Vi spiego perché WeChat è meglio di WhatsApp
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Vi spiego perché WeChat è meglio di WhatsApp

Andrea Ghizzoni, Country Director di WeChat Italia, ci racconta quali sono i punti di forza del servizio che contende all’applicazione appena acquisita da Facebook la palma di piattaforma di messaggistica più popolare del mondo

La fragorosa acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook sembra aver messo in ombra tutto il resto del movimento dell’instant messaging. Eppure, a ben vedere, di spunti da trattare al di fuori del matrimonio consumatosi fra Menlo Park e Mountain View ce ne sarebbero eccome. A cominciare dalla baldanza dei competitor, oggi più che mai pronti a rivendicare una superiorità che nessuna offerta miliardaria può comunque oscurare.

A guidare la cordata dei servizi anti-WhatsApp c’è WeChat, applicazione fondata nel 2011 dalla cinese Tencent, disponibile per tutte le principali piattaforme mobili (Android, BlackBerry, iOS, Symbian e sistemi operativi Windows Phone) e localizzata in molte lingue, italiano compreso. L’incontro con Andrea Ghizzoni, Country Director di WeChat Italia, ci permette di chiarire quali sono le reali ambizioni del servizio.

Abbiamo capito che in questo settore il numero di utenti conta più di qualsiasi altra cosa. Iniziamo dai dati, quindi. Quanti iscritti conta ad oggi WeChat?
In totale sono circa 400 milioni. Ma al di là del numero complessivo credo sia più interessante notare il trend di crescita del servizio. Se escludiamo la Cina, che ad oggi fa la parte del leone con circa 300 milioni di utenti registrati, nel resto del mondo abbiamo registrato nel secondo semestre dello scorso anno un incremento del 100%: da 50 milioni a 100 milioni. È un trend inarrestabile, che non dà segni di rallentamento.

E in Italia qual è la situazione?
Analogamente a quanto fanno i nostri concorrenti abbiamo deciso di non fornire i dati a livello locale. Posso però dirvi che in Italia stiamo registrando gli stessi trend di crescita che osserviamo a livello globale. Credo che sia un risultato molto importante per un'azienda asiatica che si affaccia all'estero senza avere prodotti low-cost da vendere: stiamo entrando in un mercato molto competitivo, con gusti molto sofisticati, abitudini consolidate e una base di utenti che magari utilizza altre piattaforme più o meno simili.

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Le altre piattaforme, appunto. Per quale motivo un utente dovrebbe scegliere WeChat al posto di WhatsApp (ma anche, Line, Telegram, Viber o qualsiasi altro servizio di messaggistica)?
Credo ci siano almeno tre buoni motivi per farlo. La portata della piattaforma, innanzitutto: WeChat nasce con l'idea di offrire un numero virtualmente illimitato di servizi. Chi decide di sposare la nostra filosofia entra in un mondo che permette e permetterà di fare tantissime cose. In secondo luogo c'è la comodità: WeChat permette di gestire community più o meno ampie, cerchie di amici diverse e condividere una pluralità di contenuti differenti in modo semplice e nativamente mobile. Infine non dobbiamo dimenticare chi c'è dietro al progetto: WeChat non è una startup qualunque, chiunque si iscriva al servizio sa di avere alle spalle una multinazionale molto forte e solida.

Non ha citato il prezzo...
La portata di questa rivoluzione è talmente elevata che il fatto che non ci sia un costo legato all'utiizzo dell'app è qualcosa che do quasi scontato. Penso che i nostri utenti ci riconoscano altri meriti. La ricchezza di servizi, ad esempio, o il controllo della condivisione. Con WeChat puoi controllare molto bene chi condivide cosa.

Parliamo di servizi allora. È evidente che i messaggini gratis ormai non facciano più notizia, ci vuole altro. In questo senso qual è il vero valore aggiunto di WeChat?
La condivisione. Gli utenti oggi tendono a condividere qualsiasi cosa. In tutti i campi, non solo nel mondo social. Basta guardarsi intorno, stiamo assistendo a trasformazioni radicali: prima c'erano i finanziamenti delle banche oggi c'è il crowdfunding, prima avevamo la macchina oggi pensiamo al car sharing, prima conservavamo le foto negli album oggi le condividiamo in maniera più o meno aperta su Flickr, Facebook, Instagram. Noi vogliamo essere presenti in tutte le dimensioni dell'interazione con le persone. Significa mettere a disposizione una piattaforma mobile fin dalla nascita che permette di abilitare tutto questo desiderio di condivisione. La parte di comunicazione è quella più semplice da comprendere: mandare messaggi e chiamare gratuitamente, ma la differenza la fai quando porti una vera trasformazione nelle abitudini delle persone.

A quali trasformazioni si riferisce?
Basta guardare a ciò che sta facendo Weixin (così si chiama WeChat in patria) in Cina. Qualcosa che ha già cambiato profondamente le dinamiche sociali del Paese. Le persone fanno foto e le condividono nelle chat di gruppo, condividono i risultati dei videogiochi, seguono una celebrità o un'azienda e quando ricevono da questi un contenuto rilevante lo girano agli amici. Si può dire che WeChat alimenti questa economia di socialità e contenuti condivisi.

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A proposito di economia, cosa ci guadagnate da tutto questo turbinio di condivisioni?
Il modello di monetizzazione è ancora in fase di definizione, ma è evidente che le cose che possiamo offrire su questa piattaforma sono tante e tali che non abbiamo bisogno di far pagare per il suo utilizzo. Siamo a tutti gli effetti un canale su cui possiamo offrire servizi, direttamente o attraverso i nostri partner

Può farci un paio di esempi per chiarire?
Un'applicazione di questo tipo può diventare una carta di credito a tutti gli effetti: laddove c'è una vending machine si può passare WeChat sul QR code ed effettuare un pagamento sicuro. E poi c'è tutto il discorso legato all'acquisto di beni virtuali, si pensi alla gamification, o ai contenuti aggiuntivi per il mondo dei videogiochi offerti a pagamento.

WeChat, WhatsApp, Viber, Line, Telegram e aggiungiamoci anche Skype. Non pensa che le piattafome di messaging stiano diventando troppe?
No, penso solo che siamo all’inizio di un percorso di differenziazione. Qualche anno fa pensavamo non ci fosse spazio per altri social network al di fuori di Facebook, oggi sappiamo bene che gli utenti possono stare su più di una piattaforma purché ci sia una varietà nella proposta: il social per gli amici, quello per parlare a un'audience più vasta, uno per caricare foto di qualità. Ecco, credo che anche nel settore del messaging assisteremo a un'evoluzione simile: ci saranno certamente persone che decideranno di usare un'unica piattaforma per fare tutto, altre che invece vorranno distillare le singole funzionalità da ciascuna app pur di avere la migliore esperienza per ogni necessità.

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La domanda è inevitabile. Come giudica l’acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook? Molti si sono scandalizzati per il valore stratosferico dell’operazione.
Il valore dell’investimento sia in termini assoluti che per singolo utente, evidenzia come le app di messaggistica stiano rapidamente evolvendo in qualcosa di molto più importante, riducendo il confine tra chat e social network. In questo contesto, l’approccio “olistico” seguito da WeChat, che mira a offrire non solo uno strumento di comunicazione, ma una vera e propria social platform in grado di offrire contenuti e servizi, oltre a uno strumento di comunicazione all-in-one, penso sia ancor più vincente

Prima Messi, poi Belen: ci svela quale sarà il prossimo testimonial di WeChat?
Ci stiamo pensando. Più andiamo avanti e più vorrei che fossero i nostri servizi e contenuti a parlare per noi.

 

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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