Volunia, troppo bello per essere vero
Tecnologia

Volunia, troppo bello per essere vero

Massimo Marchiori abbandona il suo progetto. L’ennesima conferma che in Italia è difficile (se non impossibile) fare innovazione digitale

Siamo tornati coi piedi per terra, dunque. Altro che innovazione tricolore. Volunia, il motore di ricerca che avrebbe dovuto farci volare leggeri su Internet, alza bandiera bianca. O meglio, ad arrendersi è il suo creatore, Massimo Marchiori, ma è lo stesso.

"Lascio la direzione tecnica di Volunia perché qualcun altro vuole farla al posto mio. Vuole poter decidere tutto, senza di me. E si è quindi sostituito alla mia posizione, intimandomi di farmi da parte". Questo lo sfogo del matematico-informatico italiano che lascia uno spiraglio per il futuro (“Occorrerebbe una nuova gestione per il bene del progetto: a quel punto potrei rientrare") ma che in cuor suo sembra aver già deciso. Difficile a questo pensare pensare che senza l’apporto del suo padre fondatore Volunia possa avere un futuro radioso.

E dire che ci avevamo creduto un po’ tutti al miracolo. All’idea che un progetto tutto italiano potesse sfidare Google e tutti i big della Silicon Valley. Assurdo, certo, ma l’idea era buona, eccome.

Col senno di poi vien da pensare che ancor prima che Marchiori gettasse la spugna si era capito che c’era qualcosa che non andava. Si era capito che c’era una distanza abissale fra quello che ci aveva raccontato Marchiori e la dura e cruda realtà.

Volunia doveva essere qualcosa di più di un motore di ricerca: uno strumento che a differenza di Google non esauriva il suo “compitino” nel momento in cui ci presentava una serie di siti più o meno pertinenti, ma rimaneva attivo mostrandoci tutte le informazioni correlate (una mappa grafica per orientarci meglio fra i meandri del sito, le foto, i video e i documenti in esso presenti), nonché l'impronta di tutti quegli utenti che come noi avevano cercato quei contenuti, come in un grande social network della ricerca. E invece si è rivelato un motore di ricerca un po’ scalcinato, inaccessibile ai più e soprattutto poco funzionante.

Quella distanza, ora lo abbiamo capito, era l’espressione sul campo di una distanza fra persone. Fra chi aveva le idee e chi quelle idee doveva farle fruttare. Marchiori si è illuso che col lavoro e l’entusiasmo avrebbe potuto colmare quel gap strutturale che nel nostro Paese frena così spesso l’innovazione, soprattutto quella digitale. Si sbagliava, evidentemente. E ha deciso (saggiamente) di abbandonare la nave prima di vederla affondare, col rischio magari di fare figura dello Schettino di turno.

Speriamo, a questo punto, che possa trovare altrove un terreno più fertile per far crescere le sue idee, come già successo ad altri nostri connazionali che hanno cercato e trovato fortuna all'estero. Noi ne saremo orgogliosi comunque.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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