Facebook? Ci rende tristi e insoddisfatti
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Facebook? Ci rende tristi e insoddisfatti

Secondo una ricerca USA più tempo passiamo sul social network più stiamo male. Meglio telefonate e chiacchiere da bar

La missione del social network di “rendere il mondo più aperto e connesso” è un ritornello globalmente riconosciuto. Ma le ultime ricerche dimostrano come i circa 1,1 miliardi di utenti di Facebook in tutto il mondo potrebbero pagare un costo troppo elevato per la loro permanenza sulla piattaforma di Mark Zuckerberg. Un nuovo studio dell’Università del Michigan ha evidenziato come i collegiali più adulti, frequentatori del social network, tendano a sentirsi peggio con l’aumento del tempo passato su Facebook. Lo studio, pubblicato sulla rivista PLOS One , afferma come il controllare freneticamente la propria bacheca, notifiche e messaggi abbia portato a cali di momenti di felicità e di soddisfazione nella vita degli esaminati.

Secondo John Jonides, neuroscienziato, ricercatore e co-autore della ricerca: “Intorno a Facebook c’è sempre un grande interesse perché è diffuso ovunque. Con qualcosa come mezzo miliardo di persone che lo visitano ogni giorno, risulta di importanza critica capire le conseguenze di un tale utilizzo sul nostro benessere psico-fisico”.

I ricercatori hanno testato le variabili di felicità e soddisfazione su 82 partecipanti. Il test consisteva nell'inviare messaggi di chat ad ognuno per cinque volte al giorno durante due settimane per esaminare come Facebook potesse influenzarne il comportamento. I messaggi di chat comprendevano domande circa la solitudine, ansia e in generale il benessere emotivo. Secondo gli studiosi non vi è alla base dell’utilizzo del social network una causa concreta che possa portare a tali cali di felicità e interesse, molto però dipenderebbe dal continuo “confronto sociale” dinanzi al quale Facebook ci pone quotidianamente.

Quando si visita il social network si possono leggere un sacco di cose sulla vita delle altre persone, inclusi post, foto e video, il che potrebbe rendere meno interessante la propria alla luce di quella degli altri” – afferma Jonides. È interessante notare come lo studio evidenzi come gli effetti di Facebook siano più pronunciati ed evidenti in coloro che socializzano maggiormente nella vita reale. Le persone che sono più dirette, aperte al confronto e all’interazione sociale hanno riportato più di altre un certo calo di benessere durante l’utilizzo di Facebook. Una conseguenza che andrebbe spiegata, secondo il neuroscienziato, con il fatto che le persone più attive socialmente sono quelle che si rendono maggiormente conto di cosa fanno gli altri e quindi maggiormente sensibili al contesto sociale perfettamente riprodotto su Facebook.

Se vi sentite depressi, i ricercatori dicono di avere la soluzione: meno Facebook. Secondo gli universitari del Michigan l’interazione face-to-face o una classica telefonata, entrambe superate dalla comunicazione digitale, producono l’effetto contrario all’assuefazione da social network, portando le persone a sentirsi meglio. 

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Antonino Caffo

Nato un anno prima dell’urlo di Tardelli al Mondiale, dopo una vita passata tra Benevento e Roma torno a Milano nel cui hinterland avevo emesso il primo vagito. Scrivo sul web e per il web da una quindicina di anni, prima per passione poi per lavoro. Giornalista, mi sono formato su temi legati al mondo della tecnologia, social network e hacking. Mi trovate sempre online, se non rispondo starò dormendo, se rispondo e sto dormendo non sono io. "A volte credo che la mia vita sia un continuo susseguirsi di Enigmi" (Guybrush Threepwood, temibile pirata).

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