Facebook ha una gatta difficile da pelare: il traffico d’armi
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Tecnologia

Facebook ha una gatta difficile da pelare: il traffico d’armi

Facebook prova ad arginare la proliferazione di post che promuovono la vendita d’armi. Ma non è così semplice

A noi potrà sembrare assurdo, ma a quanto pare Facebook ha un problema con le armi da fuoco. Nello specifico, alcuni utenti stanno utilizzando Facebook (e Instagram) come bacheca per vendere armi di vario genere. Che problema c’è? - direte voi - Basta che Zuckerberg e soci blocchino tutti quelli che cercano di vendere doppiette e revolver sul social network e possono tornare a contare placidi i propri miliardi.

La faccenda non è così semplice. Mentre da noi procurarsi una pistola è un’impresa che richiede di superare una serie di ostacoli burocratici, negli Stati Uniti il possesso di armi da fuoco è considerato un diritto inalienabile, e procurarsi una calibro 45 non è poi tanto più complicato che procacciarsi una bottiglia di vodka.

Così, per arginare il fenomeno, Facebook ha dovuto radunare attorno a un tavolo fior di avvocati per trovare una via d’uscita costituzionalmente valida per regolare la pubblicizzazione delle armi da fuoco sulla sua piattaforma.

Anche se di recente abbiamo ricevuto lamentele specifiche da utenti che visualizzano offerte per la vendita privata di armi da fuoco, questo è uno dei tanti ambiti in cui è difficile bilanciare il desiderio degli individui di esprimersi sulla nostra piattaforma” si legge sul comunicato ufficiale.

Per evitare, ad esempio, che un ragazzino abbia modo di portarsi in cameretta una carabina, senza tarpare la necessità di alcuni utenti di “esprimersi” sulla piattaforma, Facebook oggi ha introdotto una serie di precauzioni ad hoc:

- "Ogni volta che riceviamo una segnalazione su Facebook riguardante un post che promuove la vendita di un bene regolamentato, inviamo un messaggio a quella persona ricordando a lui o a lei di attenersi alle leggi e alle regole esistenti. Inoltre, limiteremo l’accesso a quel post alle persone di età inferiore ai 18 anni.

- Esigeremo che le Pagine che vengono utilizzate principalmente per promuovere la vendita di servizi o beni regolamentati mantengano un linguaggio che ricordi chiaramente alle persone l’importanza di comprendere e attenersi alle regolamentazioni vigenti e, se richiesto dalla legge, che limitino l’accesso a persone inferiori ai 18 anni.

- Forniremo materiale informativo su Instagram per coloro interessati alla vendita o alla promozione di armi da fuoco.

- Non permetteremo agli utenti di postare offerte per la vendita di beni regolamentati che indichino la chiara volontà di infrangere o aiutare altri a infrangere la legge. Ad esempio, i venditori privati di armi da fuoco negli USA non avranno il permesso di specificare “non si richiede controllo dei precedenti”, né potranno offrire transazioni attraverso confini statali senza il supporto di un rivenditore autorizzato."

Insomma, mentre altre piattaforme, come Craigslist e Ebay vietano categoricamente qualsiasi forma di vendita di armi da fuoco, Facebook è intervenuto con i guanti di velluto per assicurarsi che nessuna delle parti in causa (le associazioni che si battono contro la vendita illegale di armi e chi vuole vendere e comprare armi via internet) possa sentirsi scomodo entro lo steccato del social network.

Tuttavia, la mossa non ha accontentato tutti. C’è chi, come Daniel Gross, presidente dell’influente gruppo Brady Campaign to Prevent Gun Violence, fa notare che l’unica soluzione è che “Facebook proibisca qualsiasi post che pubblicizzi la vendita o il trasferimento senza licenza di armi da fuoco negli USA.

Perciò, a quanto pare funziona così: se sei statunitense, hai delle armi da vendere e vuoi informare i tuoi contatti della cosa, puoi farlo in relativa libertà. Prova però a postare una foto in cui sei nudo (o anche l’immagine di un quadro con una donna nuda) e vedrai che l’indice moralizzatore di Facebook interverrà a redarguirti. C'est la vie.

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Fabio Deotto