Facebook non è (più) un paese per giovani
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Social network

Facebook non è (più) un paese per giovani

Il social network continua a perdere la presa sugli under-18, che preferiscono piattaforme come Pinterest e Instagram. Serve una scelta di campo

Più o meno due anni fa, una notizia ha fatto il giro del web, proiettando scenari oscuri nel futuro di Facebook: gli adolescenti stavano lentamente abbandonando la piattaforma, sempre meno teenager passavano tempo sul social network più famoso di sempre per emigrare verso lidi più consoni ai loro gusti. Due anni dopo tutto sembra dimenticato, Facebook esiste ancora, e ancora non è spuntato un social network capace di sequestrare frotte di ragazzini al sito di Mark Zuckerberg.

Eppure.

Eppure è sufficiente dare un’occhiata ai dati raccolti dalla Frank N. Magid Associates (su un campione di 2000 utenti mobile) per capire che il trend individuato a inizio 2013 sta continuando, e la curva è sempre più ripida: se tra il 2012 e il 2013 la percentuale di under 18 che si dichiarava attiva sul social network era scesa dal 95% al 94%, tra il 2013 e il 2014 il tonfo è stato di ben 6 punti percentuali, tanto che “solo” l’88% degli utenti adolescenti continua a bazzicare i corridoi di Facebook.

Intendiamoci, sono comunque tanti, e a Menlo Park hanno ancora parecchio margine di azione prima di doversi rassegnare a mantenere nel proprio steccato solo utenti adulti. Eppure la tendenza è chiara, ed è persino spiegabile. Dovendo motivare cosa li trattenga sulla piattaforma, di quell’88% di utenti teenager solo il 9% ha dichiarato di considerare Facebook “affidabile” o “sicuro”, mentre solo il 18% ha dichiarato di stare su Facebook perché è “divertente”.

Ma se Facebook, nell’opinione di alcuni teenager, è così poco affidabile e divertente da volerlo abbandonare, quale piattaforma è ancora in grado di attrarre gli adolescenti? Pinterest, ad esempio, che secondo il 40% degli intervistati è “divertente” da utilizzare; oppure Twitter, che rispetto allo scorso anno ha guadagnato il 2%, passando dal 46% al 48% nella fascia di utenti under-18.

Bisogna poi notare che un numero significativo di nuovi utenti si è iscritto a Instagram, che ha superato da poco i 300 milioni di utenti attivi. Anche se i veri attrattori di quest’anno sono state le app di messaggistica, in particolare Snapchat, iMessage, Whatsapp, Google Hangouts e lo stesso Facebook Messenger.

La cosa curiosa, è che i bacini di attrazione più importanti, ossia Messenger, Instagram e Whatsapp sono tutte proprietà di Facebook. Perciò, almeno per ora, la strategia di acquisizione di Facebook sembra funzionare: questa struttura a vasi comunicanti sta consentendo a Zuckerberg e soci di lasciar circolare l’utenza da una piattaforma all’altra senza che abbandoni mai veramente l’ecosistema di Menlo Park.

Tuttavia, da quanto spiegato sopra, emerge un dato ben chiaro: in un panorama social sempre più diversificato, Facebook non può continuare a tenersi stretta ogni tipologia d'utenza. Gli adolescenti si lamentano di divertirsi poco sulla piattaforma e migrano su Pinterest, parallelamente alcuni adulti vengono allontanati dall'eccessiva quantità di contenuti poco seri e dall'impostazione confusionaria del News Feed e volgono le vele verso Twitter.

Poiché non è possibile accontentare uno senza scontentare l'altro. Facebook dovrebbe decidersi a fare una scelta di campo: o diventa un social network adulto, per utenti maggiorenni che vogliono mantenersi in contatto senza preoccuparsi troppo della privacy, oppure diventa un social network per ragazzini, pieno di intrattenimento, strumenti per blindare la privacy e funzionalità mirate. 

Oppure rischia di non diventare niente di tutto ciò, e di venire finalmente scalzato dal prossimo enfant prodige del mondo social.

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Fabio Deotto