Facebook non è più (solo) un social network
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Facebook non è più (solo) un social network

Il numero di utenti, l’impatto sull’economia e sull’informazione: la creatura di Mark Zuckerberg è ormai un’industria a tutti gli effetti

Che Facebook non fosse un social network come tutti gli altri lo si era capito da tempo. Almeno da quando il pallottoliere di Menlo Park ha superato il tetto del miliardo di utenti, diventando a tutti gli effetti una sorta di subcontinente digitale.

Ma non è solo una questione di popolarità (e popolosità). Ci sono tanti buoni motivi che fanno del servizio una realtà completamente diversa da tutte le altre. Qui di seguito vi raccontiamo come e perché la creatura di Mark Zuckerberg stia diventando un gigante anche negli impatti sociali, culturali ed economici [Scorri Avanti per continuare].

Tanti utenti, tutti piuttosto attivi

I conteggi ufficiali parlano di oltre 1 miliardo e 400 milioni di utenti, ma quel che più sorprende è l’engagement, il conivolgimento che Facebook riesce a creare (e a mantenere) coi suoi iscritti. In Italia, per esempio, il 76% degli utenti torna sul sito giornalmente trascorrendo in media il 25% di tutto il tempo totale speso su Internet. Una cifra - chiarisce Luca Colombo, Country Manager di Facebook Italia - persino superiore a quella dei primi 10 siti italiani messi insieme.

Una superpotenza del mobile

Per buona pace di chi la considerava un’azienda desktop-centrica, nata e cresciuto intorno agli al mondo PC, Facebook sta diventando uno dei principali interpreti della mobile generation. I dati parlano chiaro: se si guardano gli accessi nei 30 giorni, Facebook conta oggi più di un miliardo e 100 milioni di utenti provenienti da dispositivi mobili, con quasi mezzo miliardo di utenti (456 milioni per l’esattezza) che accedono al sito solo da smartphone o tablet. Se, come tutto lascia presagire, il futuro di Internet sarà all’interno delle nostre tasche, Facebook parte già con un enorme vantaggio.

Foto e video passano di qui

Foto e video sono sempre di più i contenuti trainanti nel mondo dei social e Facebook sta facendo di tutto per diventarne il principale veicolo. L’acquisto di Instagram nel 2012 e l’avvio della funzione Autoplay lo scorso anno sono solo la parte più evidente di un commitment che punta a fare del servizio un gigantesco contenitore multimedialE. Anche in questo caso sono i risultati che perlano: con circa 2 miliardi di foto condivise ogni giorno e più di 3 miliardi di video visti, Facebook è la più importante piattaforma di photo e video-sharing.

Un’industria da 227 miliardi

Una recente ricerca Deloitte ha stimato in 227 miliardi di dollari l’impatto generato da Facebook nell’economia mondiale. Una vera e propria miniera d’oro capace di muovere denaro sia direttamente, grazie all'advertising, sia attraverso un indotto fatto di piccole e grandi attività in ambito marketing, applicazioni e traffico dati. In Italia la ricchezza generata da Facebook ammonta a 6 miliardi di euro, con 70mila posti di lavoro creati nel 2014.

Un gigante della finanza

Dopo un avvio un po' titubante, il titolo di Facebook in Borsa ha letteralmente spiccato il volo: oggi un’azione del social network vale 78 dollari, più del doppio dell’IPO del 2012. Gli investitori stanno evidentemente premiando il buon andamento della società, in positivo da 10 trimestri consecutivi. Nel complesso il valore della società ammonta a 217 miliardi di dollari, una capitalizzazione più vicina a quello di un colosso farmaceutico che non a quella di un’Internet company.

Dalla comunicazione allargata a quella privata

Che Facebook non sia più solo un social network lo si capisce anche dalle tante ramificazioni della società nel mondo della comunicazione privata. Sommando gli utilizzatori di Messenger (500 milioni di iscritti) con quelli di WhatsApp (700 milioni), il social network di Mark Zuckerberg dispone di un secondo bacino utenti pari quasi a quello dei residenti sulla piattaforma social. La vera sfida sarà ora quella del mondo professionale, laddove un altro brand Internet (LinkedIn) sembra avere una marcia in più. L’arrivo di Facebook at Work ci dirà di più sulle reali ambizioni dell’azienda all’interno degli uffici.

Il primo organo di informazione?

Secondo una ricerca Pew Research, più di un terzo degli americani legge notizie da Facebook, una statistica che fa capire qual è il ruolo del servizio (e dei social network in genere) nell’accesso all’informazione. Il desiderio e la necessità di condividere, il caposaldo su cui si basa la mission della piattaforma di Mark Zuckerberg, sta evidentemente cambiando le abitudini dei lettori: ad oggi circa la metà degli iscritti condivide news provenienti da testate online; praticamente un quinto del traffico generato dai siti di informazione arriva direttamente da Facebook.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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