Valour, la bici hitech del futuro (prossimo)
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Tecnologia

Valour, la bici hitech del futuro (prossimo)

Ha funzioni di navigazione, integra sensori per la sicurezza e tiene traccia di tutti i percorsi

È abbastanza ingenuo sostenere che la bici, nel tempo, sia rimasta identica a se stessa. Si è evoluta, e parecchio: perfezionando i materiali con i quali è stata costruita per esaltare leggerezza, prestazioni, comodità di guida sui pedali. È diventata elettrica per sposare le esigenze di una mobilità urbana sostenibile allergica al sudore e si è fatta pieghevole, o miniatura di se stessa, o vestita con orpelli e tocchi vari di design, per andare incontro alle mode e contaminare l’essenzialità di una funzione con i vezzi della forma.

Le due ruote hanno anche imparato a dialogare con la tecnologia, a ospitare navigatori da agganciare al manubrio, app per tenere d’occhio percorsi e calorie bruciate, social network per ciclofili. Ma il rapporto tra chip e sellino è stato sempre un po’ forzato, mai armonico, abbastanza scomodo. Almeno finora, con l’arrivo di modelli che hanno lo scopo manifesto di integrare l’hi-tech a bordo, un po’ come è successo sulle automobili nel passaggio epocale dalla meccanica all’elettronica. Si pedala sempre, ma con qualche coccola d’ispirazione digitale in più.

C’è un modello in particolare che interpreta benissimo questa tendenza: si chiama Valour e al momento sta raccogliendo fondi sul sito Kickstarter. Missione già compiuta, visto che dei 100 mila dollari previsti per sbarcare sul mercato ne sono già arrivati più del doppio. Valour si definisce come la prima bici connessa al mondo. Connessa al nostro smartphone, ovviamente, ma con la libertà di tenerlo in tasca una volta partiti.

Già, basta impostare la nostra destinazione sulla sua app, disponibile per iOS, Android e smartwatch Pebble, per essere guidati passo dopo passo, anzi svolta dopo svolta, da un sistema di luci a led presenti sul manubrio, che indicano lampeggiando discretamente quando è il momento di girare a destra o a sinistra. Nessuna voce robotica in cuffia, solo questa piccola segnalazione che ha lo scopo di non distrarre in mezzo alle insidie del traffico.

Al proprio arrivo si può leggere il tempo impiegato, la distanza percorsa, la velocità massima raggiunta, le calorie bruciate e tenere uno storico quotidiano. Già visto, basta una app per il telefono e siamo lì, direte. E vi sbagliate: i sensori non sono i soliti accelerometri del cellulare, ma sono integrati a bordo della bicicletta e dunque molto più affidabili rispetto a un sistema che si affida alle oscillazioni verso l'alto e il basso della nostra coscia.

Altri sensori svolgono un compito ancora più interessante. Indicano, facendo vibrare il manubrio, se c’è una vettura che si sta avvicinando troppo dietro di noi o ci sta affiancando, come si vede nel disegno qui sotto. Un utile metodo per reagire o almeno essere preparati a manovre improvvise. O più semplicemente a spostarsi leggermente sulla destra e lasciarsi superare.

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Nell’epoca dei social network, non poteva mancare una funzione che aspirasse a creare una community di possessori di questo evoluto esemplare di due ruote. Si possono condividere percorsi, segnalare deviazioni e interruzioni sulla strada (alla Waze maniera, per capirci), ma soprattutto attivare una modalità che torna molto comoda quando la bici viene rubata. Se il furfante su pedali passa accanto a qualsiasi smartphone che ha installata la app di Valour, il proprietario riceve una notifica. Così, se la bici viene parcheggiata nei dintorni della segnalazione, c’è una buona possibilità di ritrovarla. Il video qui sotto (in inglese) ne riassume tutte le caratteristiche.

Valour è costruita in fibra di carbonio e promette estrema leggerezza - siamo intorno ai sette chili - e una grande durabilità. I primi esemplari, già acquistabili su Kickstarter, sono venduti a partire da 1.050 dollari (circa 750 euro) e saranno spediti dopo l’estate, anche in Europa, tra ottobre e novembre. Il futuro della bici dista solo qualche mese.        

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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