Twitter, da oggi si possono ricercare anche i vecchi tweet
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Tecnologia

Twitter, da oggi si possono ricercare anche i vecchi tweet

Il nuovo aggiornamento dell'app mobile introduce una nuova interfaccia e la possibilità di trovare tweet più vecchi di una settimana. La ricerca di Twitter comincia ad avere senso

L’aggiornamento dell’applicazione Twitter per mobilereso disponibile ieri è uno di quelli che sarebbe meglio non lasciar passare inosservato. E non solo per una serie di novità nell’interfaccia che rendono decisamente più intuitivo l’utilizzo della piattaforma (è finalmente possibile cliccare su un link condiviso senza dover aprire l’intero tweet), ma anche e soprattutto perché dopo anni di pressanti richieste da parte degli utenti, Twitter ha cominciato a rendere disponibili come risultati di ricerca anche i tweet più vecchi di una settimana.

Lo scorso dicembre, Twitter aveva annunciato che avrebbe reso possibile scaricare l’intero archivio dei propri tweet , poco meno di un mese fa, poi, era cominciata a circolare la notizia secondo cui Twitter sta sviluppando un innovativo motore di ricerca che fonde intelligenza artificiale e manodopera umana. In questa cornice la scelta di rendere finalmente accessibili i tweet “scaduti” ha perfettamente senso, e aiuta a consolidare un’infosfera, quella di Twitter, che per sua natura fino ad oggi è stata piuttosto aleatoria .

Tuttavia, questo non significa che di qui a poche settimane potrai andare a cercare quel tweet che un tuo amico aveva condiviso anni fa e che nessuno aveva ritwittato (ma che per te era importantissimo), nell’annunciare l’ultimo aggiornamento, infatti, Twitter ha precisato che verranno “sbloccati” solo alcuni tweet, quelli più rilevanti e che hanno dimostrato di saper coinvolgere maggiormente l’utenza.

Ma perché Twitter, una compagnia che da tempo ha chiaramente diretto la propria prua verso l’orizzonte del social video e del photo-sharing , mostra un interesse così forte verso la ricerca? La prima risposta che vi è venuta in mente è quella giusta: pubblicità. Diversi studi hanno dimostrato che dietro la maggior parte delle ricerche web nasconde un potenziale intento d’acquisto, nel caso di Twitter questa cosa è stata di recente comprovata dal fatto che gli ad pubblicati in mezzo a risultati di una ricerca mostrano una percentuale di clic (CTR ) notevolmente superiore a quello degli ad pubblicati nel feed principale della piattaforma.

Non stupitevi dunque se, una volta che questa novità verrà introdotta trasversalmente, continuerete a faticare a trovare quel misterioso tweet, ma verrete in compenso subissati da cinguettii molto meno interessanti ma stracondivisi.

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Fabio Deotto