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Xiaomi Mi5 Pro: tre motivi per comprarlo (e tre per non farlo)

Pregi e difetti dello smartphone cinese che fa paura a Samsung, Apple e Huawei

A pochi giorni dalla sua presentazione al Mobile World Congress di Barcellona può già vantare un numero di preordini - 14 milioni - da far impallidire la concorrenza, anche quella più rinomata.

Il nuovo Xiaomi Mi5, ultimogenito del costruttore cinese che in patria è secondo solo a Huawei, si candida a diventare il nuovo fenomeno “occulto” del telefonia low-cost, ripercorrendo le orme di altri celebri dispositivi Made in China (si pensi ad esempio al OnePlus One) divenuti popolari anche dalle nostre parti [guarda la classifica dei migliori smartphone cinesi del 2015].

Ma perché tutto questo clamore intorno a questo telefono? In questo approfondimento cercheremo di capirne di più, analizzando i tre motivi che fanno dello Xiaomi Mi5 (in versione Pro) un prodotto da acquistare a scatola chiusa, e quelli che invece inducono alla prudenza [Scorri Avanti per continuiare].

Sì: il prezzo

Inutile girarci intorno: buono parte del clamore suscitato da questo Xiaomi Mi 5 Pro sta nel prezzo a dir poco aggressivo. In patria, il telefono viene venduto a 2699 YUAN, al cambio circa 350 euro. Anche ipotizzando un incremento per le spese di importazione si arriva comunque a un costo inferiore ai 500 euro.

Sì: le prestazioni

Schermo da 5,1 pollici Full HD, Processore Snapdragon di ultima generazione, 4 giga di RAM, 128 GB di memoria interna, fotocamera principale da 16 megapixel con apertura F 2.0, lettore di impronte digitali, batteria da 3000 mAh, sistema operativo Android aggiornato all’utlima versione (la 6.0 Marshmallow): difficile al giorno d’oggi trovare uno smartphone con caratteristiche così spinte. Anche dalle parti di Seoul e Cupertino.

Sì: i materiali

Dal punto di vista estetico, lo Xiaomi Mi 5 Pro è un normalissimo smartphone full touch. La vera differenza la fanno i materiali: alluminio per la cornice, ceramica di zirconio la parte posteriore. Il risultato, al tatto, è davvero notevole: si ha la sensazione di avere in mano un oggetto pregiato ma al tempo stesso leggerissimo (meno di 130 grammi il peso). Dedicato a tutti quelli che… un telefono di qualità premium lo paghi almeno 700 euro.

No: l’assistenza

Il marchio Xiaomi, purtroppo, non vanta ancora una presenza diretta in Italia (e in Europa). Il che significa che tutte le attività commerciali - dalla vendita all’assistenza - sono a carico di realtà esterne, nella fattispecie importatori e società di di terze parti che agiscono soprattutto sul canale online. Se siete avvezzi a cambiare il telefono con una certa assiduità probabilmente darete poco peso alla questione, ma se siete fra quelli che analizzano minuziosamente ogni dettaglio dell’acquisto, compreso il post vendita, allora potreste farvi qualche scrupolo in più.

No: non supporta la banda degli 800 mHz

Che Xiaomi sia ancora un brand ad uso e consumo prettamente domestico, lo si capisce anche dalle scelte operate sugli standard di comunicazione. Il Mi5 non supporta infatti la banda degli 800 MHz, assente in Cina ma piuttosto importante dalle nostre parti. Gli acquirenti nostrani, e in particolare chi ha sottoscritto un contratto con Wind e Tim, sono avvisati: potrebbe esserci qualche limitazione sulla rete LTE soprattutto in zone e stabili particolarmente schermati. 

No: la memoria non è espandibile

Per una Samsung che torna sui suoi passi, rilanciando a furor di popolo lo slot per le micro SD, ecco un’altra società che sacrifica la memoria espandibile in ragione di una riduzione degli ingombri. Certo, i 128 GB di capacità interna dovrebbero mettere al riparo da brutte sorprese, almeno nel medio termine, ma per molti Androidiani della prima ora si tratterà comunque di un boccone difficile da digerire.

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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