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PlayStation, tutte le novità e gli annunci dell'E3 2016

Sony svela un vasto catalogo per il suo visore disponibile da ottobre, accanto a una pioggia di titoli per PS4 spettacolari e molto attesi

da Los Angeles

L’apnea totale accompagna ogni secondo di «Resident Evil 7 Biohazard», con la paura che tallona il giocatore mentre esplora stanze tetre, scoperchia pentole affollate di cibo ammuffito e ragni irrequieti, intravede manichini nudi o creature barcollanti per niente rassicuranti. E poi: le epiche battaglie di «Final Fantasy XV», tra armi impensabili, flash di luci abbaglianti e paesaggi indimenticabili; le acrobazie assurde e ipnotiche, l’epopea adrenalinica nel buio metropolitano di «Batman: Arkham Vr». 

Ad annodarli, un doppio filo rosso: sono titoli tanto noti, amatissimi dal grande pubblico.  Saranno giocabili indossando PlayStation Vr, il visore per PS4 disponibile a partire dal 13 ottobre a 399 dollari, assieme a una robusta line-up di proposte che raggiungerà quota cinquanta entro la fine dell’anno.

Ecco la risposta, tagliente e senza troppe fanfare, lanciata dalla casa giapponese a poche ore (e qualche centinaia di metri) dagli annunci Microsoft: mentre Redmond traccia la parabola di una console super potente in arrivo a Natale del 2017, Sony è quasi pronta, scalpita per distribuire una vera realtà virtuale, pescando tra primizie mai viste ma anche tra franchise di sicuro appeal.

Un nuovo corso

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È forse il tassello che mancava per rendere definitivamente appetibile il salto in un altrove di bit: inserire l’inusuale interattivo, lo sconosciuto a tanti giocatori, in universi che conoscono a memoria e apprezzano oltremodo. Consentendo loro di apprezzare meglio e subito la differenza tra l’esperienza classica sul televisore e quella con un casco calato sul naso.

Ci sono 40 milioni di PS4 in circolazione. Tutte sono pronte per la realtà virtuale. Senza che serva passare da modelli potenziati, dai chip più solidi e robusti, come qualcuno aveva favoleggiato. Di fiabesco è solo il contesto scelto da Sony per la sua conferenza dell’E3 di quest’anno, probabilmente una delle più spettacolari della kermesse losangelina degli ultimi anni.

Lo Shrine Auditorium ha un enorme lampadario che illumina arazzi pregiati e un gigantesco sipario, che non copre l’orchestra impegnata a suonare dal vivo. A evento avviato l’ensemble scandisce il ritmo di quanto accade sul palcoscenico, dove un allestimento di schermi in orizzontale, diagonale e verticale, regala profondità e un abbacinante spessore alle demo dei titoli.

L'azione al centro

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Sono i giochi i protagonisti assoluti, rispetto agli sproloqui delle edizioni passate. Tant’è che la conferenza, solita veleggiare intorno alle due ore abbondanti, si stringe in 70 minuti e spiccioli. Merito di un ritmo sincopato, non di una povertà di contenuti.

Le parole sono quasi tutte all’inizio, quando Shawn Layden, capo dei Sony Interactive Entertainment Worldwide Studios, ricorda la tragedia di Orlando, incita «all’amore, alla tolleranza, al rispetto per tutti», omaggiando e citando esplicitamente la comunità gay che ne è stata tragicamente colpita. Un tributo sottolineato dagli applausi.

Sono invece boati per «God of War», che quasi si muta in un romanzo di formazione per un giovane guerriero alle prese con le asperità di un mondo spietato, in cui non c’è spazio e margine per la compassione. L’impatto visivo è grandioso, i nemici terribili, il ritmo alto con qualche spigolatura dolce in un rapporto tra padre e figlio in un contesto pieno di aculei.

Una parata di grandi nomi

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Il nuovo corso dell’ermetismo assoluto coinvolge anche Andrew House, numero uno in casa PlayStation, che si affaccia appena sul palco per introdurre «uno dei più grandi talenti della storia dei videogiochi»: è Hideo Kojima, che si avvicina a passi lenti verso il centro della scena scortato da un tappeto di mattonelle di luce. «I am back», sono tornato, scandisce. E lo Shrine Auditorium risuona dell’applauso più lungo.

Che diventa un mormorio di stupore di fronte al trailer di «Death Stranding», in cui un uomo tutto nudo con le sembianze di Norman Reedus, eroe della serie «The walking dead», rinnova il suo abbonamento con le atmosfere spettrali e fosche aggirandosi in un contesto lunare tra pesci morti, una spiaggia nera, un mare pigro e corvino. In lontananza, una minaccia non identificata si avvicina lenta. È poco o nulla, ma già la curiosità sale alle stelle.

Come per «Detroit», nuova distopia o semplice profezia firmata da David Cage, che sembra voler riproporre la formula del suo capolavoro Heavy Rain. Il dramma fa più effetto se è interattivo, stavolta al centro ci sono androidi dal sangue blu e la loro voglia matta di libertà, di affrancarsi da un determinismo che impone loro scelte obbligate. Dai bivi del loro comportamento, statuiti dal giocatore con il controller, dipendono il loro destino, le evoluzioni e le direzioni della storia. Vicoli ciechi inclusi.

La demo sul palco è poco criptica: si può per esempio decidere di salvare sé stessi sacrificando una bambina, condannata a un rovinoso crollo verso la strada da un tetto di un palazzo, morire per lei o cercare un piano c meno tragico. Ci sarà da divertirsi o impazzire per districarsi in un labirinto di opzioni, in una selva che mescola suggestioni da Csi e altre alla Minority Report. C’è invece una data certa per «The last guardian» di Fumito Ueda, storia di un’amicizia tra un bambino e una gigantesca creatura. Arriva il 25 ottobre.

Le altre primizie

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L’elenco di annunci di Sony è davvero lunghissimo, bisogna dunque scegliere quello che spicca, facendo una deroga per la nostalgia, ricordando una versione rimasterizzata di «Crash Bandicoot» per PS4.

Come minimo tre le citazioni obbligatorie: «Horizon zero dawn», avventura tra paesaggi sterminati, canyon, creature ciclopiche con un cuore di chip; uno «Spider-Man» nuovo di zecca, coraggioso e atleta di ragnatele come da copione; «Days Gone», a cui è dedicata la chiusura dell’evento: un survival con un’orda di zombie affamati e agguerriti da affrontare. Piacerà a chi non si stanca mai del genere.

In casa PlayStation si parla dunque con piacere e insistenza agli hardcore gamer, ma la consapevolezza è che la grande sfida, la rottura, l’avanguardia, sarà quella della realtà virtuale. Un banco di prova per dimostrare che possa essere questo il futuro del gaming o almeno una sua fetta interessante, visto il visore costa quanto o più di una nuova console. A sentire la paura di chi, subito dopo la conferenza, si aggirava per le atmosfere tetre di Resident Evil o l’entusiasmo di chi diventava un supereroe con un casco sul naso, c’è più di una ragione per sentirsi ottimisti.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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