontamente informato dell’eventuale esistenza di un’app dedicata che consenta di fruire di quegli stessi contenuti senza doversi sporcare le mani nel vecchio Web.

Certo, un embrione di motore di ricerca Apple ce l’ha, si chiama Siri, è un’intelligenza artificiale e ora parla pure italiano. Siri è ancora troppo acerbo per rappresentare una concreta minaccia per Google, ma a poco a poco sta crescendo e acquistando funzionalità interessanti come la possibilità di cercare ristoranti, risultati sportivi e accedere alle app con semplici comandi vocali.

Anche sul fronte social, che pure è quello in cui ha meno competenze, Apple non è rimasta nelle retrovie. Mentre Google continua a investire energie per trasformare Google+ in uno strumento imprescindibile, Apple ha introdotto la tanto attesa integrazione con Facebook nei suoi dispositivi iOS 6. Ora gli utenti Apple possono condividere contenuti su Twitter e su Facebook con un semplice tap sul display. Non inciderà sul bilancio Google quanto le nuove mappe, ma considerando la supposta ossessione di Larry Page e soci per Facebook, è sicuramente uno smacco.

E siccome il guanto di sfida lanciato da Apple non era abbastanza pesante, a Cupertino hanno deciso di calarci dentro qualche grammo di piombo prima di vibrare il colpo. Durante la conferenza di ieri, sullo schermo sono apparsi due grafici a torta che illustrano crudelmente le differenze tra l’omogeneità dei sistemi operativi Apple e la frammentazione di quelli Android.

Insomma, tira aria di bufera a Mountain View. Ma siamo certi che Google non tarderà molto a rispondere al fuoco.

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Fabio Deotto