Hacker e interferenze elettorali: Watch Dogs 2 aveva previsto tutto
Tecnologia

Hacker e interferenze elettorali: Watch Dogs 2 aveva previsto tutto

Il secondo capitolo del videogame Ubisoft è un continuo interrogativo tra i benefici della vita connessa e i rischi dell’invasione della privacy

Il primo Watch Dogs aveva dato il via alle danze: mai nel panorama dei videogame un’opera si era spinta così tanto nel raccontare pregi (pochi) e difetti (tanti) dell’iperconnettività che pervade le esistenze digitali di milioni di persone. Non solo l’ossessione di crearsi un’apparenza social omogenea e omologata ma anche le continue richieste di accesso alla rete da parte di app, software, persino automobili, con il rischio di lasciare tante porte aperte alle identità di ognuno, che non sono più semplici contenitori di foto e video personali ma passepartout per una valanga di tesori e informazioni determinanti (pensiamo alla carta di credito, la posta elettronica, persino le cartelle sanitarie).

Come spesso accade, la produzione ludica riesce a vedere oltre la soporifera esistenza a cui internet ci ha indotto. Sembra sempre che la vittima di un hackeraggio sia il vicino di casa e mai sé stessi. “Cosa vorrà mai da me un criminale baltico”? – ci chiediamo con maggior frequenza. La risposta è nella gestione praticamente solo online del nostro stipendio, nello scambio di messaggi confidenziali via email, nella cronologia non cancellata del browser; tutti dati che possono servire a ricattarci, svelare segreti e vizi che, lo sappiamo bene, potrebbero rovinarci. Chi non pagherebbe solo 100 euro per non veder diffusa su Facebook un’immagine che racconta di un momento di intimità? Chi non correrebbe a caricare un account PayPal pur di riavere indietro i suoi file crittografati e resi illeggibili sul computer in uso? Siamo soliti dimenticarlo ma giriamo costantemente con una pistola puntata alla schiena, pronta a sparare malware, cryptolocker, phishing e tanti tentativi di frode.

Fin qui le conseguenze “personali”, quelle cioè che intaccano la sfera privata. Ma la vita totalmente online pone in pericolo contesti più ampi e potenzialmente catastrofici. Si va dalle intrusioni hacker alle centrali elettriche, al sabotaggio di aziende che gestiscono piattaforme globali fino alle elezioni presidenziali. Problematiche che un titolo come Watch Dogs, sviluppato dalla Ubisoft per Xbox One, PS4 e PC, aveva ampiamente anticipato, così come il secondo capitolo (uscito a metà novembre) che, alla luce dei fatti odierni, risulta persino profetico in alcuni punti.

Le elezioni USA

Durante il gioco, si racconta della vicenda in cui un candidato al governo USA assume un’agenzia per creare false notizie e sondaggi così da destabilizzare gli elettori. Una metodologia che, stando alle recenti dichiarazioni di Obama, pare essere molto vicina a quanto previsto dalla campagna “Drizzly Steppe”avviata dagli hacker russi, nella quale era compreso anche un sabotaggio mediatico alla corsa presidenziale di Hillary Clinton.

Violazioni storiche

Ma non solo: tante missioni si ispirano a nomi e loghi di aziende (vere) per disegnare un panorama futuristicamente reale che conviene prendere in considerazione, al di là della finzione della Los Angeles pensata dagli sviluppatori di Ubisoft. Qualche esempio? Il protagonista, Marcus Holloway, si ritrova ad hackerare un satellite a bordo di un missile della Gallilei, una compagnia assimilabile alla SpaceX di Tesla, grazie al quale scopre un sistema di monitoraggio che serve a spiare gli utenti in tutto il pianeta; oppure la vicenda in cui ci ritroviamo a rubare decine di email di una casa di produzione cinematografica, tutto molto simile a quanto successo a Sony Pictures nel 2014.

Tra passato e futuro, il mondo descritto da Watch Dogs 2 è tutt’altro che lontano e fantastico. Anzi, si basa su processi e strumenti largamente usati oggi e che, senza la dovuta attenzione, possono creare seri problemi su scala globale. 

Watch Dogs 2

Un'immagine del gioco Watch Dogs 2/@Ubisoft

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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