Ruzzle-dipendenza? Ecco i 10 sintomi
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Ruzzle-dipendenza? Ecco i 10 sintomi

Vedi combinazioni di parole ovunque, anche prima di addormentarti? Cerchi improbabili accrescitivi? Riempi ogni buco della tua giornata con una sfida? Allora non ci sono dubbi: sei entrato irrimediabilmente nel “tunnel” di Ruzzle

Da qualche giorno ti comporti in maniera strana. Sei assente, svagato, a volte inappetente. L’unica cosa che desideri è sederti sul divano, accendere il tuo smartphone e cliccare sull’icona gialla con la “R” in bella vista. Nonostante tu stia provando in tutti modi a negarlo a te stesso, ormai non ci sono dubbi: sei entrato nel tunnel di Ruzzle.

E ci sono almeno 10 chiari sintomi che lo dimostrano:

1. OGNI OCCASIONE È BUONA PER FARE UNA PARTITA

Alla fermata dell’autobus, in pausa pranzo, seduto sul wc: ogni occasione è buona per fare una partita a Ruzzle. In fondo bastano due minuti per una manche, sei per una partita intera. Poi non dire che nelle tue giornate non ha più un minuto libero.

2. VEDI PAROLE OVUNQUE

Trattasi di variante della Sindrome del Tetris: succede che a un certo punto cominci a vedere pezzi del gioco ovunque, anche quando sei lontano dal monitor. Solo che in questo caso non sono mattoncini, ma parole. Il sintomo più comune è la visione notturna di lemmi prima di addormentarsi, ma nei casi più gravi si può arrivare a scorgere parole in movimento in qualsiasi spazio fisico dotato di lettere, compresa la tastiera del PC.

3. I TUOI MIGLIORI AMICI? SONO QUELLI DI RUZZLE

Hai cominciato sfidando i tuoi amici di Facebook e Twitter, ma ora ci hai preso gusto: sfidi tutti, anche i cosiddetti “avversari a caso”, gli utenti pescati random da Ruzzle fra gli iscritti al gioco. I migliori li hai salvati in una lista ad hoc: player iper-selezionati che hai scelto per le tue partite più calde, ma soprattutto persone che non hai mai visto in faccia e che ormai frequenti più dei tuoi migliori amici.

4. SEI DIVENTATO IL MAGO DEGLI ANAGRAMMI

All’inizio pensavi che lo scopo di Ruzzle fosse quello i farti apprezzare le infinite e meravigliose combinazioni che si nascondono dietro il nostro alfabeto. Ma dopo la millesima partita sei diventato molto concreto. Te ne accorgi perché i tuoi polpastrelli vanno da soli come in preda a un esorcismo: non appena vedi sul tabellone un incrocio di una “M”, una “R”, una  “I” e una “A” scatti come Usain Bold nei 100 metri per completare il tuo quintetto di parole fatte: MIRA, RAMI, MARI, RIMA e ARMI.

5. CERCHI MONOSILLABI IMPROBABILI

A Ruzzle, ormai lo sanno tutti, non si vince solo con le parole più lunghe. È importante – specie nelle prime due manche del gioco – trovare il maggior numero di combinazioni. Tutto fa brodo, anche i monosillabi: articoli, preposizioni, congiunzioni, sigle, BO, DI, LI, LA e via dicendo. Il rischio, ovviamente, è quello di cominciare schiacciare a caso sulla tastiera alla ricerca di improbabili monosillabi. FZ? Riprova, sarai più fortunato

6. HAI IL DONO DELL'UBIQUITA'

In principio sfidavi i tuoi amici uno alla volta. Poi la febbre del gioco ti ha spinto a cercare altri avversari anche durante le pause. Il sistema di gioco di Ruzzle, del resto, ti permette di mettere una partita in stand-by anche fra una manche e l’altra. E così ti ritrovi a giocare 10 partite contemporaneamente con 10 avversari diversi. Roba che anche Kasparov avrebbe qualche serio problema…

7. DAI PLURALI MAI ESISTITI…

Il giochetto è semplice. Trovi il parolone e poi lo "declini": dal singolare al plurale, oppure dal femminile al maschile. Quando realizzi che cominci a cercare con troppa insistenza generi e numeri improbabili - come “GINNASIA”, “PIEDO” e “TELEFONE” comincia a farti qualche domanda, prima che sia troppo tardi.

8. …AI FALSI ACCRESCITIVI (E VEZZEGGIATIVI)

Da gesso a gessetto, da scarpa a scarpone, da borsa a borsetta il passo è breve. E garantisce un sacco di punti “facili”. Il rischio, anche in questo caso, è quello di farsi prendere troppo la mano e cercare ossessivamente accrescitivi, diminutivi e vezzeggiativi di senso incompiuto. Mettitelo bene in testa: parole come CILIEGETTE o CORSIVONI in italiano non esistono.

9. PAROLONI? NO, PAROLACCE

Ogni parola è buona pur di portare a casa il risultato. Anche le parolacce. Ormai non ti fai più scrupoli:  TROIA, TERRONE e altre scurrilità di varia natura e specie sono entrate di diritto nel tuo vocabolario Ruzzliano. Bounjour finesse? Al diavolo, l’importante è vincere.

10. MAI DARSI PER VINTO (E RI-VINTO)

Giochi una partita. E la perdi. Chiedi la rivincita. E ri-perdi. Se fossi un uomo d’onore a questo punto dovresti deporre le armi e ritirarti in un eremo a meditare. Ma tu, ormai lo hai capito, sei un Ruzzle-dipendente e non puoi fermarti: così chiedi un’altra rivincita, e un'altra ancora. Almeno fintantoché non riesci a battere il tuo avversario.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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