Twitter Transparency Report: quanti sono i cinguettii da zittire?
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Twitter Transparency Report: quanti sono i cinguettii da zittire?

Dopo Google, anche la piattaforma di microblogging rivela le statistiche sulle richieste di contenuti da censurare

Twitter ha rilasciato Transparency Report, la prima statistica che mostra il numero di richieste ricevute da parte dei governi e dei detentori di dirtti d’autore per la rimozione di contenuti impropri o per l'acquisizione di informazioni sugli utenti. Seguendo l’esempio di Google , dunque, anche il servizio di microblogging creato da Jack Dorsey mette in pubblica piazza le istanze di censura. Del resto con sei milioni di tweet al giorno la possibilità che qualcuno consideri un cinguettio improprio o quantomeno “stonato” è altamente probabile.

Il rapporto della trasparenza di Twitter è stato stilato in base a tre diverse categorie: le richieste dei governi per ottenere informazioni sugli utenti, quelle riguardanti la cancellazione dei contenuti e e le richieste provenienti da titolari di copyright per la rimozione di contenuti illegali.

Lo staff di Twitter ha ricevuto più richieste nella prima metà del 2012 che in tutto il 2011, il che lascia pernsare che il numero di cinguettii sotto osservazione sia destinato a salire. Solo per i contenuti protetti da diritto d'autore sono pervenute 3378 richieste, di cui 600 accolte.

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Gli Stati Uniti guidano la classifica delle nazioni più “ficcanaso”: 679 le richieste provenienti dalle autorità americane per avere informazioni sugli utenti (contro gli 11 del Regno Unito). Fra questi spicca il caso di un iscritto coinvolto in alcuni disordini nel corso di Occupy Wall Street sul ponte di Brooklyn lo scorso ottobre su cui è intervenuto un giudice del tribunale penale di New York che ha ordinato a Twitter la riconsegna dei dati e dei contenuti sottoposti a "sequestro preventivo".

Il rapporto di trasparenza verrà rilasciato due volte l'anno. Twitter ha fatto sapere che collaborerà con Herdict, un servizio sviluppato dal Berkman Center for Internet & Society presso l'Università di Harvard nel quale gli utenti possono segnalare siti Web bloccati o sottoposti ad attacchi di tipo denial-of-service.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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