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Tecnologia

Perché WhatsApp (e le chat) piacciono più dei social network

5 motivi che spiegano l’incredibile ascesa delle app di Instant Messaging, ormai più utilizzate di Facebook e qualsiasi altro media "sociale"

La notizia l'avevamo fiutata nell’aria, forse perché ciascuno di noi, nel suo piccolo, si sente parte di quel gigantesco campione che è la popolazione online: WhatsApp, e il mondo delle chat in genere, piace più dei social network.

A confermarlo un’indagine condotta da Busines Insider che rileva come l’attività delle prime quattro applicazioni di Istant messaging, sommata, abbia ormai superato quella di Facebook e degli altri 3 pesci grossi dell’oceano sociale.

Il segreto di questo successo? Un mix di semplicità, leggerezza e privacy. Qui di seguito ci concentreremo sui 5 motivi principali che fanno delle chat lo strumento più utilizzato della nostra comunicazione digitale [Scorri Avanti per continuare].

Perché sono più semplici da utilizzare

WhatsApp e le altre app di messaggistica, in fondo, non sono altro che l’evoluzione degli SMS. Non servono foto imbellettate, video ad effetto, aggiornamenti gradassi. Pochi fronzoli, insomma, ciò che conta è il succo, ovvero il nostro pensiero. Basta sfoderare il telefonino e siamo subito nel cuore della discussione.

Perché consumano meno dati

Le chat sono anche generalmente più parche nel consumo di dati. Innanzitutto perché utilizzano un’interfaccia più leggera di un social network, accessibile persino da un cellulare di vecchia generazione connesso a una rete 2G; in secondo luogo perché non c’è tutto quell’affollamento di contenuti multimediali che si vede sui network sociali (né tantomeno un sistema che provvede a riprodurli in automatico).

Perché sono private

Sulla privacy non c’è partita. Da un lato (Facebook e i suoi fratelli) ci sono degli Universi aperti che tutt’al più possono essere recintati tramite le opportune impostazioni personali; dall’altra (WhatsApp & Co) ci sono piattaforme chiuse nate per abilitare la comunicazione 1-to-1 o le cosiddette chat private. Un presupposto che, come vedremo, condiziona anche le tipologie di contenuti condivisi.

Perché non c’è la pubblicità

Almeno per ora. Già, perché non è detto che un domani le app di messaggistica istantanea non decidano di trasformare tutto questo traffico di messaggini in qualcosa di più redditizio. Altrove (vedi in Cina) è già così: con le chat si paga la pizza d’asporto, il conto del taxi, le bollette della luce.

Perché si può condividere di tutto

Dalle donne nude agli improperi verso il capo ufficio. Le chat, è evidente, rappresentano un luogo più confidenziale, forse più vicino al vero. Innanzitutto perché - lo abbiamo appena visto - più protetto, in secondo luogo per il tipo di comunicazione che stimolano: più veloce, schietta, essenziale. Così gli amici del calcetto possono fare spogliatoio tutta la settimana, mentre le mogli sono libere di (s)parlarsi alle spalle. Giù la maschera, insomma: sulle chat siamo quel che siamo, coi nostri pregi e i nostri difetti.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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