Ecco perché Facebook vuole discriminare i contenuti satirici
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Ecco perché Facebook vuole discriminare i contenuti satirici

Alcuni utenti chiedono maggiore chiarezza e un modo per distinguere i contenuti autentici da quelli falsi, creati per ridere. E il social network obbedisce

Siccome negli ultimi anni la tecnologia sembra volersi sdraiare sull’imperativo “Nel dubbio: fai tutto a prova di scemo”, Facebook sembra aver deciso di adeguarsi ai tempi. Cercando di venire incontro agli utenti meno svegli, onde evitare che i suddetti possano rimanere turbati da articoli volutamente falsi, sta sperimentando una nuova funzionalità: il tag [SATIRE].

Dopo un primo giro di indiscrezioni, la conferma è arrivata da un portavoce dell'azienda di Menlo Park, che ha dichiarato al sito Ars Technica: “Stiamo conducendo un piccolo test che prevede l’integrazione della dicitura [Satire] (Satira, N.d.A) in capo ai link di articoli satirici che appaiono come correlati nel News Feed. Questo è dovuto al fatto che abbiamo ricevuto feedback da persone che chiedevano di poter distinguere in maniera più chiara gli articoli satirici dagli altri.

Ora, chi ha bazzicato siti come The Onion o Lercio.it sa di cosa si parla: articoli palesemente inventati come “Oste uccide due turisti americani: avevano messo del ketchup nella fiorentina” oppure “Musica: scoperto un terzo accordo in un brano di Ligabue”, ricevono i commenti indignati di chi, non capendo che si tratta di pura invenzione (e soprattutto, senza leggere per intero l’articolo), rovesciano in Rete tutta la propria inespressa indignazione verso le storture del mondo moderno.

Ok, confesso che qualche volta ci sono cascato anch’io, e posso capire che, preso dalla fregola del passaparola, qualcuno abbia fatto circolare notizie lette su Onion e siti simili, procurandosi una doccia fredda dagli amici meno creduloni. Ma anche se per certi versi un sistema per discriminare i contenuti fasulli da quelli autentici ha sicuramente una sua utilità, la sua attuale implementazione solleva alcune perplessità.

Innanzitutto, l’etichetta [Satire] viene applicata unicamente ai link correlati, e non invece ai link principali, né alle pagine delle testate satiriche in oggetto. Inoltre, la funzionalità rischia di rivelarsi addirittura controproducente, dal momento che non è (al momento) in grado di discriminare un contenuto satirico da uno tradizionale senza basarsi sul sito di provenienza.

In attesa di capire se la satira su Facebook verrà trattata come un film sconsigliato ai minori, fossi in voi ne approfitterei per spulciare siti come Literally Unbelievable , in cui vengono raccolte tutte le reazioni indignate agli articoli fasulli della rivista satirica The Onion.

 

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Fabio Deotto