Superuomo a metà: i Google Glass limitano la vista
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Tecnologia

Superuomo a metà: i Google Glass limitano la vista

Uno studio americano spiega i problemi per chi indossa in certe situazioni gli occhialini smart. Ma Google non ci sta

Sin dal lancio nel 2013, i Google Glass erano stati definiti come un oggetto rivoluzionario. La promessa era chiara: rendere ognuno un uomo dalla vista “bionica”, intesa come possibilità di andare oltre il semplice ambiente reale che si ha dinanzi. L’accesso a contenuti multimediali, foto, messaggi e navigazione web, avrebbe permesso a chiunque di essere più intelligente, come dicono gli inglesi “smart”. Ma il prezzo da pagare potrebbe essere troppo alto.

È ciò che uno studio di Tsontcho Ianchulev, professore associato del dipartimento di oftalmologia dell’Università della California, tenta di spiegare. “Sono un utilizzare avido di tecnologia – ha detto nei giorni scorsi – e ho avuto possibilità di provare sin dall’inizio i Google Glass. Ma stavo per incorrere in un incidente in auto mentre li indossavo ed è lì che mi sono accorto di quanto la mia visione periferica fosse limitata dal paio di occhialini, anche da spenti”.

Quello che Ianchulev ha definito come “visione periferica” è  una delle caratteristiche dell’occhio umano. Abbiamo due tipi di visioni oculari, quella detta “centrale” e la “periferica”. La visione centrale si focalizza su un singolo oggetto alla volta e permette di vederne i particolari, mentre quella periferica serve a definire il contesto in cui questo oggetto è posizionato. Basta limitarla per fare a meno di una parte del campo visivo.

“Quello che abbiamo fatto è stato testare i Google Glass in maniera molto semplice e concreta, utilizzando l’oftalmologia classica per compararli a normali occhiali da vista. Così abbiamo scoperto che l’asticella dei Glass taglia fuori una porzione della visuale che permette alle persone di guardare all’estremità destra del campo visivo, prevenendo anche avvenimenti disastrosi” – ha detto Ianchulev.

Più che software, il problema evidenziato dal team californiano è hardware, ovvero correlato alla struttura degli occhialini di Google. Niente che non si possa risolvere con un nuovo design del dispositivo. Ma secondo Big G non ce n’è bisogno: “Basta indossare degli occhiali da vista o da sole, un cappello da baseball o il cappuccio della felpa per accorgerci che questo studio non rivela niente di nuovo: indossare qualcosa in testa o sul volto può ridurre la nostra visione periferica. Sin dall'inizio, il team di Glass ha lavorato a stretto contatto con molti esperti per sviluppare un dispositivo sicuro e, dopo diversi studi approfonditi, non ha riscontrato nessun problema di sicurezza quando i Google Glass vengono utilizzati in modo corretto”. C’è un però ed è relativo alla differenza nell’utilizzo quotidiano di altri strumenti, che possono interferire con la vista, rispetto ad un paio di occhialini iperconnessi.

È probabile che quando diventeranno popolari, con una vasta fetta di popolazione ad utilizzarli, i Google Glass resteranno appoggiati sul naso delle persone per un tempo superiore a quello di un cappello o di un cappuccio, soprattutto in situazioni particolari, come quando si guida. Ad oggi alcune leggi nazionali vietano l’utilizzo degli occhialini ma non la possibilità di indossarli da spenti. Una problematica che, secondo Ianchulev, vale la pena di approfondire.

La struttura dei Google Glass

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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