Wiko Rainbow: la recensione
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Wiko Rainbow: la recensione

Il prezzo (149 euro) ha del miracoloso. Tranquilli, non ci sono trucchi né inganni, solo un’oculata selezione delle risorse chiave. E se arrivasse pure l’aggiornamento a una versione più fresca di Android…

Se desideri uno smartphone con schermo cinematografico ma ti ritrovi con circa 150 euro nel salvadanaio hai solo due possibilità: attendere che il telefono dei tuoi sogni esca di produzione e acquistarlo in supersaldo (o usato) quando ormai sarà diventato obsoleto, oppure scegliere un modello al di fuori dei soliti noti. È il caso, ad esempio, del nuovo Rainbow, uno smartphone dual-sim da 5 pollici realizzato dalla francese Wiko, società che forse non avrà l’appeal dei vari Samsung, Apple, Nokia ed Lg, ma che di certo non è seconda a nessuna quando si tratta di confezionare proposte dall’interessante rapporto qualità-prezzo.

Stiamo parlando di un dispositivo che per dimensioni va a collocarsi nella stessa fascia di alcuni mostri sacri del settore (Lg G2, Samsung Galaxy S4, HTC One, Nexus 5) ma a un prezzo decisamente più abbordabile: 149 euro. Miracolo? Bluff? Né l’uno né l’altro. Wiko è azienda che sa scegliere i componenti dei suoi prodotti con grande maestria e pragmatismo. Cosa che ha fatto anche per questo Rainbow, uno smartphone che non avrà le qualità scintillanti di certi cellulari intelligenti di prima fascia ma che riesce a fare con diligenza il compito per cui è stato progettato: offrire un’esperienza Android al passo coi tempi su uno schermo di grande metratura. In questa recensione vi raccontiamo pregi e difetti.

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DESIGN
Detto già delle dimensioni, diciamo anche che il nuovo Wiko Rainbow sa farsi apprezzare per alcune interessanti scelte stilistiche. La cover posteriore è in questo senso l’elemento di spicco del terminale, sia per la colorazione (sono disponibili 6 tinte, di cui quattro - giallo limone, turchese, fucsia, corallo - decisamente effervescenti) sia per la qualità dei materiali. Intendiamoci, stiamo parlando di plastiche, ma di tutto rispetto: la sensazione al tatto è quella di un device "effetto gomma soffice" robusto e difficile da scalfire.

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Al di sotto della cover troviamo - disposti in modo razionale e accessibile - i tre slot per l’inserimento delle varie schedine: due per le Sim Card, e una per le microSD. Infelice, invece, la scelta di posizionare l'altoparlante sul retro della scocca: quando il Rainbow è appoggiato su un tavolo si fa fatica a sentirlo in vivavoce.

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RISORSE HARDWARE E SOFTWARE
La dotazione del Wiko Rainbow appare nel complesso più sostanziosa rispetto a quello che il prezzo del telefono potrebbe far pensare. Lo schermo da 5 pollici forse non brillerà per risoluzione (1280 x 720 pixel tendono un po’ a disperdersi su una superficie così grande) ma si fa apprezzare per colore e angolo di visuale. Lo stesso dicasi per il "motore" del telefono: per quanto non esplosivo, il chipset Mediatek con processore Quad Core da 1.3 GHz riesce a cavarsela egregiamente su tutti i fronti (compreso quando si tratta di far girare giochi di un certo peso). Wiko ha un po’ lesinato in termini ROM (4 giga sono oggettivamente pochini per uno smartphone che vuole avere certe ambizioni) ma si tratta di una lacuna alla quale si può facilmente ovviare utilizzando una delle tante microSD oggi in commercio.

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Un po’ più critica la situazione sul piano dal software. Wiko Rainbow è equipaggiato con una versione non più giovanissima di Android (la 4.2.2), per il momento non aggiornabile e questo pone alcuni limiti. Ad esempio, chi volesse abbinare allo smartphone uno smartwatch motorizzato Android Wear al momento deve rassegnarsi: fintantoché non verrà rilasciato l’aggiornamento ad Android 4.3 il Rainbow (così come molti altri terminali motorizzati Mediatek) non può "parlare" la stessa lingua di alcuni orologi intelligenti di ultima generazione.

COME VA
Nell’uso quotidiano il Wiko Rainbow si dimostra quasi sempre all’altezza della situazione. È vero, le pagine Web non si aprono sempre in maniera fulminea, gli impuntamenti non mancano (basta scrollare con una certa velocità il feed di Twitter per notarli) e il vivavoce, come detto, non ha un volume particolarmente brillante. Ma nel complesso l’esperienza d’uso è di un gradino superiore rispetto alla media dei terminali di questa fascia, soprattutto per reattività, gestione del sistema operativo e qualità del multitasking. E poi, ovviamente, c’è la possibilità di utilizzare due Sim (anche di operatori diversi), un'opzione che per certi utenti rappresenta un plus mica da ridere. Quanto all’autonomia, il Rainbow ci ha consentito in più di un’occasione di arrivare senza problemi a fine giornata; viste le dimensioni extra-large si poteva osare di più in termini di capacità (2000 mAh) ma Wiko ha probabilmente tenuto conto dei consumi limitati del display, decisamente più parco di certi Full HD oggi in commercio.

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FOTO E VIDEO
I nodi di certi smartphone di fascia medio bassa vengono al pettine quando si va a parare sulle funzioni multimediali. Sotto questo aspetto, il Wiko Rainbow rappresenta una (bella) eccezione alla regola. Merito, soprattutto, della buona dotazione fotografica costruita intorno a un obiettivo da 8 megapixel dotato di autofocus e flash led.

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Gli scatti che abbiamo effettuato [guarda la nostra photogallery] appaiono decisamente godibili, sia in termini di nitidezza, sia per quanto riguarda i colori, sia infine per la sensibilità alle basse luci. Volendo trovare il pelo nell’uovo si potrebbe rimarcare una certa propensione a sovraesporre l’ambiente circostante quando si effettuano macro ravvicinate e una tendenza al mosso nelle situazioni di luminosità al limite (ci vorrebbe lo stabilizzatore ottico, ma quale cellulare da 150 euro può vantarne uno?).

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[Clicca per ingrandire]

Buono anche il responso sul versante video. Wiko Rainbow è in grado di filmare Full HD 1080p (e già questo di per sé basterebbe) e lo fa con una buona gestione del frame rate. Attenzione solo ai cambi repentini di scena: il Rainbow ha bisogno di qualche secondo di assestamento per adattarsi alle nuove condizioni di luminosità.

CONCLUSIONI
Dopo il buon esordio sul mercato italiano con il Darkmoon e il Darkfull, Wiko dimostra di essere un player ben attrezzato per poter competer nell’agguerritissimo segmento degli smartphone lowcost. A 149 euro è oggettivamente difficile trovare altri modelli che, come il Rainbow, sappiano coniugare in questo modo dimensioni, gestione del sistema operativo e funzionalità multimediali. In alcuni momenti ci si dimentica persino di avere fra le mani un oggetto di un produttore che fino a un anno fa era praticamente sconosciuto dalle nostre parti. Peccato davvero per l’incompatibilità con le versioni più recenti di Android, ma non è detto che - prima o poi - qualcosa non arrivi attraverso il rilascio degli aggiornamenti.

 

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Roberto Catania

Faccio a pezzi il Web e le nuove tecnologie. Ma coi guanti di velluto

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