Ruzzle, ecco chi è il vincitore del primo campionato italiano
Tecnologia

Ruzzle, ecco chi è il vincitore del primo campionato italiano

Si chiama Antonio Cacopardi, ha 20 anni e viene da Palermo. Il segreto per vincere? Pensare sempre alla parola successiva

Si chiama Antonio Cacopardi ma nel giro degli appassionati di Ruzzle tutti lo conoscono come totyno93, il “nick” con cui si è aggiudicato il primo campionato italiano del popolare gioco creato da Mag Interactive.

Vent’anni, palermitano, studente di Ingegneria Meccanica, Antonio ha sbaragliato la concorrenza di più di 80mila concorrenti (secondo le stime dei due organizzatori del torneo, Web Hub e Super Money ), vincendo nel complesso più di 680 partite.

Un fuoriclasse della parola, insomma, che Panorama.it ha voluto conoscere meglio attraverso una breve intervista:

Antonio, innanzitutto complimenti. Onestamente ti aspettavi di vincere?
Onestamente no, all’inizio ero troppo distante dai primi in classifica.

Poi cos’è successo?
Mi sono messo sotto a giocare giorno e notte e ho finito per recuperare tutti.

Quante partite hai dovuto vincere per aggiudicarti il torneo?
681, su un totale di circa 700.

Ora che hai vinto ce lo puoi dire: qual è il tuo segreto?
La chiave sono i vari bonus sparsi nel tabellone; chi li sa sfruttare bene – soprattutto nella terza manche – ha più probabilità di vincere. Per quanto mi riguarda posso dire che forse la mia vera dote stia nella capacità di anticipare la mossa successiva: mentre compongo una parola guardo già alle 2-3 parole che seguono. Praticamente non sono mai fermo.

E l’allenamento non conta?
Sì, ma non è tutto. Io per esempio ho conosciuto Ruzzle relativamente tardi, a febbraio di quest’anno. E prima di iscrivermi al torneo giocavo non più di due partite al giorno.

Mai giocato a Paroliere o Scarabeo?
No, al massimo a “Parole Puzzle”, un altro gioco per dispositivi mobili basato su uno schema di lettere 4 x 4 ma nel quale, a differenza di Ruzzle, non conta tanto la velocità quanto piuttosto trovare la parola più lunga.

Diciamo allora che sei un talento
Diciamo che ho sempre pensato di avere una malattia per i numeri, ora comincio a pensare di averla anche per le lettere.

Sei anche tu fra quelli che si sognano le parole di notte?
Altro che, appena chiudo gli occhi vedo migliaia di schemi.

Qual è la tua media di parole per manche?
Circa un centinaio.

E il tuo record assoluto?
155.

La parola più bella che hai trovato durante il torneo?
RIGETTASTE. È una parola semplice ma che da sola mi è valsa 670 punti, praticamente metà del valore del round.

Non ti viene ogni tanto da comporre parole in siciliano?
Sì, e alcune volte mi va anche bene: “zito” che in siciliano significa fidanzato è riconosciuto anche dal dizionario di Ruzzle.

Molti giocatori di Ruzzle, dopo l’entusiasmo iniziale, si sono stufati. Pensi possa succedere anche a te?
No, anzi. Per me è una droga, più gioco e più vorrei giocare.

Cosa vuoi dire a tutti i cheater, i furbetti che utilizzano programmi per vincere “sporco”?
Onestamente non capisco che gusto si provi a utilizzare i trucchi, non capisco questa gente cosa voglia dimostrare.

Come possiamo capire se il nostro avversario sta barando?
Basta avere la versione premium del gioco e guardare tutte le parole del quadro: ce ne sono alcune davvero sconosciute. Chi ne trova più di due è sospetto.

Da quando hai vinto il torneo immaginiamo che il numero di persone che vogliano sfidarti sia aumentato vertiginosamente...
Sì, tanto che ho dovuto cambiare nick… avevo troppe richieste ogni giorno.

Cosa fai quando non giochi a Ruzzle?
Sono iscritto al primo anno di Ingegneria Meccanica a Palermo. Per il resto sono un ragazzo come tanti, mi piace uscire con gli amici e andare al mare.

Ok, e adesso che sei diventato il più forte giocatore d’Italia qual è la tua nuova ambizione?
Vorrei sfidare qualche personaggio famoso, so che ci sono molti VIP appassionati di Ruzzle.

Preferenze?
Be’, potessi scegliere giocherei contro Belen Rodriguez…

I più letti

avatar-icon

Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

Read More