Facebook lancia le recensioni d'autore dei ristoranti
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Facebook lancia le recensioni d'autore dei ristoranti

Accanto ai giudizi degli utenti il social network pubblicherà i pareri di famosi critici e riviste quotate. Lo scopo? Il solito: far soldi

Alzi il mouse chi non ha mai scelto o scartato un ristorante in base alle recensioni lette sul web. Che sia per un’ordinaria cena tra amici o per un’occasione unica, la reputazione digitale di un locale orienta le prenotazioni degli utenti e ne decide successi o disgrazie. Lo sa bene Facebook, che da tempo consente di assegnare da una a cinque stelle a panetterie, bar, pasticcerie, pizzerie e affini e di scrivere, motivandolo, il proprio giudizio. Di commentare o mettere «mi piace» a quelli altrui. Un po’ come i celeberrimi pallini di TripAdvisor, arricchiti con le classiche dinamiche interattive e dialogiche della creatura di Mark Zuckerberg.

La recente strada imboccata dal social network è presidiare il terreno dell’informazione, fornire notizie di qualità ai propri iscritti collaborando con istituzioni del calibro del New York Times. È in quest’ottica che va letta l’ultima novità, stavolta in chiave gastronomica, appena lanciata in fase di test negli Stati Uniti: accanto ai pareri dei semplici utenti, Facebook pubblicherà estratti dei giudizi di famosi e stimati critici. I contenuti arrivano da bibbie come Condé Nast Traveler o New York Magazine, Eater e Bon Appétit. Che ne trarranno vantaggi in termini di clic perché un link rimanderà ai siti ufficiali delle pubblicazioni, dove sarà possibile leggere gli articoli completi.

Quello delle recensioni è un business molto appetito, come testimonia il successo di Yelp, autentica istituzione negli Stati Uniti che ha siglato un accordo con Yahoo! all’incirca un anno fa, mentre Google nel 2011 ha acquisito un servizio analogo, Zagat, per 151 milioni di dollari. Facebook, forte del suo bacino enorme di iscritti, ha fatto da solo, con contenuti fai da te, ma ora va oltre cercando di iniettare una dose di qualità in un traffico spesso gigantesco e contraddittorio: quando un locale ha in egual misura pareri a cinque e a due stelle, forse l’opinione di un esperto può essere risolutiva.

Il social network, lo ha assicurato a The Verge, includerà i commenti negativi dei critici, ma a quanto pare tenderà a privilegiare soprattutto i «best of». Ovvero, scriverà che un ristorante è stato inserito nella lista delle migliori 30 pizzerie d’America o dei bistrot più chic d’Inghilterra. Il motivo? Abbastanza scontato (e consueto): far soldi. Le pagine dei locali, come tutte quelle presenti su Facebook, sono gratuite, ma promuoverle nel news feed degli utenti è a pagamento. Ovvio che un ristoratore sarà maggiormente incentivato ad acquistare visibilità se, accanto a giudizi discordanti degli utenti, ci sarà il marchio di qualità di una testata di valore. Inutile, quando si tratta di far cassa Zuckerberg è sempre un passo avanti.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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