Gears of War: Judgment, cosa dobbiamo aspettarci?
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Gears of War: Judgment, cosa dobbiamo aspettarci?

Il quarto capitolo della saga propone piccole novità e una trama promettente, ma alcuni dubbi restano

Non è facile essere il quarto episodio di una serie che ha rivoluzionato lo sparatutto in terza persona e oltretutto ha perso per strada il suo creatore, quel Cliff Bleszinski che nel settore gode di uno status da rockstar. Eppure Gears of War: Judgment è ormai vicino alla prova del nove (22 marzo, solo per Xbox 360), pronto a sfidare coloro che paventano un titolo per far cassetta spremendo una saga blasonata.

Considerati i trailer e le prove in anteprima che abbiamo effettuato, per ora possiamo dire che, tutto sommato, se di spremitura si tratta almeno è al di sopra del minimo sindacale. La carneficina delle Locuste continua a essere spietata, frenetica e divertente, grazie a dinamiche di gioco ormai rodate al millimetro e a piccole novità che spostano leggermente alcuni equilibri senza però far danni. Per esempio, non porti più tre armi con te, ma solo due.

L'inserimento delle classi nel multiplayer online è forse il cambiamento più importante rispetto al passato. Sebbene tutto giri senza intoppi (un lungo hands on negli uffici Microsoft lo certifica), l'ombra di Call of Duty si palesa fin troppo.

Il vero ago della bilancia sembra essere la componente narrativa. Judgment, che è un prequel rispetto ai primi tre titoli della serie, parte da una premessa interessante: i protagonisti (fra cui i veterani Baird e Cole) sono trascinati davanti alla corte marziale per rispondere dell'accusa di crimini di guerra. Le loro testimonianze sull'accaduto consentono di raccontare l'Emergence Day, cioè il primo attacco delle Locuste, e di approfondire le personalità degli imputati, soprattutto quella di Baird. Scopriremo insomma perché il biondino strafottente che tutti conosciamo è stato degradato e perché la gerarchia militare gli fa venire l'orticaria.

Questo tipo di struttura si presta a un affresco narrativo più ampio rispetto ai precedenti Gears of War e proprio questa è l'intenzione di Tom Bissell e Rob Auten, che condividono i crediti per la sceneggiatura: in un'intervista di qualche tempo fa hanno dichiarato di aver voluto "fare dei personaggi il vero motore della storia", lavorando a suon di flashback e cut scene per infondere anima nelle pallottole esplose.

Tutto bene, ma un conto è avere l'intenzione e gli strumenti per una trama con gli attributi, un altro è riuscire a scriverla. Qui si gioca la partita per stabilire se Gears of War: Judgement sarà un titolo appena sufficiente oppure una new entry di peso all'interno di una saga gloriosa. Non resta che attendere l'uscita nei negozi per un giudizio definitivo.

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Aldo Fresia

Scrivo di cinema e videogame. Curo e conduco la trasmissione radiofonica Ricciotto.

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