Facebook studia l'app per renderci anonimi
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Facebook studia l'app per renderci anonimi

Il social che mette in connessione parenti, amici e familiari, vuole permetterci di interagire con uno pseudonimo. Perché?

Facebook ha fatto della personalità degli utenti la sua forza: un luogo dove essere se stessi e ritrovare gli amici persi da tempo. O sparsi per il mondo.

Senza la propria vera identità gli utenti non riuscirebbero a ritrovarsi e, l'ormai classica richiesta, "sei su Facebook?” , funziona di più che scambiarsi il numero di telefono. E' più semplice e meno invasiva (se cambi idea puoi sempre bloccare o cancellare chi non vuoi più sentire. Con il telefono è un po' più difficile).

E allora perché Facebook sta esplorando il modo di donare l'anonimato alle persone?

La risposta potrebbe stare nella voglia di Facebook di allargare i propri orizzonti, stringendo l'occhiolino agli utenti che utilizzano già questi Social che consentono l'anonimato.

Il progetto dell'app, che potrebbe essere disponibile tra un paio di settimane, è guidato da Josh Miller e nasce per dare la possibilità agli utenti di utilizzare degli pseudonimi in discussioni che, magari, potrebbero essere in contrasto con la propria immagine. Oche comunque, potrebbero danneggiarlo se collegati con la loro vera identità.

Ci sono ancora molte incognite su come la nuova app interagisca con il sito principale di Facebook. E non è chiaro se l'applicazione consentirà la condivisione di foto in forma anonima, o di come potranno funzionare le interazioni con gli amici del proprio profilo.

Resta il fatto che il web è pieno di siti che consentono l'ingresso e i contatti con pseudonimi: e, forse, Facebook non vuole perdere quella fetta di utenti. O forse, l'indagine sulla "spirale del silenzio” ha spinto il social a garantire l'anonimato in certe situazioni, per stimolare conversazioni che altrimenti non esisterebbero.

Potrebbe anche essere utile per il nuovo progetto sulla salute che Facebook sta mettendo a punto: le persone potrebbero volere l'anonimato per non rivelare i propri problemi legati a una malattia.

Il nodo sicuramente più difficile da sciogliere per Facebook, prima del rilascio di questa app, sarà quello di impedire che l'anonimato dei propri utenti possa generare fenomeni di bullismo o stolkeraggio in rete.

Proprio Chris Cox, Chief, Product Officer di Facebook, ha scritto sul suo profilo "I più alti tassi di bullismo e intolleranza sono spesso il risultato di persone che si nascondono dietro nomi falsi, ed è terribile e triste".  

Quindi ci aspettiamo una soluzione a prova di bullo. 




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Marina Jonna

Giornalista e architetto: scrivo da sempre di design e tecnologia. Ultimamente ho allargato i miei orizzonti scrivendo di benessere, sport, scienze e attualità. Oltre a intervenire, sporadicamente, su R101 . Avete bisogno di un trattato sul "Paradiso della brugola" ? Sono pronta a scriverlo!

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