Facebook, ecco perché i teenager ci insegneranno ad usarlo
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Tecnologia

Facebook, ecco perché i teenager ci insegneranno ad usarlo

Un nuovo studio rivela che i teenager condividono sempre più contenuti su Facebook, ma stanno molto più attenti alla protezione della propria privacy. Purtroppo (per Zuckerberg) però si stanno stancando della piattaforma

Quello che Mark Zuckerberg e soci temevano già da mesi è ormai ufficiale: gli adolescenti cominciano a mal digerire Facebook e il suo pesante corollario di stress e sovracondivisione. Lo rivela un accurato studio che l’agenzia Pew Research ha condotto su 802 ragazzi e ragazze americane di età compresa tra i 12 e i 17 anni, i cui risultati forniscono interessanti spunti per analizzare il rapporto che le nuove generazioni hanno con i social media.

Innanzitutto l’indagine rivela che nonostante 7 intervistati su 10 si dichiarino convinti dell’importanza di avere Facebook per mantenere vive le proprie relazioni sociali, la maggior parte di essi sostiene che l’entusiasmo verso la piattaforma sta calando, per via del fatto che gli utenti condividono troppi contenuti e che il progressivo aumento di adulti (leggi: genitori, insegnanti etc.) sulla piattaforma sta rendendo l’esperienza social sempre più stressante. Parallelamente, i teenager mostrano un interesse via via maggiore per Twitter, se nel 2009 infatti gli adolescenti che utilizzavano Twitter, nella fascia di età considerata, non superavano l’8%, negli ultimi quattro anni l’utilizzo è cresciuto costantemente fino a raggiungere quota 24%.

È interessante inoltre notare come gli adolescenti utilizzano i due social network. Mentre su Facebook tendono ad avere in media 300 amici, su Twitter la loro cerchia è assai più ristretta (79 follower). Un’altra differenza si riscontra nelle impostazioni per la privacy scelte per i due profili, chi ha un profilo Twitter tende a condividere tutto pubblicamente, chi ne ha uno Facebook preferisce blindare i propri contenuti.

In particolare, più il soggetto intervistato è giovane, più è chiara l’intenzione di “proteggere” il proprio profilo Facebook rendendo private le informazioni e le foto, e di crearsi una cerchia ristretta di amici limitata ai soli coetanei. Il 60% degli intervistati ha dichiarato di mantenere il proprio profilo privato. In un certo senso, è come se le nuove generazioni, native digitali e abituate sin dal triciclo a rapportarsi con un universo digitale in cui tutti possono vedere quello che scrivi e che mostri, stessero sviluppando una sensibilità per la privacy addirittura superiore a quella di adulti vaccinati cresciuti a pane e DOS.

Quindi Mark Zuckerberg e soci avevano ragione a sudare freddo ? Gli adolescenti si stanno preparando ad abbandonare in massa la nave? Magari per finire su Twitter o su Google+? No, la situazione è più complessa di quanto sembri. Facebook non solo continua ad essere un punto di riferimento impareggiabile, secondo lo studio Pew Research gli adolescenti si dimostrano sempre più inclini a condividere ogni singolo dettaglio della loro vita quotidiana (in particolare le foto).

Insomma, a quanto pare non ci sarà alcun esodo adolescenziale da Facebook, e la piattaforma di Zuckerberg non si trasformerà in un quartiere dormitorio della Rete pieno di vecchi nostalgici e troll falliti. Certo, se le incursioni nella privacy degli utenti dovessero peggiorare, i teenager potrebbero essere tra i pochi a sapere come tenersi stretti i propri dati.

 

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Fabio Deotto