Airbus 350: la tecnologia che lo rende sicuro
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Tecnologia

Airbus 350: la tecnologia che lo rende sicuro

Dopo i test di prova, in laboratorio e in volo, la compagnia è pronta a sfornare i primi esemplari e a volare (per la Qatar Airways)

2014: un aereo di linea moderno è un velivolo semi-autonomo. Questo vuol dire che vale tanto la capacità del pilota ma anche, se non di più, il sistema “nervoso” che vi è alla base, che riesce a monitorare ogni singolo aspetto della macchina. Grazie allo sviluppo di tecnologie sempre più avanzate, che tengono sott’occhio i parametri interni ed esterni, ogni aereo sa come sta guidando il suo pilota. Un guidatore che comincia a tirare il timone in basso, ma non aziona il carrello, non agisce direttamente sui comandi, ma invia un segnale al computer di bordo che verifica la fattibilità della manovra richiesta. Il tutto succede in pochi secondi così da permettere al pilota di correggere eventuali errori e dimenticanze.

L’Airbus A350 è, allo stato attuale, l’aereo di linea che sfrutta meglio le moderne tecnologie di settore, un connubio di innovazione e sostenibilità, grazie a materiali leggeri e consumi ridotti. È stato presentato al salone aeronautico di Sinagapore la scorsa settimana ed è il risultato di otto anni di test su jet ultraleggeri, governati da milioni di righe di codice informatico. Il lavoro di sviluppo è stato portato avanti in una maniera quasi maniacale. Tutto per evitare che si ripetesse la “storia” del superjumbo A380, progettato interamente al computer, aveva un difetto all’origine: gli sviluppatori tedeschi e francesi avevano lavorato con due versioni diverse del software di progettazione.

Superati questi problemi, la Airbus ha messo in cantiere un velivolo praticamente perfetto. Il segreto è stato provare ogni possibile problema tecnico all’interno di una sala virtuale ai cui sistemi di monitoraggio venivano collegati i reali cavi presenti nella struttura dell’aereo e posti allo stesso stress presente in volo. Si può “virtualizzare” tutto ciò che accade all’interno dell’aereo; l’idea non è solo capire quali problemi possono verificarsi a tubi, cavi e parti dell’aereo ma anche come lo stesso risponde quando le singole parti si danneggiano o smettono di funzionare. Perché va bene la perfezione, ma in cielo (come per terra e in mare) l’inconveniente è dietro l’angolo.

Questo sistema di “training” permette di ridurre al minimo la quantità di materiale presente sull’Airbus: “Nessuno vuole portarsi dietro del peso inutile, soprattutto in volo” – è quello che ha detto Peter Boesch, responsabile del programma di test dell’A350. È lo stesso Boesch a spiegare a Business Week come i test più “stressanti” cominceranno dopo che si saranno accumulate ore e ore di volo. È tutta una questione matematica, i problemi (anche minimi) vengono fuori quando sull’aereo cominciano a salire decine di migliaia di persone; un test del genere sarebbe difficile da effettuare. “Ad ora i singoli componenti si comportano bene. Le cose potrebbero cambiare quando le parti dovranno lavorare assieme” – spiegano i tecnici. I programmi di test di volo dell’A350 hanno permesso di scoprire la metà dei problemi dell’aereo, più o meno lo stesso numero rilevato all’epoca dell’A380; questo vuol dire che il processo di miglioramento sta procedendo come previsto anche se per arrivare alla (quasi) perfezione la strada è ancora lunga.

Intanto la Qatar Airways ha già ordinato 80 modelli del nuovo A350, prevedendo di renderli operativi quanto prima, utilizzando il nuovo Hammad International Airport (HIA) di Doha, proprio la nuova casa della compagnia di bandiera del Qatar.

 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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